Politica

WASHINGTON : The day after

Napoli, 7 Gennaio – Ora forse hanno parlato tutti. O almeno tutti quelli che non avendo niente di concreto da dire lo hanno fatto nella solita, ennesima passerella; gli schermi delle tv di stato (tutte le reti più forti in concreto) sono diventate da mesi un nastro trasportatore di statuine di gesso, il materiale più nobile che mi venga in mente per descrivere i manichini da talkshow, e ieri sera, all night long, a botta di palate sono risorti, riesumati dal niente, anche personaggi che credevamo morti: e così  parlarono Mastella e Cofferati!

A cavallo tra ieri ed oggi, ricordiamo che tutto si è svolto nella notte italiana, si è raggiunto uno dei colmi; uno solo perché il colmo dei colmi che credevo di aver visto già a maggio si è spostato sempre più in là, insieme al limite dell’assurdo. E ieri/oggi dicevo, ne ho incollato un altro all’album, ascoltando, mio malgrado, i commenti, le opinioni, i punti di vista di differenti persone che non si è ben capito a che titolo siano stati invitati al collegamento in trasmissione.

L’argomento unico che però hanno portato in corte d’Assise tutti, tranne uno che ammiro e stimo ancora più di prima, è stato: “CONDANNIAMO LA VIOLENZA – GIORNATA TRAGICA PER LA DEMOCRAZIA – FACINOROSI E TERRORISTI COLORO CHE HANNO BLOCCATO I LAVORI DEL CONGRESSO – NON HANNO USATO MEZZI DEMOCRATICI – VIOLENZA, VIOLENZA E VIOLENZA”.

Ecco, ora tutte le bocche saranno ben nettate e deterse dopo questo risciacquo vigoroso con la parola VIOLENZA. Ma a loro vorrei chiedere, a tutti loro: condannate la violenza tutta?, indifferentemente dalla provenienza? Indifferentemente dagli attori? Indifferentemente dalla forma? Perché se la condanna è una e non a prescindere, allora dobbiamo condannare moltissime azioni.

E’ davvero nocivo autostimarsi tanto da potersi permettere di parlare di violenza relativamente alle azioni di un popolo, fosse anche una parte piccola di esso, e dimenticare che altra violenza si è ammessa ed accreditata ed avallata quando a perpetrarla sono stati i membri dello stato, delle istituzioni, i rappresentanti proprio del popolo!

Non vi risulta? Allora è doveroso ricordare qualche nozioni, banale in verità, ma dimenticata.

VIOLENZA E VIOLAZIONE hanno la stessa radice, provengono dalla stessa parola che è “vis”, la forza. E se il popolo di Washington ha commesso una violenza, le violazioni dei governi non si contano più! Attenzione, nessuno dei due tipi di atti è stato aggressivo, l’aggressività è altra cosa, l’”aggredi” latino sottintende una progressione, un andare verso e non contro come è invece per la violenza.

Ma se il popolo americano ieri è andato contro la democrazia che è imprescindibile ed intoccabile, i governi, e penso a quello di casa mia, sono andati contro elementi imprescindibili della vita degli individui che sono stati chiamati a rappresentare. Sono stati proprio i governi ad andare contro la democrazia!

La violenza verso la democrazia dei governi, non è pur sempre e forse di più VIOLENZA? Non si storca il naso, e non si neghi un parallelo che è purtroppo così chiaro da ustionare ma non accecare! Solo l’ipocrisia può permettere di non vedere che la prima violenza è stata fatta al popolo! E che il popolo ora sta solo rispondendo a quella stessa violenza che sta subendo da mesi e che non si è limitata alle parole, pronunciate e scritte, ma ha esteso il suo campo alla vita spicciola della maggioranza delle genti. Purtroppo, e questo è il rovescio oscuro ma prevedibilissimo della medaglia, la reazione è uguale alla provocazione, addizionata da una esasperazione tangibile all’occhio di chiunque non copra la verità con stracci sporchi e per questo non trasparenti.

Che un uomo esasperato un giorno si ribelli, il grande politico lo deve prevedere e mettere in debito conto; che un uomo esasperato e irato oltre misura perché si sente anche deriso ed offeso nella sua buonafede (e soprattutto che se ne rende conto) un giorno insorga e lo faccia con veemenza e con forza, chi detiene il potere in nome di quell’uomo se lo deve aspettare.

Ma sapete davvero cosa sia la violenza o ne conoscete solo il suono? La violenza è una azione, non è una emozione: è l’atto fisico, verbale ma anche di intento con cui si vuole annullare l’altro o distruggere o danneggiare irreparabilmente una parte di lui, della sua volontà. La violenza è nutrita dal desiderio di ridurre la resistenza dell’altro, di escluderlo, di rendergli impossibile agire per sua scelta, perché con la violenza si scelga di forza per l’altro; è violenza la volontà di ridurre l’altro al silenzio, di negarlo ed annientarlo, di ucciderlo anche in senso figurato, escludendo del tutto il dialogo, il confronto, finanche il conflitto.

E se la violenza è coartare la volontà altrui sia di azione che di pensiero e di espressione, allora come si potrebbe chiamare l’azione compiuta dai governi da febbraio 2020 ad oggi compreso, che ha di fatto e in sostanza limitato, per alcuni casi abolito la libertà personale costringendo soggetti sani ad autorecludersi in casa, pena sanzioni pecuniarie impossibili da pagare? Violenza si chiama VIOLENZA.

E se la violenza è plagiare la psiche di un essere per limitarne l’esercizio della ragione, allora come si potrebbe chiamare l’azione compiuta dai governi da febbraio 2020 ad oggi compreso, che ha bombardato spirito e mente delle genti con informazioni senza fonte resa nota e con dati numerici frutto di calcoli non noti addirittura secretati, e con immagini psichicamente devastanti tali da indurre il terrore, e con notizie mistificate e platealmente false? Violenza, si chiama VIOLENZA.

E se la violenza è piegare l’altro al proprio condizionamento impedendogli la scelta di come e di cosa vivere (vedi la mafia, la ‘ndrangheta e la benemerita camorra), allora come si potrebbe chiamare l’azione  compiuta dal mio  governo che da febbraio 2020 ad oggi compreso, ha senza considerazione alcuna costretto il 90% dei lavoratori a cedere a titolo gratuito  oltre la propria libertà anche la propria fonte di sostentamento, impedendo loro di poter svolgere il proprio lavoro, di guadagnare senza dover elemosinare, ma costringendoli invece a pagare quanto indebitamente allo stato spetta perché tanto la cartella esattoriale è imprescindibile ed intoccabile? Violenza, si chiama VIOLENZA.

E se la violenza è ridurre l’altro al silenzio, impedendone l’espressione, allora come potrebbe chiamarsi l’azione compiuta da chi detiene il controllo dell’informazione di censurare, sospendere, cancellare articoli, video, post, profili, gruppi e pagine  contrari alla linea del controllore stesso, che poi serve un Master-Controllore? Violenza, si chiama VIOLENZA.

E se la violenza è la coercizione ed il controllo totale di uno su un altro inducendo in esso il timore per un azione esterna e non gestibile, allora come si potrebbe chiamare l’azione compiuta dal mio governo da febbraio 2020 ad oggi compreso che ha paralizzato, sospeso e raso al suolo l’esistenza di milioni di persone prendendone il controllo totale, decidendo modi, spazi e tempi di vita, di esistenza ( a breve di respiro ) e inattivando ogni validità dei principi fondamentali della Costituzione Italiana, del Parlamento, della tanto citata DEMOCRAZIA a suon di ben 22 dpcm oltretutto illegittimi e che essi stessi sono una violazione della legge e della Costituzione, brandendo come arma lo spettro di un virus che è diventato croce dei popoli e delizia dei dittatori?  IL SUO NOME E’ VIOLENZA.

E mi perdoneranno i giurisprudenzialisti da fiera ed i politologi metafisici delle bancarelle monta-smonta se rigetto e rido della loro assurda idea che una rivoluzione ed un moto popolare  insurrezionale debbano rispettare il principio democratico, che intanto è stato sepolto e quindi nemmeno più nominabile, ed il coprifuoco imposto da sistema. Forse che la Costituzione americana, pietra miliare del mondo libero, e la Carta  dei diritti  fondamentali dell’uomo (i famosi 10 emendamenti) sono venute fuori da una disputa orale davanti ad un caffè o dopo la guerra di indipendenza o se volete propria dirla giusta la rivoluzione americana?

E allora la VIOLAZIONE di quella carta, sacra per ogni uomo libero che creda in questo immenso bene, è stata la provocazione da cui è scaturita la protesta irruenta e si anche  violenta di Washington. Le migliaia di persone hanno occupato per se stesse, non per Trump, da illusi credere il contrario. Quella libertà che sembra essere il vero virus contro il quale si sono vaccinate le menti della gente, è ancora vivo nell’unico popolo che è stato in grado di costituire una opinione pubblica forte e posizionata saldamente nella vita politica; essa ha motivato migliaia di persone a protestare (e si smetta di additarli tutti come terroristi), e dovrebbe essere il segnale. Per chi guarda dalla finestra ancora rinchiuso in casa. E per chi osserva le reazioni dalla stanza dei bottoni.

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