Politica

Strage via D’Amelio, il presidente del Consiglio a Palermo: “Sono qui oggi e sarò qui sempre quando c’è da combattere la mafia”

Palermo, 19 Luglio – Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recata questa mattina nella caserma Lungaro, a Palermo, prima tappa della giornata in ricordo del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta – uccisi dalla mafia – nel 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio. 

Dopo un saluto con il capo della polizia Vittorio Pisani, la premier ha avuto un incontro e un colloquio con Manfredi Borsellino, poliziotto e figlio del giudice Paolo. Quindi ha deposto una corona d’alloro per i caduti nelle stragi di mafia, fermandosi per un colloquio con i familiari. Meloni si è recata poi nella chiesa di San Domenico a Palermo per una breve visita alla tomba di Giovanni Falcone, poi si è spostata al cimitero di Santa Maria di Gesù, per rendere omaggio alla tomba della famiglia Borsellino.

“Ho cominciato a fare politica quando hanno ucciso Paolo Borsellino, a poche settimane dalle morte di Giovanni Falcone. E per me quell’esempio di uomini delle Istituzioni consapevoli dei rischi che corrono e ciò nonostante continuano a fare il loro lavoro, rimane uno degli elementi più simbolici di quello che mi ha spinto a fare politica e dove sono oggi” ha affermato il presidente del Consiglio incontrando i giornalisti in prefettura a Palermo, al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dalla premier e a cui hanno partecipato, tra gli altri, il prefetto Maria Teresa Cucinotta, il procuratore Maurizio de Lucia e i vertici delle forze dell’ordine.

“Il senso della presenza qui oggi non è solo memoria perché la memoria ha un senso e una ragione se si raccoglie quel testimone, per questo abbiamo anche partecipato al comitato sulla sicurezza con tutti gli attori che ogni giorno, non solo a Palermo, si occupano di contrasto alle organizzazioni criminali, di lotta alla mafia per capire cosa altro serva e cosa il governo possa e debba fare per aiutare questi inquirenti straordinari, le forze dell’ordine che in ultimi mi mesi hanno arrestato più 1300 persone, 29 latitanti assicurati alla giustizia. Un lavoro straordinario”.

“Quello che ho letto stamattina su alcuni quotidiani mi ha molto colpito. Una polemica intentata sul fatto che io avrei scelto di non partecipare alla tradizionale fiaccolata per paura di contestazioni per ragioni di ordine pubblico. È una notizia inventata ma, soprattutto, chi dovrebbe contestarmi esattamente? Solo la mafia potrebbe contestarmi” ha aggiunto il presidente del Consiglio, incontrando i giornalisti in prefettura. “Come si può contestare un governo che come primo atto ha messo in sicurezza il carcere ostativo, sotto la cui guida i risultati in termini di contrasto arrivano, che pochi giorni fa ha annunziato di voler fare un provvedimento per metter in sicurezza il concetto di criminalità organizzata perché c’è una sentenza della Corte di Cassazione che rischia di creare dei problemi enormi anche ai processi in corso. Non c’è stata nessuna forma di allentamento in tema di criminalità organizzata. Quindi se qualcuno vuole venire a contestarmi sono i mafiosi”.

La premier ha poi aggiunto: “Di una cosa sola sono certa, io sono una persona che si permette sempre di camminare sempre a testa alta, non scappo mai non sono mai scappata in tutta la mia vita, particolarmente non lo faccio quando si parla di mafia. Sono qui oggi e sarò qui sempre quando c’è da combattere la mafia, se qualcuno vuole fare polemica perché pensa che questo possa essere utile a combattere la mafia lo faccia. Continuo a fare il mio lavoro con le persone che in buona fede ce la mettono tutta per cercare di fare vincere lo Stato”. 

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