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INSEGUENDO IL “GOAL”

Napoli, 30 Novembre – La mia smisurata passione per il giuoco del calcio è ben nota a molti, in particolare a coloro che dimostrano interesse per le mie analisi (tecniche e non) degli incontri dell’Inter e della Nazionale Italiana, da me condivise su Facebook al termine dei medesimi (oltre, ovviamente, alle esultanze – apparentemente incontrollate – che seguono alla segnatura di ogni rete da parte dei Nerazzurri o dell’Undici in Azzurro).

Tuttavia, molti sovente dimenticano che, in Inglese, il termine “goal” significa anche “scopo”, “fine”, od anche “mèta”.

A questo punto taluno può chiedersi quale sia il nostro “goal” in tempo di pandemia: un quesito siffatto si presta ad una molteplicità di risposte, giacché vi son persone che non hanno ancora compreso appieno la pericolosità (e la letalità) del Sars-CoV-2 ed altre che, invece, s’attengono fedelmente a quanto stabilito dalla decretazione d’urgenza varata dall’Esecutivo.

Pur avendo un ordine d’idee ed un credo politico che differiscono in toto dal mio, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha pronunziato una frase saggia: “ognuno pensa a sé, si è perso lo spirito di marzo. Ecco perché il Covid vince“.

In altri termini, carissimi Lettori, è venuto meno quello spirito di squadra che illo tempore animava il pensiero di ciascun Italiano, lasciando il posto all’odiosissima filosofia del comodo proprio. Male, malissimo, perché, agendo in tal maniera, le partite non si vincono!

È mai possibile che, nel duemilaventi, i Cittadini – tali da intendersi gli individui dotati di senso civico – debbano contarsi sulla punta di un’unghia? È normale che occorra sempre il Mastuggiorgio, ossia il castigamatti? È vergognoso, credetemi.

Nonostante quanto sinora illustrato, è corretto affermare che un margine di colpa è da attribuirsi anche al Governo, alle Regioni ed ai Comuni: chi, per ragioni lavorative, deve uscire dalle mura domestiche, è solito riferirmi di non aver visto neanche l’ombra di chi, invece, dovrebbe vigilare affinché la normativa emergenziale sia rispettata. Anche questo è ridicolo, anche perché, nel resto del Vecchio Continente, le sanzioni per inosservanza dei divieti fioccano, eccome!

Il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, fa bene a parlare di “buffonata”: le restrizioni, com’è ovvio, devono esserci, ma la divisione del Paese in fette di salame sulla scia di dati tutt’altro che concreti – almeno per la nostra Regione – non è certamente una dimostrazione di bona gestio, bensì un filoscio (termine Partenopeo che, pur venendo spesso reso in Italiano con “frittata”, non ammette una vera e propria traduzione) andato a male, in quanto preparato frettolosamente.

Il numero uno di via Santa Lucia, in confronto ai suoi omologhi ed all’Esecutivo centrale, è abilmente riuscito a prendere in mano la situazione, attuando per primo una politica restrittiva (non si dimentichi che, prima ancora della suddivisione in zone, ha precluso lo spostamento tra Province): malgrado i suoi errori colossali sulla didattica, è stato the best one!

Ma noi…cosa dobbiamo fare? Semplice: c’amma mette e’ ‘mmascherin, dobbiamo rispettare il distanziamento sociale e, soprattutto, non bisogna infischiarsi delle restrizioni. Solo in tal modo si potrà segnare un goal ed abbracciarsi per festeggiarlo!

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