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Napoli, al Teatro Diana va in scena Il “Vedovo Allegro” di Carlo Buccirosso

Napoli, 25 Marzo – Da 13 al 31  Marzo in scena al Teatro Diana di Napoli, la commedia “Il vedovo allegro” scritta e diretta da Carlo Buccirosso. Coproduzione Ente Teatro Cronaca e A.G. Spettacoli. 

Uno staff strepitoso con Buccirosso vedovo allegro, Massimo Andrey nel ruolo di Salvatore, Davide Marotta in Ninuccio ed Elvira Zingone in Angelina  figli di Salvatore, Gino Monteleone e Donatella De Felice sono   i coniugi Tomacelli, Stefania De Francesco è Virginia, giovane artista del cinema, Matteo Tugnoli, il dottor De Angelis ginecologo.

Di Gilda Cerullo e Renato Lori le ben curate  scene, i costumi di Zaira De Vincentis, le musiche di Cosimo Lombardi e luci di Luigi Della Monica, l’aiuto del regista Fabrizio Miano, rendono eminente lo spettacolo. 

Il vedovo Cosimo Cannavacciuolo, (Buccirosso)  vive in un antico palazzo al terzo piano,  ubicato nel centro di Napoli. Ha perso la moglie  a causa della pandemia da covid 19  e anche il lavoro di antiquario che gestiva in un negozio ben fornito di merce. Chiude bottega e porta a casa tutti gli oggetti invenduti. È in conflitto con la banca, non può pagare il mutuo concessegli, per cui gli intima l’esproprio del suo appartamento. Cosimo è ansioso, pieno di paure, depresso. A movimentargli la vita , rendergliela difficile,- come lui sottolinea sulla scena- ci sono i personaggi, tutti   di spicco, che insieme a lui raccontano avvenimenti di vita forti ed importanti con leggerezza ed ironia, destando nello spettatore  fragorose risate, ma anche concentrato in molteplici riflessioni.

Attori di grandissimo livello sul palcoscenico del Diana danno vita a: Salvatore, bizzarro custode del palazzo che sa i fatti di tutti; i due suoi figli, Ninuccio, tanto simpatico quanto vivace   e Angelina, donna delle pulizie di Cannavacciuolo, innamorata del ginecologo De Angelis del quarto piano; Virginia, artista di teatro e cinema, affittuaria di una delle stanze dell’appartamento di Cosimo, porta una ventata di gioventù in quel luogo  dal clima cupo; I coniugi Tomacelli della porta accanto a Cosimo, custodi di un drammatico segreto, che nella scena diventa il fulcro della commedia.

Cannavacciuolo lotta all’estremo con la vicenda dei coniugi per uscire dalla sua situazione fallimentare. Ed è un susseguirsi  di vicende dalle battute strepitose  che sono divertentissime, ma pugnalano nel profondo per i temi  importanti del vivere di coppie, come l’attesa di un figlio, la sterilità, il desiderio di un matrimonio, l’amore per i propri figli, la separazione di coppia, l’identità di persona, la riedificazione di un lavoro, la gestione di  famiglia. Nel caos delle situazioni si evince  la forza dell’amore che è il motore di tutto.

Attori bravi davvero, con un finale di messinscena sorprendente ed inaspettato. Due ore di spettacolo che ‘prende’ il pubblico, lo ammalia  in attesa dei continui avvenimenti.  Come finisce la storia? Bisogna andare a teatro e scoprirlo. Per chi c’è stato, il finale della commedia è bello e di speranza. La luce che non deve mai morire.

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