Riflessioni in pillole Rubriche

Lo spirito di gioco

Napoli, 18 Giugno – Gli Europei non potevano arrivare in un momento migliore, in questo contesto non rappresentano solo una competizione sportiva, ma un bisogno per tutti, tifosi e non. Gli stadi di nuovo aperti al pubblico, gli spalti finalmente occupati seppur in minima parte, l’inno nazionale con la mano sul cuore, il coro, i fischi, tutto ciò è una panacea per una popolazione stremata. E cosa dire poi, di una squadra magnifica come la nostra Nazionale, formata da giovani entusiasti e per niente prime donne, che hanno giocato come parte di un gruppo e non per la gloria personale, e che ci hanno regalato non solo due magnifiche vittorie, ma anche tanta serenità e spensieratezza?

Lo spirito di gioco che ha creato Mancini in questa squadra, me ne ha riportato alla mente un’altra, i pulcini, di cui faceva parte mio figlio Matteo. Erano bambini stupendi ma vivacissimi, testardi, alquanto indisciplinati, in campo erano ingestibili, ad ogni partita prendevano dai 10 ai 20 goal, senza mai riuscire a farne neanche uno, ma loro correvano felici sull’erba verdissima, senza quasi neanche accorgersi della sconfitta.

Noi genitori non sapevamo se ridere o piangere nel vedere i nostri pulcini così umiliati, ma il mister e tutto lo staff tecnico senza mai perdere il controllo della situazione, lavorarono in maniera egregia su di loro, senza mai sgridarli neanche una volta per il pessimo risultato, ma insegnandogli senza pressione, le regole basilari di un gruppo. Iniziarono così a non farsi più dispetti, tipo versare lo shampoo nelle scarpe, a non dire più parolacce agli avversari, a non lasciare il campo senza permesso come alcuni facevano, ma soprattutto diventarono coesi. Fu una grande vittoria per tutti, erano diventati una squadra e col tempo impararono a subire sempre meno goal e a segnarne anche qualcuno.

Quel campionato terminò vedendoli ultimi in classifica, ma primi nella vita.

Il calcio, così come qualsiasi sport, soprattutto di squadra, ha un compito importantissimo, far crescere nel corpo e nello spirito e formare il carattere di giovani sportivi, insegnando loro che la vera vittoria, non è alzare una coppa, non è far parte di una squadra importante, o essere strapagati, la vera vittoria è essere un avversario leale, usare la propria immagine per trasmettere valori alle nuove generazioni, insegnando loro che il rispetto e lo spirito di gioco sono la più preziosa ricompensa che si possa ricevere.

Forza Italia, continua a farci sognare!

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