Cronaca

Covid-19, il virus non ferma la corsa: oggi si decideranno le sorti della Campania

In presenza di una linea politica incerta, che varia di giorno in giorno, se non di ora in ora, in tutta Italia dall’estremo nord al sud ed isole i cittadini sono in costante attesa di conoscere ristrettezze e limitazioni alla propria vita.

 

Napoli, 10 Novembre- Non è un mistero quello di trovarci in pieno stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, stato che è stato prorogato al 31 gennaio 2021, il che prevede la possibilità per il governo di adottare misure volte a contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus SARS-COV-2. Il Consiglio dei ministri, riunitosi il 6 novembre 2020 decide di dividere il territorio italiano in tre aree di rischio -con restrizioni crescenti- rispettivamente rosse, arancioni e gialle, a seconda dell’andamento dei contagi e in base a 21 criteri epidemiologici fissati dall’Istituto Superiore della Sanità. È di ieri la notizia del passaggio di altre 5 regioni in zona arancione: Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria, che si uniscono a Puglia e Sicilia. La provincia di Bolzano si è auto inserita nella zona rossa.

La Campania è in attesa di conoscere le sue sorti: tutti col fiato sospeso per capire se alzare o meno le serrande della propria attività di ristorazione, bar o abbigliamento nella giornata di domani 11 novembre. Gli umori non sono dei migliori, le preoccupazioni ci sono e sono di natura economica oltre che di salute. Secondo alcune indiscrezioni si starebbe pensando di istituire zone rosse sono in alcune parti del territorio regionale; tra le zone interessate proprio Napoli e provincia.

“Ci sembra di essere sulle montagne russe- affermano alcuni commercianti di Palma Campania (in provincia di Napoli) – solamente che non siamo saliti di nostra spontanea volontà e soprattutto stiamo pagando un costo del biglietto molto salato”.

“L’andamento del contagio nel nostro comune è tale che nelle ultime due settimane dalla fine di ottobre alla prima settimana di novembre molte sono le attività che hanno chiuso i battenti perché proprietari o dipendenti sono risultati positivi al virus” – afferma il signor Michele, proprietario di un negozio di abbigliamento in via sediari.  – “Viviamo alla giornata oramai e non facciamo più programmi a lungo termine, ogni giorno è diverso da un altro e oggi siamo aperti, domani chissà”. “Io ho riaperto la mia attività da circa una settimana per casi di positività in famiglia e molto probabilmente domani sarò anche costretto a chiudere di nuovo i battenti. Va da sé che questa costante situazione di incertezza non ci fa vivere tranquilli, né ci dà buone speranze. Capiamo di trovarci in una situazione senza precedenti ma vi preghiamo di considerare anche la nostra di situazione”.

È chiaro che una linea politica incerta, dove non vi è un allineamento tra le cariche e i poteri in gioco, aumenta lo stato di incertezza e di preoccupazione di questi giorni della seconda ondata di contagi. Le scene viste sul lungomare di Napoli nel fine settimana appena trascorso fanno pensare a una mancanza di organizzazione da parte di chi di dovere oltre che a una noncuranza da parte di alcuni cittadini dell’attuale stato delle cose. Il rispetto delle norme, nonché un normale senso civico deve più che mai essere parte radicata in ognuno di noi per tutelare le categorie commerciali più colpite dall’andamento del virus e per garantire a tutto lo stato italiano di poter uscire da una crisi ed emergenza sanitaria ed economica. Dovremmo avere imparato, anche in merito all’esperienza vissuta nei mesi di marzo e aprile scorsi, un modello di comportamento utile a convivere con una situazione per noi senza precedenti.

Non dobbiamo mai dimenticare che abbiamo a che fare con un virus che ha fatto 1.263.089 di vittime in tutto il mondo e che, attualmente risparmia pochi se non nessuno stato in giro per il mondo. Non ci resta che aspettare le disposizioni da chi di dovere; per tutti il consiglio di rispettare noi stessi e gli altri e restare al sicuro.

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