Roma, 8 Febbraio – «Accogliamo con spirito propositivo quanto sta accadendo nella Regione Lombardia: l’ex numero uno della Protezione Civile, Guido Bertolaso, coadiuvato da volontari della protezione civile, ha avviato nei padiglioni dell’ex Fiera al Portello, a Milano, già area Covid, dopo essere stato nominato Consulente per la gestione del Piano Vaccini sul territorio, una sorta di sperimentazione. Bertolaso e i suoi uomini stanno simulando prove e tempi di somministrazioni, per capire fino in fondo le modalità di azione per le vaccinazioni di massa che si spera, è davvero il caso di dirlo, inizieranno a breve.
Facciamo alcune riflessioni doverose: Bertolaso è un uomo di azione, possiede esperienza e competenze, non lo scopriamo certo noi, è abituato a gestire le emergenze. Sicuramente la Lombardia aveva bisogno di uno come lui: stiamo parlando della Regione più colpita dal virus dall’inizio della pandemia. Ma ci sentiamo anche di dover esprimere le nostre perplessità per quanto emerge dal suo piano di azione».
Così Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, dice la sua su un piano vaccini che stenta a decollare e che non ha bisogno oggi di simulazioni, ma di certezze e di numeri che stentano ad arrivare e ci gettano nello sconforto.
«Non siamo più solo preoccupati, siamo letteralmente allarmati! In Lombardia eravamo alle prese con una carenza strutturale di 4800 infermieri, ben prima che esordisse il Covid 19: carenza oggi a dir poco raddoppiata, se si pensa a quanto sono saliti i livelli e i tempi di impegno dei professionisti sanitari dopo l’arrivo del Covid 19, e se si considera proprio l’aumento dei carichi di lavoro per trattare quel tipo di pazienti, per non parlare poi dei numerosi colleghi che nel frattempo sono andati in pensione, anche con quota 100.
C’è da dire che, alla fine, le prime indicazioni di Bertolaso sono in linea, per alcuni versi, con quelle del Ministero: la vaccinazione di un paziente si dividerà in 4 fasi. Al netto della prenotazione. E noi non abbiamo dubbi che sia così. Accettazione, anamnesi, vaccinazione vera e propria e osservazione. Ma solo per l’Osservazione si possono calcolare i tempi precisi: 15 minuti. Per le altre fasi non ci sono certezze!
Quindi i conti non tornano: Bertolaso parla di numero minimo di personale. In particolare Bertolaso sembra fare riferimento al Punto B della specifica Circolare del Ministero della Salute, che indica la presenza di un medico e almeno due infermieri per ambulatorio di somministrazione. E’ anche comprensibile il fatto che per vaccinare 6 milioni di lombardi entro giugno, Bertolaso pensa di impiegare personale 24 ore su 24, sette giorni su sette: splendida conferma, punto per punto, di quanto Nursing Up scrive ormai da due mesi.
Interessante, condivisibile e precisa l’analisi di Bertolaso, continua De Palma: ma dove sono gli infermieri per realizzare tutto questo? Perchè nessuno ci da una risposta e perchè nessuno entra nel cuore del problema? Teorie, teorie e solo teorie, proclami e ora anche simulazioni: la realtà è che si rischia di andare a sbattere contro un muro a tutta velocità, alla luce di una media di 300 infermieri che si ammalano ogni giorno e di 270 decessi di pazienti nelle ultime ore 24 ore, con picchi ancora fino a 400 vittime nei giorni precedenti. Perchè di fatto, la verità resta questa, il piano vaccini per i cittadini non è ancora iniziato (stanno ancora vaccinando il personale sanitario!).
La matematica parla chiaro: se in Lombardia partiranno il 15 febbraio con il piano vaccini, avranno circa 135 giorni di tempo per vaccinare 6 milioni di cittadini entro la fine di giugno. Significa che dovranno essere sfiorate le 45mila somministrazioni al giorno! Al momento utopia pura!
La piaga resta! Manca il personale, mancano gli infermieri!».
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