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Ragazzi o genitori: chi paga per i danni causati dai figli?

Napoli, 9 Maggio – Un figlio è da sempre sinonimo di responsabilità. Responsabilità in termini educativi, di riconoscimento dell’adultità, ma anche del compimento di atti quotidiani prima sconosciuti, primo fra tutti prendersi cura h24 di un’altra persona che non sia tu; un salto nel buio che, giorno dopo giorno, impari ad affrontare, capire, interpretare.

Se è vero, però, che il passaggio da figlio a genitore accudente e responsabile avviene nel momento in cui udiamo per la prima volta il suo vagito, è vero anche che, crescendo, ogni parola, gesto, intenzione del bambino – e successivamente del ragazzo – va capita e accolta e che questa attenzione non può venir meno in nessun caso, per evitare di incorrere in ciò che la giurisprudenza definisce “culpa in vigilando et educando”.

Quando per la legge entra in gioco la cosiddetta cattiva educazione i genitori, ancora una volta, fanno il loro ingresso in un altro loop di responsabilità che, a livello giuridico, può costare caro se il figlio o la figlia commettono qualsiasi tipo di illecito.

Posto che, a livello economico, una marachella come il pallone che rompe la vetrata del vicino può essere risolta grazie alla sottoscrizione ante factum di una buona assicurazione, scopriamo cosa dice la legge riguardo il concorso di colpa per atti commessi dai figli.

Chi paga per i danni causati dai figli: cosa dice la legge

A parlare è l’articolo 2054 del Codice Civile: per i danni causati dai figli, a risponderne sono sempre i genitori che abitano con essi.

Perché, dunque, padre e madre possano essere chiamati a pagare le conseguenze legali ed economiche di un atto illecito compiuto dalla prole, deve sussistere il principio di coabitazione.

Diverso, invece, se i figli vengono affidati ad altre persone o risiedono in un istituto o una casa famiglia: in questo caso i genitori sono liberati dalla responsabilità.

Resta valido il principio sopra citato se i ragazzi o i bambini abitano con la famiglia di origine ma danneggiano una persona o la cosa altrui fuori dalle mura domestiche.

È la cosiddetta culpa in educando, infatti, a stabilire che la colpa del danno commesso dal minore sia sempre imputabile al genitore in quanto responsabile della sua educazione (in questo caso, presunta “cattiva”).

Chi risarcisce i danni dei figli in caso di genitori separati?

Nel caso in cui i genitori del minore fossero separati o divorziati, a rispondere dei danni, secondo la sentenza 11198/2019 emessa dalla Corte di Cassazione, sarebbe il genitore affidatario, ossia l’unico ad abitare con il figlio.

Tuttavia, in sede giurisprudenziale, non tutti i Giudici sono concordi con quanto sentenziato in Cassazione. Si presume, infatti, che se il genitore non coabitante continua a frequentare il figlio regolarmente, esso sia responsabile dell’educazione di quest’ultimo tanto quanto il genitore affidatario e che, dunque, ne condivida anche la responsabilità degli atti illeciti compiuti.

I genitori pagano sempre per i danni dei figli?

Al netto di quanto già detto, esiste un modo, per i genitori, per non pagare per i danni dei figli. Questo consiste nel dimostrare di non aver potuto impedire il fatto. Questa prova liberatoria, richiesta in sede di giudizio, deve attestare la buona volontà dei genitori e la vigilanza costante nell’educazione del figlio.

 

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