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Somma Vesuviana, 200 anni di storia: ritorna la processione più antica

Somma Vesuviana, 28 Marzo – “Più di 200 anni di storia sono nella tradizionale Processione del Cristo Morto, la sera del Venerdì Santo a Somma Vesuviana. I preparativi hanno inizio già dal pomeriggio, dopo le ore 15, con l’allestimento di fasci alti di legno, in più punti del percorso iniziale, in particolare agli angoli dei vicoli che sono parte del Borgo Antico. All’uscita della Madonna, questi fasci vengono accesi anche per dare la possibilità, agli stessi confratelli, di dare luce alle candele. La processione esce al calar della sera con la partecipazione di almeno più di 30.000 persone lungo tutto il percorso. In occasione del Venerdì Santo, dalle ore 17 alle ore 22, saranno chiuse al traffico Via Collegiata, Piazza Collegiata, Via Piccioli, Via San Giovanni De Matha, dunque il Centro Storico. Avremo divieto di sosta, dalle ore 17 e fino alle ore 22 in Via Margherita, Via Canonico Feola, Via Gobetti, Via Turati, Via Amendola, Via Gramsci, Via Casaraia, Via Mercato Vecchio nel tratto di strada compreso tra l’intersezione tra Via Casaraia e Corso Italia. Divieto di sosta, dalle ore 17 alle ore 22 anche in Via Roma, Via San Pietro, Via Ferrante D’Aragona, Via Campane, Via Botteghe, Via Nuova”. Lo ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana.

Ben 2000 confratelli con il saio bianco, 4 congreghe, 4 gruppi cantorum che intonano il Miserere tutto in latino e lungo tutta la durata della processione, più di 8000 donne, migliaia di candele nei vicoli accese grazie a dei falò preparati dalla popolazione già dalle prime ore del pomeriggio e accesi poco prima dell’uscita della processione, alle ore 19 dalla chiesa più antica, quella della Collegiata, nel cuore del Borgo Antico. Il canto del Miserere in latino lo si ascolta anche a distanza dai balconi, dalle terrazze, in tutto il paese, mentre la banda, formata da 40 elementi, intona le marce funebri tra cui la Sonata n. 2 di Chopin. Un vero fiume di fiammelle lungo almeno 3 km accompagna l’intera atmosfera. Si tratta di una delle più antiche processioni di tutto il sud Italia.

Raffaele Molaro, anni 82, ultimo cantore del Miserere di antica generazione. Quest’anno il Gruppo Cantorum della Congrega della Neve, cordone verde, gli renderà omaggio, dandogli l’opportunità di cantare con loro in un punto preciso della processione. Raffaele, anni 82, canterà una strofa del Miserere in latino. “Sono confratello dal 1965. La mia è la 59esima processione – ha dichiarato Raffaele Molaro – per devozione. Sono costante perchè credo che le nuove generazioni debbano avere modelli positivi, insegnamenti positivi”.

Dal primo pomeriggio l’atmosfera la si vive nell’aria. Tutti i confratelli di qualsiasi età, anche bambini, iniziano a raggiungere la parte del Centro Storico. “La Settimana Santa è l’evento centrale della comunità cristiana. Anche nella nostra città le parrocchie si preparano a vivere le celebrazioni che fanno memoria degli ultimi giorni della vita di Gesù. Ogni comunità ha i suoi momenti liturgici – ha affermato padre Nicola De Sena, parroco della Comunità Parrocchiale di San Michele Arcangelo e San Giorgio, guida della Confraternita madre del Pio Laical Monte della Morte e Pietà –ma ciò che unisce tutte è la processione del Cristo morto e dell’Addolorata. Il venerdì santo è un giorno particolare, perché molti partecipano a questo momento di religiosità popolare, organizzato dalla Confraternita del Pio Laical Monte della morte e pietà, con la presenza delle altre confraternite esistenti della nostra città. Nel contemplare il volto della Madre addolorata, i Sommesi ritrovano i propri dolori, le difficoltà, le sofferenze della vita e chiedono alla Vergine Maria di consolare il cuore affannato da tante croci da portare. Questo appuntamento secolare non è rinchiuso nell’orizzonte di morte, ma apre già alla luce e alla speranza della risurrezione di Cristo. Infatti, la consolazione che può donare la Madre viene dalla consapevolezza che Gesù risorto accoglie ogni preghiera di intercessione”.

Le Congreghe in processione il Giovedì Santo e Venerdi Santo.

“A Somma Vesuviana riti secolari e radicati nella storia. Il Giovedì Santo le Confraternite sono impegnate nelle processioni serali subito dopo la Messa “In Coena Domini”. Ogni Confraternita parte da un punto diverso del paese e spesso si incrociano sul sagrato delle chiese. L’una deve attendere prima l’uscita dell’altra. Durante il percorso del Giovedì Santo, i confratelli recitano il Santo Rosario per tutta la durata dei percorsi. La Confraternita del SS. Sacramento, quella di Santissima Maria della Neve e, infine, quella di Santissima Maria della Libera girano in processione per l’Adorazione degli Altari, che nel gergo popolare viene denominata visita ai “sepolcri”. I canti, una volta – ha affermato Alessandro Masulli, storico delle tradizioni locali, Direttore dell’Archivio Storico di Somma Vesuviana – erano la caratteristica principale di queste serate: recuperati dalla liturgia delle “Tre ore di agonia”, venivano intonati coralmente con l’accompagnamento dell’organo. Pezzo d’obbligo era lo Stabat Mater. Seguivano le “Sette parole di Gesù in Croce, composte all’inizio del Novecento dal maestro Natale Pellegrino, la cui esecuzione avveniva proprio durante le” Tre ore di agonia”. Il Venerdì Santo sono ancora di più le confraternite. Le origini secolari della processione : lo statuto del Pio Laical Monte della Morte e Pietà dei Nobili del 1804 ci attesta che la processione dell’Addolorata con il Cristo morto non era ancora introdotta tra le pratiche di culto del sodalizio, mentre veniva contemplata per la prima volta la festività liturgica della Madre dei dolori. Nel 1857, invece, da una relazione del Vicario Foraneo Don Francesco di Mauro si è appreso che la processione dell’Addolorata si teneva e, addirittura, usciva dalla parrocchia di San Giorgio martire anziché dalla Collegiata. Il primo gennaio del 1889, in aggiunta, il Prefetto dell’Arciconfraternita, il barone Augusto Vitolo Firrao, in un suo cenno storico sul sodalizio, inviato alla Curia Vescovile di Nola, scriveva:… in questa Cappella si praticano tutte le sacre funzioni del Sodalizio; e fra l’altre nel Venerdì Santo vi si celebrano i dolori di Maria SS. con una solenne processione, simulante l’esequie di N. S. Gesù Cristo dal Calvario al sepolcro con la Vergine Addolorata, e ch’è tenuta in molta divozione dalla cittadinanza. Le notizie sopra citate ci confermano quindi le origini ottocentesche del corteo dell’Addolorata con il Cristo Morto e rivoluzionano vecchie supposizioni che lo facevano risalire alla seconda metà del XVII secolo, epoca della nascita della Compagnia”.

Coinvolgente lo scenario, tra vicoli, Cinta Muraria antica, stradine, falò accesi per dare la possibilità, la sera del Venerdì Santo, ai confratelli di accendere le candele. La Processione è molto suggestiva, tra candele, vicoli, il canto in latino del Miserere e sullo sfondo la veduta della Montagna, del Monte Somma. Il Venerdì Santo con la Pio Laical Monte della Morte e Pietà. Ben 4 congreghe, 4 i gruppi cantorum, 2000 confratelli con saio bianco. Con la Madonna con il Cristo Morto almeno 8000 donne, al seguito. La Banda musicale è formata da ben 40 elementi. con la Madonna con il Cristo Morto.

“La Processione è molto suggestiva, tra candele, vicoli, il canto in latino del Miserere e sullo sfondo la veduta della Montagna, del Monte Somma. Ma anche il lunghissimo corteo di donne che accompagna la Madonna con il Cristo Morto, poi il canto del Miserere tutto in latino, per tutta la durata della processione intonato dai gruppi cantorum delle congreghe e sempre con il saio bianco. I riti del Venerdì Santo – ha concluso Masulli – che si svolgono in Campania, hanno lo scopo di far rilevare ai fedeli il dolore della Chiesa per la Passione e Morte di Cristo. Il primo gennaio del 1650, la nobiltà napoletana fondò in una cappella della Collegiata, nella Terra di Somma Vesuviana una Compagnia della Morte con lo scopo principale di seppellire i morti in miseria e di aiutare i poveri infermi. Nel 1705, il sodalizio assunse la denominazione di Congrega e Monte della Morte e Pietà”.

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