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Marigliano, la scuola al tempo della pandemia: lettera aperta di un gruppo di genitori al primo cittadino

Marigliano, 15 Febbraio – Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata al primo cittadino di Marigliano dott. Peppe Jossa da parte di un gruppo di genitori mariglianesi. “Da genitori PRETENDIAMO che la scuola accolga in sicurezza i nostri figli, se ciò non è possibile che si adottino misure diverse! Oggi l’ultima parola sulla scuola è lasciata ai sindaci, tanti nel circondario hanno preso la coraggiosa ed impopolare decisione di sospendere la didattica in presenza ,il sindaco Jossa , che intenzioni ha?”. Questa la domanda che conclude la missiva, alla luce della grande preoccupazione e gli innumerevoli dubbi riguardanti l’andamento della scuola, alla base della lettera aperta indirizzata al sindaco.

 

“Al Sindaco di Marigliano Dott. Peppe Jossa.

E’ ormai un anno che la pandemia da Sars Cov 2 ,ha fatto irruzione nella vita di tutti noi, cambiandoci radicalmente le abitudini ,limitando la nostra libertà e soprattutto condizionando pesantemente la gestione della socialità.
L’economia ha subìto un tangibile rallentamento, tantissimi posti di lavoro sono stati persi, ogni cosa, anche la più semplice, come prendere un caffè al bar è diventata complessa. Naturalmente, insieme a tutti gli altri settori ,anche il mondo della scuola attraversa un momento storico senza precedenti, inizialmente fu annunciato uno stop generalizzato di due settimane che purtroppo come tutti sappiamo si protrasse fino alla chiusura dell’anno scolastico.
A settembre, dopo un’estate folle ,durante la quale sembrava ci fosse stato UN LIBERI TUTTI ,la scuola ha riaperto i battenti con tutte le difficoltà e le incertezze che ciò comporta.

COSA ERA CAMBIATO? QUALI MIGLIORIE ERANO STATE APPORTATE ALLE NOSTRE STRUTTURE SCOLASTICHE? ERANO STATI INSTALLATI IMPIANTI DI SANIFICAZIONE ED AERAZIONE? ERANO STATE AUMENTATE LE AULE? ERA STATO DIMEZZATO IL NUMERO DI ALUNNI PER CLASSE?
NO! Niente di tutto ciò era avvenuto, eppure i nostri figli sono stati “mandati” a scuola, purtroppo la frequenza è durata per non più di 3 settimane, il virus inesorabilmente ha cominciato a circolare e diffondersi ed inevitabilmente ha infettato bambini, ragazzi e familiari.

Risultato? Timori, ansie ,quarantene e tamponi. A metà ottobre è iniziata la tanto vituperata DaD (didattica a distanza).

Nessuno di noi pensa che la DaD possa sostituire la didattica tradizionale, la scuola è per i nostri figli una seconda famiglia ,è luogo di crescita culturale ,personale e di socializzazione ,questo in condizioni normali, attualmente non è così.
I nostri figli sono costretti a stare al banco per circa 6 ore al giorno, limitando al minimo gli spostamenti, evitando di girarsi verso il compagno, tenendo costantemente la mascherina ed igienizzandosi spesso le mani ,inoltre tenendo le finestre aperte al fine di assicurare un adeguato ricambio d’aria.

E’ lecito chiedersi – E’ scuola questa? – NO ! NON LO E’ . A questo punto perché demonizzare la DaD ?

Nella situazione emergenziale che viviamo ,è il giusto compromesso tra il diritto allo studio e il diritto alla salute, entrambi diritti costituzionalmente riconosciuti ma che attualmente sembrano essere in antitesi. Non è corretto obbligare i genitori a compiere una scelta tra quale di questi diritti garantire ai figli. Si, oggi i genitori sono chiamati a scegliere, i minori di 16 anni sono in “obbligo scolastico”, quindi i genitori per osservare i dettami della legge sono costretti ob torto collo ,a lasciare che i propri figli frequentino la scuola.

Un genitore che affida il figlio all’istituzione scolastica deve poterlo fare in tutta tranquillità, non è accettabile l’idea che si debbano consapevolmente correre rischi INUTILI. Sorge spontanea una domanda :”Perché in qualsiasi ufficio pubblico si entra in maniera contingentata
,mentre a scuola è consentito stare in 20 e più persone in un’aula per 5/6 ore al giorno? “ Purtroppo nessuno è riuscito a dare una spiegazione che fosse accettabile e credibile.

L’Italia è l’unico Paese in cui la capienza massima delle aule in epoca di Covid è aumentata invece di diminuire. In riferimento al DM 18/12/1975 si dovrebbe riservare ad ogni alunno uno spazio di circa 2 mq, precisamente 1,8 mq dall’infanzia al primo ciclo della secondaria e 1,9 mq al secondo ciclo ,specificando che tra la cattedra e i banchi più prossimi debbano esserci 2m , ciò significa ,senza fare calcoli troppo difficili che un’aula di 38 mq può accogliere al massimo 16 alunni, ebbene attualmente s’è preferito ovviare a questi dettami ed istituire una regola diversa IL METRO DALLE RIME BUCCALI ,la cosa farebbe sorridere se non fosse tanto grottesca.

Nessuno s’è posto il perché di questa variazione? E’ molto semplice , destituendo il DM 18/12/1975 ed adottando il metro dalle rime buccali ,nella stessa aula entra il 20% degli alunni in più. Davvero lo Stato pensa di poter giocare così facilmente sulla pelle dei nostri figli? Teatri ,cinema, ristoranti si sono visti dimezzare la capienza ,la scuola che fa? L’aumenta !

Conosciamo le raccomandazioni giunte ai Dirigenti scolastici affinchè venissero adottate tutte le cautele possibili per rendere più sicura la ripresa della frequenza scolastica, peraltro obbligata da una sentenza del TAR che, contravvenendo ad ogni coerenza ,delibera da remoto obbligando centinaia di migliaia di genitori a far assembrare i figli in aule scolastiche ,piccole, fredde e per niente idonee sul piano igienico sanitario.

Lo slogan “LA SCUOLA E’SICURA” , è ormai il mantra di uno sparuto gruppo di genitori che vogliono convincersene a tutti i costi, a cui però le evidenze danno torto marcio. Un dossier dell’Unità di Crisi della Regione Campania ci parla di 2000 studenti positivi al Covid in una sola settimana di apertura delle scuole, che anche sul territorio mariglianese non sono scevre dal contagio.

Abbiamo : studenti e docenti positivi ,con classi ed in qualche caso intere sezioni in isolamento fiduciario. Qual è l’utilità di procrastinare questo stato di fatto? Non sarebbe più corretto ammettere che in questo particolare periodo storico il nostro sistema scolastico non è in grado di sopportare il peso di questo virus?

Da genitori PRETENDIAMO che la scuola accolga in sicurezza i nostri figli, se ciò non è possibile che si adottino misure diverse ! Oggi l’ultima parola sulla scuola è lasciata ai sindaci, tanti nel circondario hanno preso la coraggiosa ed impopolare decisione di sospendere la didattica in presenza ,il sindaco Jossa , che intenzioni ha?

Se dovesse perpetuarsi la situazione attuale: Chi risarcirà i nostri figli per la discontinuità a cui sono costretti? A chi dovremmo imputare lo stress dovuto ad azioni scellerate che nulla hanno a che fare con il diritto allo studio?

Corre l’obbligo di specificare che con la DaD nessun diritto è leso, anzi, si tutela la salute dei nostri figli e la nostra. Esortiamo il sindaco a darci una risposta in tempi brevi, i nostri figli hanno diritto alla tranquillità che al momento gli viene negata da questi continui apri/ chiudi / quarantene / tamponi”.

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