Riflessioni in pillole Rubriche

Chi nasce tunno nun po’ murì quadrato…

Napoli, 24 Ottobre – Molti ambiscono alla ricchezza, io da sempre ho ambito alla saggezza. Ricopiavo sul diario scolastico frasi celebri e negli spazi che avanzavano scrivevo i compiti assegnati, ero così fiera della mia raccolta e molte volte quando mi annoiavo ad ascoltare i professori, mi perdevo in quelle frasi e cercavo di coglierne un significato diverso da quello già noto. Mi chiedevo come potevo utilizzare quella saggezza nella mia vita o, meglio, come la mia vita poteva diventare migliore grazie ad essa.

Devo dire che molti proverbi, massime o detti popolari l’hanno davvero plasmata, altri hanno stimolato la mia curiosità, tra essi ce n’è uno che mi fa riflettere da sempre: “Chi nasce tunno nun po’ murì quadrato”, ossia “Chi nasce rotondo non può morire quadrato”.

Questo proverbio viene usato soprattutto per enfatizzare che non si cambia mai veramente e che, il più delle volte, le persone fingono un cambiamento solo per ingannare gli altri che si ritroveranno prima o poi a scontrarsi con la dura realtà ossia che, come si nasce così si muore.

Sarà così? In verità ho sempre creduto che si possa cambiare, migliorare e mitigare difetti e atteggiamenti però è anche vero che mi sono scontrata con apparenti cambiamenti, questo contrasto ha creato e mi crea tutt’ora una sorta di confusione. Ho cercato allora di verificare questa affermazione e capire se da rotonda potrò mai diventare quadrata. Su molte cose sono davvero cambiata, da giovane ad esempio ero l’impazienza fatta persona e avrei messo la mano sul fuoco che così sarebbe stato per sempre, invece, mi sono ritrovata negli anni ad affrontare persone e situazioni con una pazienza davvero impensabile. E allora mi sono detta, il proverbio ha torto.

Analizzando a fondo però, mi sono resa conto che istintivamente sono tutt’ora impaziente, e che il cambiamento volente o nolente te lo impone la vita la cui unica meta è la sopravvivenza ed in virtù di ciò ti plasma, ti spinge a evoluzioni così come le giraffe che avendo finito le foglie basse degli alberi iniziarono ad allungare il collo per raggiungere quelle in alto. Nonostante questa mia introspezione non sono ancora in grado di dare una risposta e quindi mi riserverò di rifletterci ancora.

A conclusione, seppure parziale di questa mia riflessione, vi lascio con un ricordo e un sorriso constatando la bellezza e la complessità della vita che incanta e a volte incatena. Come scritto nella premessa, in giovane età, quando è naturale pensare o, meglio, non pensare e concentrarsi sul divertimento, io cercavo risposte alle innumerevoli domande esistenziali e le mie conversazioni peccavano in leggerezza, ero davvero molto pesante e “asfissiavo” i miei amici. Devo dire che sono stati davvero bravi a sopportarmi.

Uno di loro, quello un po’ più discolo, si sorbiva spesso le mie ramanzine e dopo avermi ascoltato a volte per ore, ridendo diceva: “Chi nasce tunno nun po’ murì quadrato” la gente non cambia non ti illudere, vedrai ci ritroveremo anziani e tu sarai ancora lì a dispensare buoni consigli ed io camminerò per strada magari col bastone, ma mi girerò ancora a guardare le belle ragazze. Devo dire che non siamo proprio anziani ma in effetti io continuo a dispensare consigli e lui a guardare le belle ragazze, anche se non ha ancora il bastone. Vuoi vedere che aveva ragione lui?

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