Attualita'

I migliori insegnanti

Napoli, 6 Ottobre – Il treno del rientro è pienissimo; tuttavia, sono astutamente riuscito a trovare un sedile libero ove accomodarmi, considerato che occorre un’oretta per raggiungere casa (e mi tocca anche far scalo a Campi Flegrei, dato che il convoglio viene da Castellammare!).

Stranamente, la situazione a bordo è piuttosto tranquilla, anche perché la giornata di “fatic’” – così i Napoletani definiscono il lavoro – fa passare la voglia di schiamazzare a mo’ di oche, come si è avvezzi a fare, invece, al mattino.

Cionondimeno, riesco a percepire l’oggetto di una conversazione intercorrente tra due donne ben distinte, entrambe con bustoni al séguito e sneakers ben pulite al piede: erano concentrate a calcolare gli anni di contributi previdenziali medio tempore maturati, auspicando di esser collocate a riposo il prima possibile. Dopotutto…lo meritano, avendo lavorato onestamente!

In pochi secondi…mi balza nella mente un episodio risalente a ieri (stessa ora, beninteso): i protagonisti sono tre insegnanti di scuola, i quali manifestavano apertamente il desiderio d’andare in pensione, asserendo di non farcela più.

Quest’oggi, come noto, ricorre la Giornata Mondiale del Docente, ma ritengo doveroso ribadire che, ahi noi, molti Concittadini perseverano nel vedere l’insegnamento come un “posto fisso”, senza riuscire a comprendere il ruolo fondamentale che la Costituzione gli attribuisce. In termini più semplici, il più delle volte si anela non tanto a trasmettere ai propri discepoli la cultura e gli ideali acquisiti durante il proprio percorso scolastico ed accademico, bensì a ficcarsi in tasca il vile danaro: una mentalità del genere, carissimi Lettori, infanga ragguardevolmente l’onore ed il prestigio della docenza!

L’attaccamento a “Mammòna” (divinità Fenicia delle cose materiali) emerge palesemente da tiritere pressoché estenuanti che tuttora continuano a fischiarmi nelle orecchie: qualcheduno, dopo esser stato assunto nelle fila del personale docente, si duole della presunta esiguità di una paga, invece, dignitosa, almeno per ciò che attiene al carico di lavoro (il discorso muta, purtroppo, sotto l’aspetto qualitativo, che andrebbe interessato da una specifica riforma).

Mi è tanto caro un personaggio del romanzo “Testimone Inconsapevole” (capolavoro di Gianrico Carofiglio), tale Abdou Thiam, di professione venditore ambulante, il quale viene additato come un feroce assassino soltanto perché…“nero”: egli, in realtà, è un ex-insegnante di scuola primaria, amante dei fanciulli, fuggito dal suo amato paese per scampare alla miseria. Alla vera miseria!

Penso sempre a chi, suo malgrado, è costretto ad abbandonare l’insegnamento nella propria terra per cercar fortuna dalle nostre parti, magari facendo mestieri umilianti e faticosi: pianger miseria, cari Lettori, è un’offesa a queste persone, le quali, invece, hanno tanto da insegnare ad un popolo d’insensibili come noi.

Mettiamo, dunque, in pratica le lezioni che essi ci impartiscono!

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