Roma, 23 Febbraio – Pnrr, Sanità, premierato e terzo mandato. Diversi i temi affrontati da Giorgia Meloni durante la puntata di “Cinque minuti” su Rai 1, condotta da Bruno Vespa.
Ma certo tutti gli occhi erano puntati sulla reazione della premier alla bocciatura della proposta leghista di abolire il vincolo di due mandati per i presidenti di regione, avvenuta poche ore prima in commissione al Senato. Un voto che ha visto la maggioranza spaccata e il vicepremier Matteo Salvini annunciare che non si arrende: “Se ne parlerà nell’Aula del Parlamento, che è sovrana”.
Da Vespa, Meloni stempera le polemiche: il terzo mandato ai governatori regionali, dice, “non era nel programma e non è iniziativa di governo”. Nessuna frizione con Salvini: “Ogni giorno leggo di ricostruzioni non veritiere che parlano di scontri tra i partiti di maggioranza, ma la maggioranza è solida e che crolli è la speranza dell’opposizione”. Lo stesso Salvini nel pomeriggio aveva evitato di farne una questione divisiva: “La posizione della Lega è chiara ma siamo in democrazia, ogni tanto le proposte della Lega passano e altre volte vengono bocciate perché tutti gli altri sono contro”.
Affonda il coltello invece la segretaria del Pd, Elly Schlein: ‘‘Abbiamo visto Meloni, Salvini e Tajani affiancati sul palco e oggi si spaccano sul terzo mandato. Fanno bene da tutto il giorno a chiedersi se ci saranno ripercussioni sulla tenuta del governo. Loro lo smentiscono, ma il fatto che se lo chiedano fa capire che hanno un bel problema con le loro divisioni”.
In trasmissione la Presidente del Consiglio torna a parlare del Piano nazionale di ripresa e resilienza sottolineando come il governo abbia “ottenuto la terza rata, la quarta rata e presentato gli obiettivi della quinta, liberando 21 miliardi”. Sul fronte Sanità Meloni sostiene che i soldi destinati quest’anno al fondo non sono diminuiti, ma aumentati: “I miliardi sul piatto sono 136, cifra mai vista in Italia, nemmeno durante il periodo di pandemia quando ne furono stanziati tra i 121 e i 122”.
La presidente del Consiglio torna poi a parlare di riforme istituzionali, insistendo per la formula del premierato che considera “un passo fondamentale per garantire attraverso la volontà popolare stabilità al Paese, in quanto non si può cambiare governo in media ogni anno e mezzo”.
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