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Una strage dimenticata: l’I.C. “Sant’Anastasia 2” ricorda la tragedia della Flobert

Sant’Anastasia, 12 Aprile –  E’ appena passata ora di pranzo. A Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, si avverte all’improvviso un boato lacerante. E’ l’11 aprile del 1975, la fabbrica Flobert, che produce proiettili d’arma giocattolo e fuochi d’artificio, è esplosa. Dodici le vittime, tutte giovani. Una morte crudele, inconcepibile, lo scenario che si presentò ai soccorritori fu impressionante: un fumo denso e acre, corpi bruciati, straziati dalla deflagrazione e sparsi nelle campagne tutt’intorno alle macerie della fabbrica. Un dramma collettivo mai più dimenticato.

 

  In occasione del 43° anniversario dello scoppio della Flobert, martedì 10 aprile, l’ I.C. Sant’Anastasia 2 ha ricordato le vittime di quella strage con l’ evento “Una luce per la Flobert”. La commemorazione della terribile tragedia si è aperta con il saluto del dirigente scolastico Maddalena De Masi. Presenti anche le istituzioni: il consigliere della città metropolitana di Napoli Francesco Iovino, il sindaco di Sant’Anastasia Lello Abete e il sindaco di Somma Vesuviana Salvatore Di Sarno, così come monsignor Mimmo Panico, parroco della parrocchia dei Romani di Sant’Anastasia.

Toccante le testimonianze dell’epoca, primo fra tutti il superstite della terribile esplosione Ciro Liguoro, poi la memoria e il dolore di chi perse i propri cari in quella terribile mattinata di aprile: Lucia Casoria (vedova Frasca), Luisa Esposito (vedova Caruso), Lucia e Teresa Sorrentino (sorelle Sorrentino) e Tina Romano. Non hanno fatto mancare la loro presenza le associazioni culturali: Noa, Uici, Solid’Amore, ProLoco, Love For Sant’Anastasia, Qua la mano e Annabella, Donne Anastasiane, La via della bellezza, Mir.

Il ricordo di quel terribile pomeriggio si è concluso con una fiaccolata e una celebrazione presso la Chiesa di San Francesco d’Assisi ai Romani a cui ha preso parte l’intera cittadinanza.

L’accertamento di ciò che effettivamente è avvenuto alla Flobert come per ogni morte sul lavoro, è sostanzialmente riconducibile all’assenza delle più elementari misure di prevenzione e protezione del lavoratore. Troppo spesso, infatti, dietro tragedie di questa portata si nasconde l’avida e scellerata fame di profitti, che inevitabilmente sfrutta e si nutre della disperazione di chi cerca un lavoro.  Precarietà, violazione dei diritti, ricatto occupazionale sono, senza ombra di dubbio, le terribili piaghe che lacerano senza rispetto la dignità dell’uomo.

  Eventi come quello realizzato dall’I.C. “Sant’Anastasia 2” contribuiscono alla costruzione di indispensabili sinergie, canali privilegiati di profonda sensibilità sociale tra Scuola, Istituzioni e Cittadini. Ricordare, dunque, le vittime degli incidenti, è un’occasione da non perdere per riflettere su un gravissimo dramma che attanaglia il mondo del lavoro, una terribile piaga sociale che sembra non avere mai fine e soprattutto aiuta a diffondere quella cultura della prevenzione che è alla base di condizioni di lavoro senza rischi, a tutela della salute e della dignità dei lavoratori .

L’incontro è finito con le note di «’a Flobert», canzone-bandiera del gruppo operaio «’e Zezi», i cui versi raccontano con una forza rimasta inalterata nel tempo, la tragedia che sconvolse l’entroterra vesuviano. Un percorso di intense emozioni per conoscere e non farci dimenticare un dramma, un dolore collettivo di chi ha pagato con la vita il pane.

 

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