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Scisciano, vicenda Palazzo De Falco: Interrogazione parlamentare della senatrice Margherita Corrado

Scisciano, 22 Novembre – Ritorna sotto i riflettori la questione dello  storico Palazzo De Falco di Scisciano, la cui costruzione risale al 1821 e demolito nella prima settimana di agosto 2021, dopo circa 200 anni di storia. Sulla vicenda interviene l’ex grillina, la senatrice Margherita Corrado, iscritta al Gruppo Misto, che fa partire una Interrogazione parlamentare indirizzata ai Ministeri dell’interno e della Cultura.

La senatrice Corrado, nell’interrogazione in oggetto, pone l’accento in primis sull’abbattimento dello storico Palazzo: Nella prima settimana di agosto 2021, a Scisciano (Napoli) è stato demolito lo storico complesso denominato casale De Falco (nuovo catasto edilizio urbano al foglio 1 particella 931/1/4 e nuovo catasto territoriale al foglio 1 particella 932) con l’avallo dell’amministrazione comunale, che ha rilasciato il controverso permesso di costruire n. 25/2021 del 20 maggio 2021 per la pratica n. 150/2019 del 23 dicembre 2019”.

Nel passaggio successivo, richiama l’attenzione sul forte interesse che la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, ha sempre avuto per il Palazzo De Falco, fino a manifestare il proposito di assoggettare l’immobile a regime di tutela, proposito vanificato dalla brusca accelerazione dei lavori di abbattimento: “già in passato, in più occasioni, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli aveva manifestato il proposito di assoggettare l’immobile a un regime di tutela, ma quando si è diffusa la notizia dell’avvio dell’istruttoria per la verifica dell’interesse culturale ex art. 12 del decreto legislativo n. 42 del 2004, è stata impressa una brusca accelerazione ai lavori per radere al suolo le storiche fabbriche”.

Abusivismo edilizio a Scisciano: il j’accuse della senatrice Corrado: ”In un comune, Scisciano, dove il 64,46 per cento delle case è da abbattere perché costruito abusivamente, si continua a consumare suolo, a distruggere le superstiti testimonianze del patrimonio culturale della comunità locale, ad autorizzare nuove lottizzazioni spacciandole per riqualificazione e rigenerazione urbana: sulle ceneri dello storico complesso rurale sorgerà infatti un grande insediamento edilizio costituito da 40 appartamenti e 80 box auto che impatteranno sensibilmente sul carico urbanistico, alterando il principio di un ordinato ed equilibrato assetto territoriale e determinando uno sfregio permanente al paesaggio rurale e urbano”.

Infine, la senatrice, chiede ai Ministeri dell’Interno e della Cultura, approfondimenti sulla vicenda, e in particolare chiede di sapere: “se i Ministri in indirizzo non ritengano necessario avviare un approfondito esame sull’attività edilizia nel Comune di Scisciano e in particolare sul menzionato permesso di costruire, verificando se sia stata garantita la conformità dei progetti presentati alle previsioni degli strumenti urbanistici, ai regolamenti edilizi e alla disciplina urbanistico-edilizia vigente e se siano stati assicurati l’imparzialità, il principio di buona amministrazione, il soddisfacimento dell’interesse pubblico;

se non intendano fare chiarezza, per i profili di propria competenza, su eventuali responsabilità, correlazioni e contegni di membri del collegio amministrativo in veste di portatori, nella vicenda edificatoria, di interessi personali diretti o indiretti, in contrasto reale e potenziale con gli interessi del Comune, così come è stato denunciato dalla stampa locale;

se risulti sia stata ben mantenuta la distinzione tra le funzioni, competenze e responsabilità degli organi politici e di quelle proprie dei dirigenti delle rispettive amministrazioni;

se ritengano che i soggetti coinvolti nella vicenda edificatoria siano idonei ad adempiere imparzialmente i doveri connessi all’esercizio dell’incarico loro affidato o piuttosto non rientrino nell’ipotesi di incompatibilità prevista dall’art. 63, comma 1, n. 2, del decreto legislativo n. 265 del 2000″.

 https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/print/18/Sindisp/0/1313942/0?fbclid=IwAR0aw8nnaISYIlWATfYOKxRw-GUm96hgcBIgVJNxYhZKvhJMApsaR-HpwMg

Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06087

Pubblicato il 6 ottobre 2021, nella seduta n. 365

CORRADO – Ai Ministri dell’interno e della cultura. –

Premesso che, per quanto risulta all’interrogante:

nella prima settimana di agosto 2021, a Scisciano (Napoli) è stato demolito lo storico complesso denominato casale De Falco (nuovo catasto edilizio urbano al foglio 1 particella 931/1/4 e nuovo catasto territoriale al foglio 1 particella 932) con l’avallo dell’amministrazione comunale, che ha rilasciato il controverso permesso di costruire n. 25/2021 del 20 maggio 2021 per la pratica n. 150/2019 del 23 dicembre 2019;

già in passato, in più occasioni, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli aveva manifestato il proposito di assoggettare l’immobile a un regime di tutela, ma quando si è diffusa la notizia dell’avvio dell’istruttoria per la verifica dell’interesse culturale ex art. 12 del decreto legislativo n. 42 del 2004, è stata impressa una brusca accelerazione ai lavori per radere al suolo le storiche fabbriche;

in un comune, Scisciano, dove il 64,46 per cento delle case è da abbattere perché costruito abusivamente, si continua a consumare suolo, a distruggere le superstiti testimonianze del patrimonio culturale della comunità locale, ad autorizzare nuove lottizzazioni spacciandole per riqualificazione e rigenerazione urbana: sulle ceneri dello storico complesso rurale sorgerà infatti un grande insediamento edilizio costituito da 40 appartamenti e 80 box auto che impatteranno sensibilmente sul carico urbanistico, alterando il principio di un ordinato ed equilibrato assetto territoriale e determinando uno sfregio permanente al paesaggio rurale e urbano,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano necessario avviare un approfondito esame sull’attività edilizia nel Comune di Scisciano e in particolare sul menzionato permesso di costruire, verificando se sia stata garantita la conformità dei progetti presentati alle previsioni degli strumenti urbanistici, ai regolamenti edilizi e alla disciplina urbanistico-edilizia vigente e se siano stati assicurati l’imparzialità, il principio di buona amministrazione, il soddisfacimento dell’interesse pubblico;

se non intendano fare chiarezza, per i profili di propria competenza, su eventuali responsabilità, correlazioni e contegni di membri del collegio amministrativo in veste di portatori, nella vicenda edificatoria, di interessi personali diretti o indiretti, in contrasto reale e potenziale con gli interessi del Comune, così come è stato denunciato dalla stampa locale;

se risulti sia stata ben mantenuta la distinzione tra le funzioni, competenze e responsabilità degli organi politici e di quelle proprie dei dirigenti delle rispettive amministrazioni;

se ritengano che i soggetti coinvolti nella vicenda edificatoria siano idonei ad adempiere imparzialmente i doveri connessi all’esercizio dell’incarico loro affidato o piuttosto non rientrino nell’ipotesi di incompatibilità prevista dall’art. 63, comma 1, n. 2, del decreto legislativo n. 265 del 2000.

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