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Somma Vesuviana, continua a stupire il sito archeologico: oltre alla villa di Augusto potrebbe esserci anche un quartiere termale di epoca augustea

A Somma Vesuviana rinvenuta terme di epoca augustea. Serviva a riscaldare ambienti importanti.

Somma Vesuviana, 30 Aprile – “Abbiamo trovato un deposito di anfore che sono degli anni in cui Augusto viveva e al di sotto di questo deposito ci sono i segni di ambienti ipogei, dunque dei sotterranei, nei quali potevano essere allocati i servizi e uno di questi servizi potrebbe essere ricondotto alla presenza di una terma, di epoca augustea, che serviva ad alimentare energia probabilmente per un quartiere termale certamente non pubblico ma sicuramente privato e allora è chiaro che il sogno di Augusto ricompare. La fornace scoperta con il rinvenimento di carbone analizzato dall’Università di Tokyo testimonia la presenza di un importante sistema di riscaldamento degli ambienti. Un sistema che dunque doveva riscaldare una villa importante, un sito importante. Siamo in un territorio che ha valenze magiche.

Questa è la terra di Dioniso, la terra del Vesuvio, dove si produceva un vino eccezionale che da questa terra giungeva nel Mondo Antico, fino in India. Leggendo di attestazioni archeologiche, senza il rinvenimento del sito archeologico di Somma Vesuviana, senza la Villa di Somma, eravamo convinti che dopo l’eruzione del 79 d.C. ci fosse stata una stasi lunga, profonda, per la produzione del vino. Invece lo scavo di Somma ha dimostrato che il vino si è sempre prodotto. Dunque un territorio fertile dalle grandi potenzialità. E’ chiaro che un territorio del genere, sotto la Montagna, acquistava agli occhi di Augusto l’essenza del magico. Qui, su questo territorio, c’era la villa dei genitori di Augusto e Augusto ha voluto morire in questo territorio”. Lo ha annunciato l’archeologo Antonio De Simone dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Non c’è alcun dubbio sull’epoca di Augusto. Venuto alla luce un deposito di anfore di epoca augustea e sotto sono stati trovati ambienti ipogei, una terma che serviva a riscaldare importanti ambienti. Gli indizi spingono a pensare che esista un quartiere termale di epoca augustea.

“Augusto stanco, vecchio, lasciò la politica e poteva decidere di andare nella sua villa a Posillipo o a Capri ed invece ha preferito ritirarsi qui, in questa zona. Gli ultimi rinvenimenti venuti alla luce a Somma Vesuviana, che attestano questa prospettiva di ricerca testimoniano la fase augustea della Villa portata alla luce. C’è questa realtà di carattere cronologico che rimanda ad una presenza storica che è molto importante. Noi abbiamo portato alla luce il deposito delle anfore e abbiamo ritrovato, al di sotto del deposito, una zona che ha a che fare con la produzione di energia. Una terma per funzionare ha bisogno di acqua calda – ha continuato De Simone – l’acqua si riscalda attraverso dei forni e noi abbiamo ritrovato delle strutture che sicuramente avranno legami con il fuoco perchè abbiamo trovato il carbone, legno bruciato che probabilmente serviva per l’alimentazione di energia in un probabile, grande quartiere termale che potrebbe esserci. Tutti gli indizi ci spingono in questa direzione”.

Scoperte straordinarie!

Quando abbiamo deciso di iniziare lo scavo, a Somma Vesuviana, è perchè si favoreggiava sulla villa dove sarebbe morto Augusto. Per due decenni, lo scavo aveva dato risultati diversi ma non meno interessanti. E’ venuta alla luce una villa costruita circa 200 anni dopo la morte di Augusto testimoniando però la continuità di vita su questo territorio – ha proseguito l’archeologo De Simone – e ristabiliva la grande importanza che questa Villa ha come testimonianza del passaggio dal Mondo Antico, al Mondo Tardo – Antico e a quello Medievale. Negli ultimi due anni, però, sono incominciati a venire alla luce tanti segnali estremamente interessanti. Io ho coltivato sempre la speranza che ci fosse una fase più antica. L’evidenza archgeologica che è venuta a rivelarsi, piano, piano, in due anni di lavoro silenzioso, è che la Villa costruita sul finire del II sec. d.C. ha un precedente in una villa che è stata forse abbandonata, o dismessa, o smontata e comunque scomparsa dalla vita a causa dell’eruzione del 79 d.C. e quindi è ritornata in gioco, in modo prepotente, l’esistenza della Villa Augustea. Tutti gli indizi ci dicono che il sito che si trova sotto alla Villa risalente alla fine del II sec. d.C. ci confermano l’epoca augustea, la presenza di una villa abitata da un personaggio molto importante e certamente dotato di particolari mezzi. Tutto quanto è stato trovato, in questi ultimi mesi, va nella stessa direzione, come ad esempio la presenza di una terma privata. Bisogna proseguire lo scavo, perchè i risultati ottenuti dalla missione sotto la guida dell’Università di Tokyo, sono davvero importanti. Bene ha fatto l’Università giapponese a dare vita ad una comunicazione scientifica che sta avendo eco mondiale”.

In superficie l’epoca del dopo 79 d.C. e in profondità l’epoca augustea. Un sito di grande valenza, quello che sta emergendo sempre più a Somma Vesuviana,a 18 Km da Napoli. E’ il sito che testimonia il passaggio del tempo. “La Villa appare di fatto come una testimonianza vivace del passato, dei secoli in evo antico, perchè la Villa pre 79 è una villa che è stata certamente intaccata dall’eruzione del Vesuvio, ma su questa villa più antica si costruisce la villa che è in superfice. Questa villa in superfice sfida tutti i secoli dell’evo antico. Ci sarà una successiva eruzione, quella del 472 d.C. che comporterà il seppellimento della villa. Dunque questo sito è testimone del passaggio del tempo. Ma il 472 d.C. è il periodo in cui l’Impero Romano, anche formalmente scompare per cedere il posto a quello che è il Mondo post Antico e Alto Medioevale. Quindi siamo dinanzi alla testimonianza di un fecondo rapporto – ha affermato Antonio De Simone – anche se distruttivo, nell’ambiente naturale tra il territorio e il Vesuvio che di tanto in tanto si risveglia. Dunque abbiamo saputo che questi territori non sono stati mai abbandonati dalla frequentazione umana. L’eccezionalità di questo rinvenimento è anche che capita in un territorio favoloso. Un territorio che secondo me attende di essere risvegliato in termini di valorizzazione turistico – culturale. Lo scavo della Villa di Somma Vesuviana, non avviene nel deserto, ma in un territorio dove noi abbiamo attestazioni culturali di diversissimo tipo, soprattutto culturali perchè legate a diverse cronologie. Abbiamo ad esempio il Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo, nel cui sottosuolo c’è questo palinsesto di pittura che inizia nell’XI secolo e giunge fino a tutto il XVII secolo con testimonianze eccezionali.

Abbiamo il Castello di Lucrezia D’Alagno, abbiamo il grande comparto di Castello nella zona di Montagna, sul Monte Somma. Abbiamo una testimonianza unica al mondo che è il Centro Storico, il Casamale. Credo che il Casamale sia l’unico caso di Terra Murata intatta di epoca Aragonese, un borgo fortificato di epoca aragonese, forse unico esempio di epoca aragonese che abbiamo nella sua integralità. Abbiamo un territorio che magicamente continua ad essere l’attore principale di uan serie di eventi legati al mondo della cultura, perchè sono attestazioni focloriche di particolare importanza. Mi piace ricordare ad esempio la Processione degli Incappucciati del Venerdì Santo, la Festa dei Fuochi sul Monte Somma con la consegna della perteca alla donna amata, la Festa delle Lucerne che è assolutamente unica al mondo. Tutto questo è in un contesto territoriale che produceva e produce ancora oggi uno dei migliori vini al mondo, in un territorio che per una serie di eventi storici, contigenti e curiosi è una delle capitali gastronomiche mondiali ad esempio per il baccalà e stoccafisso. Ci sono tutti gli elementi per uno sviluppo turistico del territorio”.

Un’occasione davvero irripetibile con il vantaggio che si scava su un suolo di proprietà dello Stato e del Comune. E’ una grande opportunità. La missione archeologica, sotto la guida dell’Università di Tokyo, sta dando risultati importanti. Il Comune, nello specifico l’Amministrazione guidata dal sindaco Salvatore Di Sarno con l’acquisizione dei terreni, avvenuta qualche anno fa, ha contribuito in modo determinante a tale successo. Ora è fondamentale proseguire perchè tutti gli indizi vanno nella stessa direzione. Lì sotto c’è l’epoca augustea – ha affermato De Simone – con una villa e un quartiere termale di epoca augustea sicuramente appartenuti ad un personaggio molto importante”.

E l’Università di Tokyo che sta guidando lo scavo è molto chiara.

Gli indizi vanno nella stessa direzione. A Somma Vesuviana ci sarebbe la Villa dell’Imperatore Augusto – ha affermato Aoyagi Masanori dell’Università di Tokyo che sta guidando la missione archeologica – anche perchè abbiamo trovato parte di quella che sembrerebbe essere una grande struttura. Si tratta di una stanza dove veniva utilizzata una fornace che serviva, con ogni probabilità a riscaldare un bagno termale privato. In questo momento le probabilità che si possa trattare della Villa dell’Imperatore Augusto sono molto alte”.

In prima linea l’Amministrazione Comunale. Possibile la nascita di una Fondazione che possa gestire e valorizzare il Patrimonio Culturale di Somma Vesuviana.

“Somma potrebbe entrare, tranquillamente, nel circuito turistico di prima fascia. Noi abbiamo sempre creduto nello scavo ed abbiamo sempre aiutato la missione affinchè ci fosse la più ampia perimetrazione dell’area di scavo. Contiamo di arrivare, finalmente a una Fondazione ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana – utilizzando le agevolazioni statali per la valorizzazione del Patrimonio Culturale. L’obiettivo è anche di attirare capitali privati per valorizzare un vero museo a cielo aperto che un giorno potrà essere Patrimonio Unesco. Il Patrimonio culturale di questo territorio è patrimonio di tutti”.

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