Cultura

JOLE GARUTI, Le mafie negli occhi dei ragazzi

Prefazione di Gian Carlo Caselli – Collana Cronisti scalzi, Iod edizioni

Bisogna essere persone credibili quando si parla ai ragazzi e ai giovani.

Napoli, 7 Aprile – I protagonisti di questi racconti di Jole Garuti sono adolescenti che hanno sperimentato personalmente o attraverso storie familiari alcune vicende criminali o situazioni di illegalità. Sono vittime o spettatori dei dolori causati dalle violenze di boss mafiosi o anche solo dalle proposte di amici disposti a violare le regole della società.

Racconti che hanno l’ambizione di essere guida per gli educatori ed esempio per i giovani lettori per sfuggire al modello di vita predominante: l’aspirazione ad avere più degli altri, in cui prevale la pericolosa mentalità, affascinante, che privilegia il possesso di oggetti costosi e di moda.

Le pagine di questo libro sono impregnate di tanta speranza, quella che c’è nei volontari e negli uomini delle istituzioni che sono accanto, ogni giorno, ai tanti giovani che si trovano coinvolti in attività illegali o criminali, persone che continuano, con intelligenza e coraggio, a credere che cambiare sia possibile. E aiutare a far splendere la luce negli occhi dei ragazzi.

Dalla prefazione di Gian Carlo Caselli,

magistrato valoroso, impegnato da sempre nella lotta alle mafie. 

“Jole Garuti offre elementi di conoscenza della realtà per prevenire le trappole e le lusinghe dell’illegalità; coglie il bisogno formativo del ragazzo o della ragazza, a volte un’atroce sofferenza, che richiede risposte capaci sia di contrastare il rischio di illegalità in scala crescente, sia di scoprire e far emergerei propri “talenti”. Ben sapendo che, purtroppo, dei “talenti” esiste anche una declinazione perversa e oscena. Proprio quella della mafia, che impiega sistematicamente nel traffico di droga ragazzini sotto i quattordici anni, in quanto non sono punibili, circostanza alla quale il libro più volte accenna.

Dunque, quello di Jole Garuti è un libro che parla – con uno stile originale – di legalità e giustizia. Cosa che oggi in termini credibili non è facile fare, soprattutto quando ci si rivolge a dei ragazzi.

Anche perché, purtroppo, gran parte della società subisce l’influenza di modelli negativi che, in quanto a rispetto delle regole, predicano bene e razzolano male.

Cattivi esempi che si autoassolvono con giustificazioni di comodo – “Così fan tutti; così va il mondo; tanto non cambia mai niente…”e si rifanno a “visioni” ispirate dalla constatazione che, spesso, nel nostro Paese, chi sbaglia non paga, soprattutto se conta o ha gli “agganci” giusti.

C’è uno scenario di fondo, in buona sostanza, che tende a far apparire come “sorpassato” e fuori moda” chi si ostina a parlare di legalità e di rispetto delle regole. C’è un clima che favorisce la rassegnazione e il disimpegno, potenti rampe di lancio per le tante furbizie, illegalità e ingiustizie che infestano l’Italia.

Dalla introduzione di Jole Garuti

Le mafie negli occhi dei ragazzi

 I giovani devono essere consapevoli delle difficoltà insite nel vivere in una società in cui il modello di vita predominante è l’aspirazione a essere e avere più degli altri, in cui prevale la convinzione che gli esseri umani siano non persone da rispettare ma strumenti utili per raggiungere i propri obiettivi disonesti. Risulta inoltre pericolosa la mentalità, affascinante, che privilegia il possesso di oggetti costosi e di moda ad attività culturali e lavorative impegnative e faticose. La scelta o l’accettazione di amicizie sbagliate favorisce ovviamente la partecipazione ad attività illegali e talvolta criminose.

Accanto a coloro che si trovano coinvolti in attività illegali o criminali sono descritte persone che hanno fiducia nelle istituzioni, rispettano le leggi e riescono con intelligenza e coraggio a sfuggire all’arroganza e alla violenza.

Soltanto la riflessione approfondita e la discussione aperta su fatti e vicende della società in cui viviamo possono far crescere nei giovani la consapevolezza dei propri diritti e doveri e la disponibilità a opporsi alle violenze.

Bio | Jole Garuti

Nata a Sanremo, si è laureata a Torino in storia moderna con Franco Venturi e si è poi trasferita a Milano, dove ha insegnato per molti anni letteratura e storia. Si è impegnata nel volontariato, diventando dal 1992 al 1996 presidente del Circolo Società Civile di Milano, poi dal 1995 al 2005 referente di LIBERA –Associazioni, nomi e numeri contro le mafie per la Lombardia e in particolare per l’Educazione alla legalità. Attualmente è membro del Collegio dei Garanti di Libera.

Nel 2004 ha ricevuto dal Comune di Milano “l’Ambrogino”, attestato di benemerenza civica, perché “la sua opera rende presente un modello educativo coraggioso che addita ai giovani un più alto senso della convivenza civile”

Dal 2006 è Direttrice del Centro Studi e Documentazione Saveria Antiochia Osservatorio antimafia www.centrostudisao.org

Saveria Antiochia è la mamma di Roberto Antiochia, il poliziotto ucciso dalla mafia a Palermo nel 1985 mentre faceva volontariamente da scorta – aveva interrotto per questo le ferie – al Commissario Ninni Cassarà. Aveva 23 anni ed era pieno di ideali luminosi.

Nel 2009 ha ricevuto dal Consiglio Regionale della Lombardia laMedaglia d’oro al valor civile “per il costante impegno nell’affermazione dei valori della legalità, con cui formare soprattutto le giovani generazioni”

 

Pubblicazioni

  • Jole Garuti, In nome del figlio. Saveria Antiochia, Una madre contro la mafia, prefazione di Don Ciotti, Melampo 2017
  • VV, Il piacere della legalità, (a cura di J. Garuti. G. Falabrino, M.G. Mazzocchi, introduzione di J. Garuti), Scheiwiller, Milano 2002;
  • Circolo Societa’ Civile, Mafia/Mafie: che fare? (a cura e con introduzione di J. Garuti), Franco Angeli, Milano 1994.

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