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Svizzera, al referendum vince il SI: vietato indossare il burqa e niqab nei luoghi pubblici

Napoli, 10 Marzo – Ebbene, da domenica scorsa, la maggior parte dei Cantoni e il 52% dei votanti hanno decretato un cambiamento epocale negli usi e costumi di alcune persone, nel celare il proprio volto negli ambienti pubblici.

Il testo di modifica costituzionale, promosso dalla Destra conservatrice e contrastato dal Governo, ha ottenuto il successo sperato e, questo esito referendario, dovrà ottenere accoglimento nella legislazione dello Stato Federale. Con questa decisione popolare, il burqa, il niqab e altri tipi di coperture del viso saranno banditi nei luoghi pubblici. Tale proposta è stata lanciata dal partito di Destra nel 2016, dove conta molti esponenti nel Consiglio Nazionale.  Il divieto di coprire il viso in pubblico era già in vigore in due cantoni svizzeri, il Ticino e il San Gallo, che avevano organizzato delle consultazioni locali autonome poco tempo dopo la proposta del 2016. Da tempo, che in Svizzera la problematica inerente al divieto di dissimulare il proprio viso fa discutere, e sia il Consiglio Federale che il Parlamento si sono sempre espressi in modo contrario rispetto a un divieto nazionale.

Adesso, con una successiva conferma legislativa, il divieto sarebbe applicabile in tutti i luoghi accessibili al pubblico come ad esempio per strada, negli uffici amministrativi e nei trasporti pubblici, negli stadi di calcio, nei ristoranti, nei negozi o all’aperto. Saranno previste eccezioni unicamente per i luoghi di culto e per motivi inerenti alla salute, alla sicurezza, alle condizioni climatiche e alle usanze locali. In alternativa all’obbligo, tenuto conto che il Consiglio Federale e il Parlamento ritenevano che l’iniziativa ponesse esigenze eccessive, proponevano un controprogetto.

Questo prevedeva l’obbligo di mostrare il proprio viso al rappresentante di un’autorità nei casi necessari a verificare l’identità di una persona e inoltre misure volte a rafforzare i diritti delle donne. La domanda del quesito referendario era la seguente: “Volete accettare l’iniziativa popolare «Sì al divieto di dissimulare il proprio viso»?”.  I motivi del NO, raccomandati dal Consiglio Federale e dal Parlamento riguardavano il fatto che la dissimulazione del viso rappresentava un fenomeno marginale. Un divieto a livello nazionale avrebbe limitato il diritto dei Cantoni, nuociuto al turismo e non giovato alle donne toccate da questo fenomeno.

Viceversa, i motivi del SI, raccomandati dal Comitato Promotore, concernevano il fatto che la dissimulazione del viso nello spazio pubblico rappresentasse l’espressione della sottomissione della donna, quindi non compatibile con la coesistenza in libertà. Inoltre, l’iniziativa aveva l’obiettivo di evitare il camuffamento del viso per motivi criminali.

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