Roma, 6 Novembre – “C’è sempre stato un filo comune che tiene insieme le scelte adottate dal governo. Un filo che unisce tutti i nostri provvedimenti ed è il primato della tutela della nostra salute” ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell’informativa urgente in Aula alla Camera, sui dati e i criteri seguiti per la collocazione delle Regioni nelle aree rossa, arancione e gialla.
“Questo provvedimento è in piena continuità con le misure finora adottate” ha sottolineato a proposito del Dpcm del 3 novembre. “I numeri, che rappresentano persone in carne ed ossa, continuano ogni giorno drammaticamente a crescere, nel mondo siamo arrivati a un contagiato ogni 164 persone” ha proseguito Speranza. In Italia non esistono zone verdi percé il virus circola in tutto il nostro Paese” ha spiegato. Ed “essere in zona gialla non significa assolutamente essere in un posto sicuro”.
“Si possono avere opinioni differenti sulle scelte che abbiamo compiuto ma per favore non capovolgiamo la realtà. Andando oltre inutili polemiche tutti dobbiamo trarre una lezione tanto evidente quanto amara: senza consistenti limitazioni dei movimenti e rispetto delle regole la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata ad un clamoroso fallimento” ha poi sottolineato il ministro. Anche sul punto della significativa prevalenza di asintomatici attenzione a non coltivare pericolose illusioni: “se continua ad alzarsi il numero di contagiati, inevitabilmente aumenta in proporzione la quota di anziani e fragili e conseguentemente aumenteranno i ricoveri ed i posti in terapia intensiva, ed è inevitabile anche che più persone perderanno la vita” ha evidenziato il ministro.
“La fonte dei dati sono le regioni. In tutte le fasi del nostro lavoro c’è stato il coinvolgimento delle istituzioni scientifiche del nostro Paese e delle regioni” ha ribadito. “Ci sono dei limiti che non devono essere superati” nella polemica politica. Basta, non alimentiamo politiche che sono dannose. Se produciamo clima sbagliato creeremo solo disorientamento fra i cittadini”.
Nella spiegazione dei criteri adottati e a proposito del coinvolgimento delle regioni ha riferito che “l’ordinanza è figlia di un lavoro lungo” e i “paramatri sono stati condivisi con le Regioni in 2 sedute ad aprile. Da 24 settimane svolgiamo un lavoro proficuo e comune con le Regioni – ha sottolineato – nessuna Regione ha eccepito né ha mostrato dissenso sui parametri”.
“Si tratta di un lavoro complesso. Ciascuna Regione viene classificata sulla base dell’incrocio di due parametri: indice di rischio prodotto dai 21 indicatori e i 4 scenari definiti attraverso gli Rt . Con lo scenario 4 e Rt sopra 1,50 indice di rischio alto, la regione viene collocata in zona rossa. Dopo 14 giorni con scenario e indice piu basso avviene una nuova classificazione della cabina di regia” ha ulteriormente precisato.
“Si tratta di un lavoro di una raccolta dati imponente, per questo le valutazioni hanno bisogno di almeno una settimana per essere attendibili, perché i dati possano stabilizzarsi”.
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