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Violenza sulle donne, 89 al giorno le donne vittime di reati di genere in Italia. Nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti in famiglia

Napoli, 23 Novembre – “Poche donne denunciano, ma siamo riusciti nel tempo a migliorare la situazione. Il profilo culturale incide pesantemente. Dobbiamo aiutare le donne a difendersi, dobbiamo accompagnarle in questo percorso e per far questo bisogna operare in sinergia”. Lo ha detto il capo del Dipartimento anticrimine (Dac) della polizia, prefetto Francesco Messina, alla presentazione a Catania della campagna “Quest’anno è amore” alla quale prendono parte, tra gli altri, la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il capo della polizia, Lamberto Giannini. “Tutti gli attori della sicurezza, privati e pubblici, in questo ambito – ha aggiunto Messina – devono lavorare insieme. Non solo le forze dell’ordine, la magistratura, gli avvocati, i centri anti violenza, i medici, la formazione : tutti insieme per raggiungere il risultato di battere il fenomeno e poi pensare ad una sua eradicazione”.

Sono 89 al giorno le donne vittime di reati di genere in Italia, e nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti in famiglia. Nell’andamento degli omicidi di donne rispetto agli omicidi in genere è stato registrata una leggera diminuzione: se nel periodo gennaio-agosto 2020 le donne vittime di femminicidio erano il 48% di tutte quelle uccise, nell’analogo periodo del 2021 l’indice scende al 41%. Nel 72% dei casi l’autore è il marito o l’ex marito; in 1 caso su 2 ha usato un’arma da taglio; il 70% delle vittime erano italiane. Sale il dato delle donne che lasciano figli piccoli: nel gennaio-agosto 2020 era del 25%, mentre nell’analogo periodo del 2021 del 31%; è del 40% con i dati rilevati prima della pubblicazione della brochure realizzata per l’iniziativa . Il tasso più alto di donne che si rivolgono alle forze dell’ordine per le richieste di ammonimento si registra nelle regioni del sud, in particolare in Sicilia. E proprio per questo, da Catania, città scossa nel recente passato da alcuni gravi episodi di femminicidio, sottolineano dalla polizia, “è necessario dire basta”

Il numero più alto di ammonimenti per atti persecutori nei confronti delle donne si registra al sud, quello degli ammonimenti per violenza domestica, invece,nelle regioni del nord Italia. Aumenta di poco il numero delle recidive nei casi di violenza domestica: i soggetti denunciati successivamente all’irrogazione dell’ammonimento passano dal 7%al 9%; diminuiscono sensibilmente invece le recidive per atti persecutori: dall’11% al 6%. Nel 49% dei casi i soggetti ammoniti, sia per stalking che per violenza domestica, vivono o hanno vissuto con la vittima.  Sul fronte della prevenzione nella violenza contro le donne il provvedimento maggiormente efficace  continua ad essere l’ammonimento del Questore.

Per il prefetto Francesco Messina “la sfida contro il femminicidio si gioca esclusivamente nel campo della prevenzione”. Si offre, però, anche una mano agli uomini maltrattanti, a coloro che agiscono violenza senza ancora sfociare in un reato più grave che richiede un intervento di polizia giudiziaria. La Polizia, grazie al protocollo Zeus, indica anche agli uomini un percorso utile per uscire dal ciclo della violenza, una strada per gestire la loro rabbia. In un periodo storico caratterizzato da emergenze che hanno segnato la storia di tutto il mondo, la Polizia ha adattato il suo approccio operativo attualizzandolo con nuovi strumenti tecnologici, come l’app You Pol, che tuttavia non sostituisce – per i casi gravi – la chiamata al Numero di Emergenza Unico Europeo “112” e/o 113, soprattutto nei casi di pericolo imminente. 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno, questo numero è sempre attivo, però You Pol può aiutare le vittime e i testimoni di atti di violenza domestica a chiedere aiuto.

Contro il femminicidio c’è “l’urgenza di procedere con norme nuove da portare avanti anche in sinergia con le altre amministrazioni che sono interessate” e ci “stiamo lavorando con gli altri ministri, Cartabia, Gelmini e Carfagna”. “Spero che il pacchetto di norme del ministero dell’Interno possa andare la settimana prossima in Consiglio dei ministri. Certamente c’è l’esigenza di una modifica del minimo delle peni edittali per potere poi procedere con strumenti di prevenzione maggiormente efficaci” ha dichiarato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. 

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