Attualita'

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

In memoria di Dario Scherillo, ucciso il 6 dicembre 2004 durante un agguato camorristico

 

 

Napoli, 7 Dicembre – In periodi deprimenti è rilassante continuare a coltivare le proprie passioni: pur non potendo viaggiare e/o frequentare musei ed altri luoghi di cultura, l’utilizzo del computer – e dei dispositivi elettronici ad oggi più comuni – mi è senz’altro d’aiuto per approfondire determinati temi ed apprendere cose nuove, in modo da tenere il cervello sempre in allenamento.

Atteso che si sta avvicinando il periodo natalizio (per ovvie ragioni non intendo parlare di “Feste”), e che tra i miei passatempi di sempre va annoverato anche lo studio della storia dell’arte, m’è subito balzato in mente un dipinto realizzato nel 1611 dal pittore Bolognese Guido Reni, intitolato “La Strage degli Innocenti“.

Tale massacro, narrato nel Vangelo di Matteo, fu messo in atto dal re Erode di Giudea con l’intento di disfarsi di Gesù Cristo, il Quale – come riferitogli – sarebbe divenuto il Re dei Re: non essendo intenzionato a capitolare – oltre a non capire che il Regno di Gesù Cristo non è cosa terrena -, egli ordinò l’uccisione di tutti i bambini sino ai due anni di età.

Il dipinto in questione, però, mi ha indotto a pensare anche alle vittime innocenti della criminalità organizzata, le quali, per il solo fatto di trovarsi nel luogo sbagliato durante una sparatoria od un qualsiasi agguato, spesso pagano con la vita: non si dimentichi quanto accaduto a Dario Scherillo, giovane Casavatorese, il quale, in attesa di incontrare degli amici all’esterno di un bar, è stato raggiunto a colpi di arma da fuoco nel corso di una feroce faida tra il clan del boss Paolo Di Lauro (meglio noto come Ciruzz o’ milionario) ed un gruppo di persone a costui precedentemente affiliate ed intente a gestire in proprio la locale piazza di spaccio.

A sedici anni dalla sua repentina ed inaspettata scomparsa, l’Amministrazione Comunale di Casavatore intende esprimere, unitamente a chi scrive, profonda vicinanza alla sua famiglia e, al tempo stesso, esortare la Cittadinanza tutta a rivolgersi agli Organi di Polizia qualora nutra sospetti, anche minimi, riguardo alla condotta di certi individui.

L’arma vincente contro la criminalità organizzata, cari Lettori, è l’apprendimento: è dunque necessario – anche a fronte del carattere obbligatorio rivestito dall’insegnamento dell’educazione civica a partire dall’anno scolastico corrente – che la scuola educhi ciascun giovane al rispetto dell’altro, facendogli capire che tale rispetto non può ottenersi mediante il ricorso alla violenza ed alla prevaricazione.

Non possiamo né dobbiamo permettere il verificarsi di episodi analoghi a quello di cui s’è detto nelle righe precedenti: recitiamo, dunque, con solerzia la nostra parte, perché a far la forza – come dice una vecchia massima popolare – è solo l’unione.

Facciamo squadra, e collaboriamo costantemente con le Istituzioni, perché è questo il solo modo per salvare le vite degli innocenti, nonché per prevenire la formazione di futuri clan!

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