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Somma Vesuviana, la buca rossa posta in Piazza Vittorio Emanuele III per lettere in anonimato di donne vittime di violenza

Castaldo (EvaProEva): “E’ una buca che parla e racconta di storie davvero importanti. Con la buca c’è anche la “panchina rossa”. Invitiamo i tanti uomini non violenti a sedersi al nostro fianco ed isolare gli uomini violenti”.

Di Sarno (sindaco): “C’è necessità di ripartire dalle nuove generazioni”.

D’Avino (Ass. Politiche Sociali): “Donne da sempre determinanti per la crescita di una società che si definisce civile”.

 

Somma Vesuviana, 24 Novembre – “A Somma Vesuviana la “buca rossa” continua a parlare e a segnalarci storie importanti. Nella nostra città abbiamo messo una buca dove tutte le donne ma anche quelle persone che subiscono le violenze domiciliari possono inserire le loro lettere – denuncia, mantenendo l’anonimato. Con la buca c’è anche la “panchina rossa” e noi lanciamo lo slogan: “Siediti accanto a me”. Invitiamo tutti gli uomini non violenti che sono la maggioranza ad isolare i violenti e a sedersi accanto a noi e comunque a meditare quando decideranno di sedersi su quella panchina. In Italia da inizio anno sono state assassinate già 62 donne”. Lo ha affermato Cinzia Castaldo, Presidente dell’Associazione EvaProEva.

Ed a Somma Vesuviana, nel napoletano, la “buca rossa” sta funzionando anche nell’unire le famiglie.

“Ho bisogno di parlare. Ci sono giorni che ho paura per me e per i miei figli ma sono solo giorni e ci sono giorni in cui tutto sembra normale ed allora mi convinco che forse è solo una mia impressione. Poi quando vedo il vostro impegno penso a me ed alle mie paure e questo è il mio numero di telefono n……”. E’ una lettera comunque drammatica inserita da una donna nella buca della panchina rossa in Piazza Vittorio Emanuele III  voluta ed ideata da EvaProEva, associazione che dal 2013 aiuta le donne ma anche le famiglie a ritrovarsi. “Siamo in presenza di una richiesta di aiuto – ha affermato Cinzia Castaldo, presidente di EvaProEva e paladina della cultura dell’accoglienza – e questa panchina che può sembrare un punto di arrivo è invece diventata un punto di riferimento perché al di là della stessa panchina il nostro punto di forza è la cassetta delle lettere consegnate in anonimato. Da questa cassetta prendiamo spesso pensieri scritti dalle donne e richieste di aiuto. Alcune volte sono loro ad indicarci il numero di cellulare e dunque riusciamo a rintracciarle. In genere nei nostri approcci cerchiamo di capire prima il problema. Notiamo che spesso c’è un problema di coppia, di comprensione e non di violenza. In questi casi avviamo terapie di coppia e cerchiamo di salvare la famiglia. A supporto di EvaProEva ci sono figure professionali, specialisti. Poi lavoriamo anche sulla prevenzione e sull’educazione culturale. Ad esempio entriamo nelle scuole cercando di avvicinare le nuove generazioni e di coinvolgerle attraverso forme artistiche come danza, letteratura, teatro, pittura e cerchiamo di comunicare il no alla violenza ed il rispetto per l’altro che sia donna o uomo mediante le forme artistiche. In periodo di Covid lo abbiamo fatto con la divulgazione di video a distanza”.

Dunque donne che riescono a denunciare non solo trovando la forza di scrivere ma anche di creare.

La donna che ha dato molto alla società civile, descritta da Dante senza dimenticare Leonardo e tanti altri grandi della letteratura, pittura, scultura.

“Negli occhi porta la mia donna Amore, per che si fa gentil ciò ch’ella mira; ov’ella passa, gn’om ver’ lei si gira – scrisse Dante –   e cui saluta fa tremar lo core, sì che, bassando il viso, tutto smore e d’ogni suo difecto allor sospira: fugge innanzi a llei Superbia e Ira”.

Nella video – intervista Rosangela Angri che supporta EvaProEva nelle attività artistiche, racconta la drammatica storia di Giulia (nome ipotetico) giunta all’Associazione.

“Nel 2007 Giulia (nome ipotetico) si fidanza con Marco (nome ipotetico) ed erano felici fino a quando venne fuori il vero volto di Marco. Giulia era strana, si trascurava ed improvvisamente smise di uscire con noi …….Questa è una delle tante storie che giungono attraverso lettere che chi è vittima di violenza mette nella nostra buca rossa. La letteratura  – ha ricordato Rosangela – ci canta invece una donna amata, una donna Dantesca: “Tanto gentile e onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta”. Ecco questo tipo di donna noi pensiamo che sia dimenticato e non è vero perché oggi abbiamo ancora molti uomini che vedono ancora la donna come tramite tra il cielo e la terra. Ci sono anche molti uomini che aiutano noi, perché nella nostra associazione siamo supportate anche da molte figure maschili. Quella di Giulia (nome ipotetico) è la testimonianza di una ragazza che abbiamo conosciuto durante un percorso di laboratorio teatrale e che ha poi confidato la sua esperienza di donna. Dunque ci sono donne che raccontano la violenza subita anche attraverso le forme artistiche, teatrali”.   

C’è necessità di intervenire sulle nuove generazioni attraverso l’educazione ed il rispetto.

“Dobbiamo entrare nelle scuole – ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana – in quanto l’attività non solo di sensibilizzazione ma soprattutto di educazione culturale è fondamentale. Solo con la cultura della condivisione con i valori della comunione possiamo arginare e speriamo eliminare questo fenomeno. La repressione non basta”.  

Lo sforzo delle Politiche Sociali.

“Siamo al fianco di tutte quelle iniziative che invitano e sensibilizzano le nuove generazioni sui valori della famiglia – ha affermato Sergio D’Avino, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Somma Vesuviana – e al rispetto per l’altro che sia uomo o donna.  La condanna della violenza sulle donne è netta, decisa. La figura femminile nella storia è stata determinante per la crescita della società civile. Sono state le donne a mantenere l’economia di intere nazioni in periodi di guerra e sono state le donne a contribuire in modo davvero importante e nel mondo nelle battaglie per il raggiungimento di diritti civili prima inesistenti. Noi siamo con le donne”.

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