Riflessioni in pillole Rubriche

Si può colmare un vuoto?

Napoli, 20 Luglio – Parpoletta, una meravigliosa pappagallina, con la sua intelligenza e il suo amore, conquista i cuori di Elvira e Meteo e li rende genitori. Questa bellissima storia è la prova vivente che, dove c’è amore, c’è famiglia e che infinite volte un animale può colmare un vuoto, può riempire una vita.

                                                        La pappagallina Parpoletta

C’ERA UNA VOLTA nella terra d’Abruzzo, un’anima che vagava alla ricerca di una famiglia, purtroppo in quel periodo nessuna donna era prossima al parto. Lei che era un’anima bizzarra, decise che avrebbe risolto la cosa a modo suo, con un po’ di follia. Erano giorni che gironzolava intorno a quell’allevamento e quegli uccellini erano davvero meravigliosi, quelle piume colorate e

Dipinto di Gino Rodella

morbide, le ricordavano una soffice e variopinta coperta che possedeva quando era un’umana. Tutto sommato non le dispiaceva iniziare la sua nuova vita, nelle vesti di una stupenda e civettuola pappagallina. L’8 aprile 2019, s’intrufolò in uno di quei piccoli corpicini. Non era piacevole stare così alle strette, ma almeno non avrebbe più fatto spaventare nessuno, c’erano persone che avvertivano la sua presenza e scappavano a gambe levate credendo che fosse un fantasma. Purtroppo non capivano che lei non era un fantasma, ma solamente sé stessa, senza un corpo che la rendesse visibile.

Erano trascorse poche ore da quando aveva iniziato a vivere questa stravagante esperienza, quando una coppia, non più giovanissima, si avvicinò alla gabbietta dove era rinchiusa. Sbirciavano curiosi e attenti. Quei due umani le piacevano, doveva convincerli a scegliere lei. Iniziò a fare la svenevole, si lanciò in un volo rocambolesco, ahimè finito male poiché non sapeva ancora usare quel nuovo strumento, le ali. Goffamente cercò di riprendere una posizione dignitosa, i due coniugi, ridevano divertiti.

“Vogliamo lei”, disse l’uomo puntando il dito nella sua direzione. La piccola dalla contentezza si ritrovò a cinguettare. Era così strano essere un volatile.

Felici presero con grazia la scatolina con i fori dove l’allevatore l’aveva posta e si misero in viaggio. La pappagallina era all’oscuro della destinazione, ma poco importava, finalmente non era più sola.

“È davvero bellissima”, vero amore? La donna estasiata non stava più nella pelle.

Il marito annuiva, mentre guidava cautamente per impedire che il nuovo membro della famiglia potesse essere sballottata a destra e a manca.

La pappagallina era curiosissima e li osservava attentamente, quell’uomo doveva amare molto sua moglie, la guardava come si fa con una bimba, con protezione e tenerezza. Sarebbe stato di sicuro un buon padre per lei.

“Elvira, inizia a pensare ad un nome da darle”.

“È talmente tenera che la chiamerei Parpoletta”.

“Mi piace, d’altronde è una Purple”.

“Ti piace Parpoletta, piccina?”. La donna aveva leggermente aperto la scatola, sfiorandole il becco. La pappagallina aprì la bocca per asserire, ma incautamente la morsicò.

“Piccoletta non si fa”, disse la donna.

“Dobbiamo insegnarle tante cose caro”.

“E lo faremo”, aggiunse l’uomo mentre arrestava l’auto.

Dipinto di Gino Rodella

Entrati in casa, Parpoletta fu liberata dalla scatola, non ci volle molto per sentirsi a suo agio e in perfetta sintonia con i nuovi genitori. Trascorreva tanto tempo con la sua mamma, sembrava che parlassero lo stesso linguaggio.

Meteo, il papà, quando tornava dal lavoro, le insegnava a volare. La piccolina amava essere al centro dell’attenzione, ad ogni avanzamento aspettava lodi e applausi. Ogni volta che le dicevano: “Bravaaa”, li ringraziava facendo dei versetti.

La mamma quando voleva che si poggiasse sulla sua spalla, faceva un gesto con la mano. Era fortunata Parpoletta perché volava libera per casa quasi tutto il tempo, unicamente quando i suoi genitori uscivano, veniva messa nella gabbietta. Era sempre una faticaccia riuscire a farla entrare, faceva i capricci, ma una volta entrata, si appoggiava sull’altalena e si dondolava tranquilla.

La sera, quando i suoi genitori guardavano la tv, si poneva sul tetto della gabbietta, come se fosse un loggione, lo faceva con una tale grazia che Elvira ammirandola, diceva a suo marito: “La nostra bimba è proprio un’aristocratica!”.

La notte dormiva sul lampadario della loro camera, tutte le sere Meteo la prendeva e la poneva delicatamente sull’asta. A volte capitava che si attardasse al computer, lei volava da lui e in qualche modo lo incitava ad alzarsi e a portarla a dormire. Non sembrava affatto un animale, ma un vero essere umano.

La mattina quando si svegliava, volava sul dorso della mano della mamma e andavano in cucina e fare colazione. Mentre lei preparava, la piccola iniziava a cinguettare con i suoi parenti, due pappagallini inseparabili meno fortunati di lei, che vivevano in una gabbia sul balcone. A pranzo si appoggiava sulla spalliera della sedia e mangiava i suoi semi. Spesso accadeva una cosa incredibile, col becco poggiava i semini sulle mani dei suoi genitori, voleva dar loro da mangiare.

Molte volte la sera volava dal suo papà nello studio. Quando Meteo ascoltava la musica, Parpoletta come la più famosa delle cantanti, iniziava a canticchiare. Spesso s’incantava a guardare dei video sui pappagallini della sua specie.

Meteo a volte si addormentava sul divano, lei si poneva sul suo torace e dormiva con lui. Era una grande emozione per Elvira guardali, la sua famiglia era tutta lì, su quel divano.

Da quando aveva lei non sentiva più la mancanza di un bimbo, Parpoletta era la sua bambina a tutti gli effetti e gliene diede prova fino alla fine.

Un giorno, il suo povero suocero essendo molto grave, fu portato in ospedale. Meteo restò con lui tutta la notte, era la prima volta da quando erano sposati che Elvira trascorreva una notte da sola. Parpoletta non ne voleva sapere di andare sul lampadario, aspettava Meteo. Dopo tanti tentativi, Elvira ci riuscì e poté finalmente andare a dormire. La mattina nel voltarsi la trovò sul cuscino accanto a lei. Si spaventò tantissimo, soprattutto perché avrebbe potuto schiacciarla nel sonno. La piccola la guardava ed era come se volesse dirle: “Non preoccuparti, non sei sola, ci sono io con te, ti proteggo io”. Fu una grande emozione.

Tempo dopo a Elvira venne una tendinite, Meteo la sera, le applicava della pomata sul braccio, per alleviarle il dolore. Una sera però, se ne dimenticò.

Parpoletta indispettita prima si appoggiò sull’astuccio della pomata, poi andò a beccargli il lobo dell’orecchio, come a volergli dire, che aveva dimenticato di mettere la pomata alla sua mamma.

Restarono entrambi a bocca aperta.

Erano felici Elvira, Meteo e Parpoletta, della loro vita insieme, ma troppo spesso, le cose belle finiscono e anche alla svelta.

Una sera Meteo uscì a fumare sul balcone della cucina, Parpoletta seguiva la scena nei pressi della finestra. Quella sera infelice, Meteo non la vide, aprì velocemente per rientrare, la povera piccola fu colpita in pieno e morì sul colpo.

Elvira sentì le urla del marito e accorse, la loro bimba era a terra con le zampine e le ali serrate.

Finiva così una grande storia d’amore e fiducia tra una pappagallina meravigliosa e i suoi genitori adottivi.

Una pappagallina speciale era venuta al mondo e nella sua pur breve esistenza, aveva regalato tanto amore a Meteo e Elvira e colmato il vuoto di una mancata genitorialità. Si può essere famiglia in tanti modi. Dove c’è amore, c’è sempre famiglia.

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