Attualita'

IL DIALOGO COME ARMA

Napoli, 24 Febbraio – Sebbene abbia scelto di studiar diritto ed occuparmi di divulgazione, non posso non ammettere di provare un briciolo di paura ogni mattina, prima di consultare le edizioni web dei quotidiani: la situazione in Europa Orientale, com’è noto, è tutt’altro che rosea, mercé il potenziale pericolo che le dichiarazioni di Vladimir Putin e le mosse da lui compiute a partire da avant’ieri lasciano presagire.

Il leader della Federazione, convinto nazionalista, teme una potenziale espansione dell’Alleanza Atlantica (la NATO), suscettibile – secondo lui – di nuocere alla (de facto) egemonia Russa di cui egli, da lustri, si fa orgoglioso portavoce.

L’eventuale adesione dell’Ucraina al Patto Atlantico sarebbe destinata, com’è ovvio, a pendere come un macigno sul groppone della Russia, ma, contrariamente a quanto sostiene Putin, ciò non costituirebbe affatto una minaccia per l’armonia dell’Est Europa; anzi, se dovesse capitare, permetterebbe quel cambio di rotta da tempo anelato non soltanto dagli Ucraini, ma anche da quelle popolazioni da tempo soggette alla supremazia – politica, economica e sociale – di quella nazione subentrata all’Unione Sovietica in tutte le relazioni internazionali.

Sin dai tempi di Mikahil Gorbačëv (si legge “Gorbaciof”) v’è qualcheduno che cerca di nuotar controcorrente, asserendo che il modo migliore per fronteggiare i problemi e far cessare le ostilità sia da identificarsi con il dialogo, considerato che Iddio ha donato all’essere umano (da Lui considerato “cosa buona”, come si legge nel libro della Genesi) la sapienza, l’intelletto e la favella.

Purtroppo, sebbene molti siano consapevoli degli effetti catastrofici provocati dagli atteggiamenti a dir poco pazzoidi, stiamo perseverando nell’applicare la cosiddetta “legge del più forte”: le virgolette si giustificano, stante l’impiego totalmente improprio dell’aggettivo “forte”. In realtà, sarebbe più opportuno parlare di “legge del vigliacco”, considerato che anche l’ars bellica ha finito per capitolare, lasciando il posto ad una pratica che tutti dovremmo condannare con fermezza: il riferimento è alla guerriglia – il lemma è stato coniato dagli Spagnoli -, consistente in una tattica finalizzata ad attaccare di sorpresa il nemico per poi darsela a gambe per evitare di rimetterci la pelle, evitando gli scontri diretti.

I nostri avi, chi più chi meno (non va dimenticato che certi vecchiardi inneggiano ancora – vergognosamente – a Mussolini), sono tuttora testimoni di un’epoca segnata da profonde devastazioni, nonché da terribili genocidi, tra cui la ben nota Shoah; tuttavia, nonostante i ripetuti moniti che la maggior parte di essi (per Grazia di Dio) ci rivolge, e sebbene Papa Francesco ci abbia esortato a reagire con le “armi di Dio” (la preghiera, il digiuno ed il dialogo), si stenta a comprendere che l’essere umano sta gradualmente perdendo tutte le caratteristiche che, secondo alcuni filosofi, lo differenziano dalle bestie.

Homo homini lupus, recita un famoso brocardo Latino; i lupi, però, sono di gran lunga meglio di noi, dal momento che sanno essere anche socievoli.

Quanto si sta verificando in Europa Orientale mi fa arrossire dalla vergogna, anche perché, aspettando il treno pochi giorni fa, ho sentito proferire frasi a sostegno di quel che Putin sta mettendo in atto. Son consapevole che questo mio povero scritto non servirà a far ragionare il Presidente Russo, ma nutro la speranza che qualcuno mi starà a sentire.

Serviamoci della parola, cari Lettori: non ci costa alcunché, e, soprattutto, nessuno rischia di vedersi coinvolto in scempi che giammai vorrebbe accadessero.

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