Politica

Armi all’Ucraina: il sì della Meloni

Napoli, 14 Dicembre – Un miliardo per aiutare l’Ucraina a superare l’inverno è stato raccolto dalla Conferenza internazionale di Parigi. E Mosca annuncia l’incontro Putin-Xi Jinping entro l’anno. “Il sostegno militare a Kiev è un mezzo, non un fine. Ma quale sia l’obiettivo nessuno lo dice. E l’Europa smarrisce la propria missione storica di mediazione tra gli imperi”. Massimo Cacciari, filosofo.

L’idea di poter vincere sostenendo con armi l’Ucraina è solo una mera presa per i fondelli. L’Italia è in recessione e la premier Meloni, che all’opposizione urlava (sì, perché l’urlo è una sua caratteristica principale) di tutto, ora si omologa all’UE. Bisognava aiutare i poveri bambini ucraini, non assecondare la fame di armi del presidente Zelensky.

Ma il ministro della difesa, Guido Crosetto, ha deciso di inviare armi. E lo comunica al Senato. Così, il capogruppo della Lega Romeo ha chiesto una posizione “più equilibrata. Bisogna capire dove ci porterà l’invio delle armi. L’Italia tenga una posizione di mediazione”.

“Ieri al Senato è andato in scena il Patto per la Guerra. Col voto favorevole ad un nuovo invio di armi all’Ucraina il Governo, col sostegno di Italia Viva Azione e Partito democratico le cui mozioni sono state tutte approvate seppur con qualche riformulazione, ha infatti sancito ufficialmente che la quasi totalità della politica italiana è appiattita completamente sulle posizioni degli Usa e di Bruxelles che vogliono una cosa sola: che la guerra continui. “Pieno sostegno a Kiev, sì al nuovo invio di armi, sì alle sanzioni alla Russia, dolorose per noi ma efficaci”. Queste le dichiarazioni in aula della Presidente Meloni. La risoluzione è passata con i soli voti contrari delle sinistre e del Movimento Cinque Stelle. Bisogna prendere atto che il M5S oggi è l’unica opposizione in Parlamento alla follia bellicista di questo Governo”. Luigi Mercogliano, giornalista.

Sì, Conte il trasformista, quello del tutto e il contrario di tutto. Ora vota contro… L’unica cosa che accadrà a riguardo è il passaggio di voti da Fdl al Movimento cinque stelle. Carlo Calenda è irremovibile e si scaglia contro Conte “Stop armi? È quello che disperatamente Putin vuole: mettere gli ucraini nella condizione di doversi arrendere. Chiedendo di interrompere immediatamente la fornitura di armi all’Ucraina, Giuseppe Conte rappresenta perfettamente l’immoralità del qualunquismo italiano. Stessa spregiudicatezza dei decreti sicurezza. Sempre sulla pelle dei più deboli.” D’accordo con Calenda, se questa risoluzione avesse fermato Putin, ma è chiaro che, dopo dieci mesi di invio armi, le uniche certezze sono la morte di poveri innocenti e l’impoverimento dell’Italia.

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