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SEMPLICEMENTE PERSONE

A Quarto per il convegno “Il fenomeno sociale e previdenziale dell’invalidità. Nuove prospettive e aspetti processuali

Quarto, 4 Marzo – Non mi garba affatto dedicare il sabato al dolce far niente, cosa che reputo noiosissima: per questa ragione, ho accolto con vivo entusiasmo l’invito dell’amica e collega Maria Cristallino, presidente del Sindacato Forense Puteolano, a presenziare all’evento in epigrafe, tenutosi questa mattina a Quarto, presso la Casa Mehari (bene confiscato alla criminalità organizzata). La tavola rotonda s’è posta l’obiettivo di far luce sui risvolti sociali e giuridici dell’invalidità, tema oggetto di significativi interventi del Legislatore e di molteplici processi.

Nonostante il parterre fosse composto da eccellenti giuristi, incluso il Primo Cittadino, Antonio Sabino – nei cui confronti desidero esprimere la mia profonda riconoscenza per l’instancabile impegno al servizio dei Quartesi -, è mio proposito dissertare, nelle righe seguenti, su quanto evidenziato dalla dottoressa Flora Scelza, Presidente della Sezione Lavoro e Previdenza del Tribunale di Nola: costei, dall’alto della sua trentennale esperienza in veste di magistrato, ha palesato, coraggiosamente, una serie di problemi che richiedono una pronta soluzione, la quale ultima – come noto – stenta ad esser trovata.

In primo luogo, son state sottolineate le evidenti difficoltà che l’invalido (rectius: la persona affetta da patologia invalidante) riscontra a far valere i propri diritti assistenziali, nonché i vari scogli che l’INPS è chiamato a superare nell’assolvimento dei propri doveri, mercé una mole di pratiche da curare pressoché ingente: tutto questo comporta, invero, un costante aggiornamento in capo all’ermeneuta, che dev’essere, pertanto, sempre disponibile a mettersi sui libri di buona lena (dote che, da sempre, distingue il giuslavorista dagli altri professionisti del diritto).

“Il contenzioso previdenziale ed assistenziale – ha precisato la dott.ssa Scelza – è diventato via via sempre più invasivo con l’avanzare dei lustri, anche perché l’articolo 149 delle Disposizioni Attuative del Codice di rito civile impone espressamente al Giudice di valutare anche l’aggravamento della malattia e le infermità che, in qualsiasi misura, vadano ad incidere sul complesso invalidante, vuoi nel corso del procedimento amministrativo (richiesta, visita, verbale), vuoi nelle more del rapporto processuale (che sorge allorquando l’interessato impugni la decisione della Commissione Medica che gli neghi l’invalidità)”.

Nel duemilaundici, il Legislatore, con l’intento di accelerare il riconoscimento del diritto alle prestazioni in capo ai richiedenti e, parallelamente, di porre un argine all’incremento del contenzioso, ha introdotto l’accertamento tecnico preventivo obbligatorio per quanto concerne le controversie sul tema oggetto di dibattito: così facendo – chiarisce ancora la relatrice -, l’istante e l’INPS possono addivenire ad una conciliazione sulla base di una consulenza tecnica d’ufficio redatta e depositata da un esperto designato dal Giudice; tuttavia, gli intervalli di tempo decisamente lunghi che i magistrati sogliono concedere ai succitati consulenti per il deposito della relazione finiscono il più delle volte con l’inceppare il meccanismo e, di conseguenza, aumentare il carico processuale, facendo venir meno l’auspicata speditezza.

Al termine del suo intervento, la Presidente ha posto l’accento sulla situazione in cui versa, da tempo, il Mezzogiorno sotto il profilo dell’occupazione: orbene, la difficoltà a reperire un impiego capace di garantire stabilità economica e serenità interiore induce sovente il Cittadino a far leva sulle misure assistenziali (non solo l’assegno di invalidità, ma anche quel famigerato Reddito di Cittadinanza, la cui abolizione auspico ferventemente), la qual cosa non lo aiuta certamente nel percorso di sviluppo personale. In altre parole, occorre adoprarsi affinché tutti, a prescindere dalla presenza o meno di patologie, possano mettere in campo le proprie conoscenze ed abilità e, al contempo, vedersi riconoscere un compenso adeguato.

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