Riflessioni in pillole Rubriche

I ragazzi di via Ritiro: Vocazioni

Napoli, 4 Luglio – Non sempre le vocazioni sono accettate e condivise, in particolare se non rientrano nei piani che i genitori hanno per i figli. La vocazione religiosa in particolare, a prescindere dalla fede di appartenenza, è quella che più crea contrasti soprattutto nel mondo moderno dove la religiosità, occupa un posto sempre più marginale nella vita delle persone.

I genitori di via Ritiro vedevano il futuro dei loro figli, soprattutto delle donne, con il matrimonio e prole, vederli consacrati a Dio non era proprio nelle loro corde.

La vocazione di cui sto per parlarvi, fu messa a dura prova, ma la fede si sa, quando è solida non andrà mai persa.

Carmela si era diplomata maestra d’asilo ed aveva iniziato ad insegnare nella scuola delle suore del Buon Consiglio, di via Ritiro. La sua vita trascorreva tra i suoi giovanissimi alunni e il convento e la cosa non lasciava presagire “nulla di buono”. I suoi genitori preoccupati, la spingevano ad uscire con le amiche piuttosto che restare sempre rintanata in quel convento. Per accontentarli qualche volta lo faceva ma durava poco, la sua vita nella sostanza era già quella monastica, anche se all’improvviso la situazione si ribaltò. A volte sembra che il Signore, per chi è credente ovviamente, metta alla prova.

Un giorno sul pullman incontrò un bellissimo ragazzo, si innamorarono e si fidanzarono.  Carmela ora trascorreva la sua vita tra scuola, convento e Antonio che molte volte restava per ore ad aspettarla, intrattenendosi con i suoi genitori, mentre lei si occupava di qualcosa in convento.

Gli anni passavano, i genitori le comprarono la casa e il matrimonio era ormai alle porte. Antonio si era ormai rassegnato a questa sorta di vocazione della sua fidanzata, sperava che con il matrimonio, dovendosi occupare della sua famiglia le cose sarebbero cambiate, purtroppo per lui, non fu così.

Carmela presa da un forte conflitto interiore, si affidò a Dio e attraverso la preghiera, gli chiese di illuminare la sua mente, realizzò così che la sua vera vocazione era quella monastica e decise di lasciare Antonio, che cadde in un profondo sconforto.

Eccetto la madre che seppur dispiaciuta, desiderava solo che la sua unica figlia, fosse felice, il resto della famiglia, la ostacolò in tutti i modi possibili. La cosa andò avanti per un po’ finché esasperata mollò tutto e si rifugiò nella Casa Madre di Casoria, in provincia di Napoli, delle Suore Catechistiche del Sacro Cuore, per seguire quello che il suo cuore le diceva da tempo, diventare la sposa di Gesù, era settembre del 1988.

Il padre non accettò mai questa sua scelta, e fino alla fine la invitò a ritornare a casa.

Carmela, oggi suor Maria Carmen, vive ancora oggi, a distanza di anni, la sua vocazione con amore e dedizione.

 Dopo aver trascorso i primi 5 mesi a Casoria, andò a Roma alla Casa Generalizia di Formazione per il Noviziato dove stette per 2 anni, nel 1991 fece la sua professione di fede. Nel 2000 i voti perpetui. Dal 2014 è Madre Superiora ad Assisi, dove insegna ancora ai bambini della scuola materna. In tutti questi anni ha realizzato anche un suo sogno, andare in missione.

Alla mia amica di via Ritiro, ho chiesto se ha mai avuto dei dubbi, se si è mai pentita della sua scelta, mi ha risposto di no.

Credo che ognuno di noi sia nato con una vocazione precisa che funge da fulcro e che tutto il resto ruoti intorno ad essa e come suor Maria Carmen ci insegna, quando si ha il coraggio di fare la scelta giusta, non esiste cedimento, non esiste pentimento, quella vocazione è la tua e la vivi fino all’ultimo respiro.

 

 

 

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