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Casamarciano, II appuntamento culturale di “Scenari Solidali”:Teatro Claet in “I giusti al tempo del male”

“I giusti al tempo del male” : di Svetlana Broz per la regia di Diego Ciarloni.

 

Casamarciano, 20 Luglio – Era stata la musica, ad aprire la X edizione del festival “Scenari Casamarciano” “Scenari Solidali”. Il sipario si è alzato, venerdì 17 luglio.  Platea all’aperto nello spazio del complesso Badiale di Santa Maria del Plesco. Una cornice spettacolare di carattere storico già per essa spettacolo!

L’iniziativa è promossa dall’amministrazione comunale, dal Sindaco Andrea Manzi che, per la X edizione, ha dato all’evento una connotazione assolutamente nuova ispirata a intenti del sociale e alla solidarietà. Un festival nuovo, consenso per l’iniziativa; straordinario ma soprattutto un tributo a dieci anni di questa importante iniziativa culturale. Sul palcoscenico è stata proposta una serie di storie teatrali, quattro esempi di vita; si è parlato in materia di Storia; la sua parte peggiore, quella che è il buio dell’umanità dove perdono tutti. 

Storie di conflitti bellici dove domina incontrastata la sanguinosa crudeltà e qualche volta, raramente, la solidarietà che non ti aspetti da chi dovrebbe esser il nemico. Si tratta di un ritorno, alla manifestazione di Casamarciano, di un gruppo teatrale proveniente da Ancona, dopo ben otto anni, del teatro Claet con la proposizione “I giusti al tempo del male” di Svetlana Broz per la regia di Diego Ciarloni. Il C.L.A.E.T. è una sigla che sta per Centro e lettura e attività Espressive tetrali nasce nel1987 per iniziativa di Andrea Pavani e Pierpaolo Renzi.  

A presentare la serata è stata la giornalista Autila Napolitano.  Sulla scena, nel suo buio scenico, sono state disposte solo due maschere in formato gigante, bianche di colore rigorosamente; in effetti, una sorta di poltrone girevoli, dove gli attori si ritrovano nella loro esibizione narrativa degli eventi.  Queste maschere, già di se, pare che raccontino tutto un mondo; occhi invisibili che scrutano l’animo, pare che sì guardino misteriosamente quando la luce fioca debolmente le illumina! Sul palcoscenico, oltre lo stesso regista, altri due attori: Simona Paolella, Angela Ursi.

Una rappresentazione, interessante, che prova a raccontare la guerra, in particolare, quella accaduta nell’ex Jugoslavia “1991 2001”; il testo teatrale è con riferimento ad un libro di Svetlana Broz che ha lo stesso titolo “I giusti al tempo del male” e sottotitolo “testimonianze dal conflitto bosniaco”. L’autrice ha documentato, nel suo lavoro di cronista, alcune formidabili storie, incredibili! Ha utilizzato, non mezzi sofisticati tecnologicamente parlando, ma un semplice registratore!  

Si legge in una nota informativa dello stesso Regista: “Nei primi anni Novanta nessuno in Jugoslavia immaginava cosa sarebbe successo. Nelle città e nelle campagne, la gente viveva una vita normale, non molto diversa che nel resto d’Europa, così come qui da noi (distanti appena 30 minuti di volo). Ma il male arrivò presto, come una tempesta terribile, e sconvolse la vita di tutti e nulla fu più come prima. In pochi lo videro annunciarsi nella montante propaganda nazionalista, nel repentino ricambio dei quadri dirigenziali di fabbriche e organizzazioni, nei primi screzi diplomatici fra regioni e gruppi etnici. La maggior parte della gente comune vi si trovò catapultata, come in un brutto sogno da cui, ormai, non era più possibile svegliarsi.

 Chi fu responsabile di tutto questo? Delle distruzioni, dei saccheggi, della violenza più atroce, degli stupri e delle torture, della fame, del freddo, delle umiliazioni? All’improvviso accadde, fu la notte della ragione, il ritorno ad Auschwitz, la morte di Dio e la morte dell’Uomo. Come fu possibile? Come poté accadere così vicino a tutti noi? Di fronte alla tragedia della guerra, Svetlana Broz (nipote del maresciallo Tito) però vuole parlarci di speranza, dei giusti nel tempo del male, di tutte quelle persone, donne, uomini, ragazzi, che seppero dire no nel momento in cui questo era più difficile e scomodo, a costo della propria stessa vita. Gente comune con un cuore straordinario, eroi veri di una storia vera. Grazie alle testimonianze di questo testo ci saranno d’esempio, indicando la strada, come luci nella notte del dolore”.

Antonio Romano

 

 

 

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