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Chi tace è complice: la solidarietà è un’arma usiamola!

Napoli, 15 Ottobre – Nei giorni scorsi, attraverso una lettera aperta, il Consiglio delle donne curde della Siria del Nord e dell’Est ha fatto un appello a tutte le donne del mondo contro l’offensiva della Turchia nella loro regione. Un appello accorato, di pace e giustizia, rivolto a tutti i popoli che amano la libertà affinché si attivino con ogni mezzo e pratica per porre fine all’invasione e all’occupazione della Turchia nella Siria del nord. Una lettera forte che testimonia il dramma che il popolo curdo sta vivendo in queste ore, di fronte al quale non si può tacere perché chi tace è complice!
Le popolazioni curde, arabe, assire, turcomanne e siriache, da sette anni stanno lottando per creare una società diversa, libera da ogni oppressione patriarcale e capitalista e l’attacco di questi giorni è l’ennesimo che Erdogan ha inferto al progetto di democrazia basato sulla liberazione delle donne, sulla convivenza fra popoli e sull’ecologismo politico avviato nei territori del Nord-Est della Siria. Qui le donne sono un pilastro della rivoluzione perché stanno difendendo un’idea, un modello di società fondato su una parità di genere: con le loro organizzazioni, con le loro cooperative promuovono una nuova visione del mondo e della società basata sulla libertà delle donne, del popolo curdo e per la difesa dei diritti che sono il frutto di una lotta che le ha viste protagoniste. Come non provare ammirazione per queste ragazze, per queste donne?
La Coordinatrice degli Stati Generali delle Donne della Campania Maria Lippiello ha dichiarato: “esse sono esempio di speranza perchè combattono non solo per difendere un territorio, ma per difendere la libertà del loro popolo e per i diritti che come donne hanno conquistato”. 
La nostra voce si unisce alla loro e chiediamo ai governi internazionali di porre fine a questo genocidio che continua ad avanzare: infatti, notizia dell’ultima ora, Erdogan starebbe per attaccare il villaggio di Kobane, il luogo simbolo della resistenza del popolo curdo che pochi anni fa i terroristi dell’Isis hanno cercato invano di espugnare. La nostra solidarietà e il nostro sostegno alle donne del popolo curdo che rappresentano un’avanguardia culturale, un modello da seguire per il loro coraggio che nasce dalla consapevolezza dell’importanza di ciò per cui si stanno battendo: per loro non è solo una questione territoriale ma è anche tutelare i diritti conquistati con la lotta e il sangue, diritti che a noi donne si sa non vengono regalati.
La forza delle donne non si piega facilmente e di fronte al grido di aiuto delle donne curde come Stati Generali delle Donne della Campania auspichiamo che le richieste delle donne del popolo curdo trovino al più presto una risposta: stop alla vendita delle armi a Erdogan, fine dell’invasione e dell’occupazione della Turchia nella Siria del nord; istituzione di una No-Fly zone per la protezione della vita della popolazione nella Siria del nord e dell’est; garantire la condanna di tutti i criminali di guerra secondo il diritto internazionale; attuare sanzioni economiche e politiche contro la Turchia; adottare provvedimenti immediati per una soluzione della crisi politica in Siria con la partecipazione e la rappresentanza di tutte le differenti comunità nazionali, culturali e religiose in Siria.
Come Stati Generali delle Donne invieremo una lettera al Presidente del Consiglio, ai Presidenti della Camera e Senato, al Ministro degli Esteri, al Presidente della Commissione Europea affinché prendano una posizione netta e che alle parole facciano seguire i fatti. Chiediamo che cessino le ostilità e le manovre di invasione del territorio curdo da parte dell’esercito turco; si dia mandato a una delegazione internazionale per assicurare la fine della guerra e il rispetto dei confini; si inviino aiuti umanitari; si apra una sessione dedicata nel Parlamento Europeo e in quello Italiano; si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Quella che si sta consumando in queste ore, nel nord della Siria, è una tragica vicenda dove è chiaro chi è la vittima e chi il carnefice e non possiamo tacere perché chi tace è complice, conclude la referente regionale degli Stati Generali delle donne.
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