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VIGLIACCHERIA ED INNOCENZA: Considerazioni sulla scuola italiana in epoca attuale e sull’aggressione ad Enrico Morabito docente di Casavatore

Omaggio a Luigi Labruna

Napoli, 21 Febbraio – Questa mattina, durante il tragitto metropolitano verso gli Uffici Giudiziari (il lunedì, si sa, è giornata d’udienza quasi dappertutto!), ho letto in maniera approfondita l’articolo pubblicato sull’edizione partenopea di Repubblica a firma di Luigi (Gino) Labruna, che sono onorato di avere come amicus maior (anzi, è stato lui – insieme con il compianto Rolf Knütel – a farmi quasi da padre dal giorno in cui è venuto improvvisamente a mancare il mio amato papà), in cui vien palesato apertis verbis l’evidente dissesto in cui versa il sistema dell’istruzione nel nostro Paese.

In spregio a quanto dispone la Carta Costituzionale (leggasi l’art. 36 della Medesima), i docenti Italiani percepiscono uno stipendio del tutto sproporzionato alla “…quantità e qualità del lavoro prestato” (sebbene alcuni di essi, ohi noi, puntino sulla docenza solamente per assicurarsi un’entrata fissa): ciò rappresenta, senza ombra di dubbio, un problema da non sottovalutare, non dovendosi dimenticare che sono proprio costoro ad accompagnare i nostri figli e nipoti in quel percorso, oltremodo travagliato, verso una personalità pienamente sviluppata sotto ogni profilo.

Inoltre, contrariamente a quanto s’ode a cadenza quotidiana in quegli irritanti bla-bla-bla dei politici (mi riferisco, anzitutto, a diverse Amministrazioni Locali), si tende marcatamente a sottovalutare la necessità di finanziare adeguatamente le attività didattiche (tanto nel settore scolastico quanto in ambito accademico): girando per le scuole del Napoletano mi avvedo sempre più spesso che gli edifici sono alquanto fatiscenti, i fondi vengon sprecati per futilità per nulla costruttive, la riqualificazione di aule ed ambienti comuni è ancora un miraggio…insomma, un obbrobrio inaccettabile che costituisce una delle tante cause che inducono i ragazzi ad abbandonare anzitempo gli studi. Già, perché se li si demotiva…cadono in preda ad un profondo avvilimento senz’altro deleterio per lo sviluppo della nostra società.

Ciò che mi preoccupa ancor di più, tuttavia, è la mancanza di collaborazione fra le famiglie ed il personale scolastico: mi balza di nuovo in mente una celeberrima vignetta ove si pongono a confronto i genitori degli anni Sessanta con quelli d’oggi. Con riferimento al periodo attuale, la domanda “Cos’è questa nota?”, che campeggia in ambedue le parti della caricatura, viene rivolta, con sguardo bieco, dai genitori all’incolpevole docente, la quale avrebbe denigrato il loro dolce pargoletto rivolgendogli un biasimo per la cattiva condotta serbata (e, magari, per qualche colpo di fionda).

Intendo manifestare qui ed ora la mia profonda vicinanza e solidarietà al professor Enrico Morabito, aggredito barbaramente da coloro che, invece, avrebbero dovuto redarguire i figli per avergli mancato di rispetto.

La figura dell’insegnante, da me ritenuta sacra, merita maggior considerazione tanto da genitori ed alunni quanto da parte di dirigenti scolastici ed Istituzioni: non si trascuri che l’ambiente scolastico è la seconda formazione sociale in cui il fanciullo s’inserisce durante il suo iter di crescita, ragion per cui è dovere di noi zii (io non ho figli!), nonni e genitori impegnarsi affinché gli appartenenti alle generazioni future non si trovino a dover fare i conti con ogni sorta di catastrofe.

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