Napoli, 19 Giugno – Il Napoli è riuscito nell’impresa storica della conquista del suo terzo scudetto nella storia: i precedenti sono illustri e vantavano in rosa un giocatore del calibro di Diego Armando Maradona, a cui oggi è intitolato lo stadio del capoluogo campano e teatro della cerimonia di premiazione. Erano però trascorsi 33 anni dall’ultimo titolo: il 1989-1990 fu l’anno del secondo successo, il primo risale ad una manciata di stagioni più indietro, quella del 1986-1987. Riportare il tricolore a Napoli ha finalmente rotto un periodo lungo 22 anni in cui lo scudetto si assegnava, ciclicamente, ad una compagine tra Juventus, Milan e Inter. L’ultima vittoria al di fuori di questa triade risale al 2000-2001, con il successo della Roma (al suo terzo trionfo), in seguito sono arrivati 11 successi bianconeri, 3 rossoneri e 6 nerazzurri.
Questo è indubbiamente il primo record infranto dalla squadra di Luciano Spalletti, il vero architetto di questo gruppo perfettamente amalgamato. Al di là di ogni più rosea previsione, i partenopei quest’anno sono riusciti non solo a vincere ma ad archiviare la pratica scudetto con largo anticipo. Alla vigilia dell’inizio del torneo di Serie A forse nessuno tra osservatori e tifosi, ma anche tra appassionati di previsioni e statistiche sul calcio, nessuno tra chi conosce il significato di “Handicap” nei pronostici e altri termini tipici delle scommesse, avrebbe giurato su un successo così largo dei partenopei. Il gap con cui Osimhen e compagni sono giunti al trionfo indica una forbice di oltre 12 punti, un vantaggio enorme soprattutto considerando il valore delle rose che si sono contese lo scudetto. L’Inter, ad esempio, finalista di Champions League in quest’annata, avrebbe potuto e dovuto fare meglio: pesano come macigni le oltre 10 sconfitte stagionali dei nerazzurri, un’enormità se paragonate a quelle del Napoli, messo ko in sole 4 circostanze in questo campionato.
Il Napoli di Spalletti vanta record sia per il reparto arretrato che per l’attacco. Per quanto riguarda la difesa, il perno è stato Kim, titolare in ben 35 partite su 38 totali. È anche grazie alle sue prodezze difensive che i campani hanno subito meno di 30 reti stagionali, tra le migliori difese insieme a quella della Lazio e della Juventus. Il reparto offensivo è ugualmente da record, in particolar modo Osimhen: la punta nigeriana è stato autore di ben 25 marcature stagionali in campionato, a cui si sommano le 5 reti messe a segno in Champions League. Cifre da sogno per l’attaccante, alla sua miglior stagione con la maglia azzurra e non a caso oggetto di interesse da parte dei top club, Chelsea in primis, capace di arrivare a mettere sul piatto oltre 100 milioni (e contropartite tecniche, come Pulisic e Kepa).
Il vento a favore per il Napoli era già delineato alla fine del girone d’andata, quando la squadra campana aveva battuto la gestione di Maurizio Sarri e toccato quota 50 punti. Con il pareggio recente arrivato contro il Bologna però, la compagine azzurra non può battere il precedente record siglato dall’attuale tecnico della Lazio, trascinato da un Higuain in stato di grazie a autore di ben 36 reti in quell’annata (2015/2016).
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