Napoli, 27 Luglio – Durante l’ultima settimana in Italia si è riaccesa la questione sbarchi sulle coste del mediterraneo, sicuramente non un problema recente bensì un qualcosa che ormai avviene da una decina d’anni e al quale non si riesce a mettere una pezza che possa accontentare tutti. Sulla questione si sono espressi migliaia di esperti, politici, tecnici e persone comuni ma nessuno è mai riuscito a trovare una soluzione che riesce ad evitare tutte queste morti invisibili che potrebbero essere considerate quasi come crimini contro l’umanità.
Negli ultimi giorni siamo passati dal leggere notizie solo sul covid a notizie solo su naufragi di barconi che si perdono nel Mar Mediterraneo e vengono recuperati solamente una volta dispersi. Dalle news che leggiamo sui nostri pc e sui nostri smartphone sembra che la questione sia solo una problematica italiana, con i nostri governi che nel corso degli anni hanno provato a sistemare la problematica, a partire da Berlusconi, che essendo molto amico di Gheddafi, ex leader della Libia, finanziava il paese africano per evitare sbarchi continui nel nostro paese.
Ma il problema non è esclusivamente dello stato italiano, infatti dovrebbe essere l’Unione Europea a dare un sostegno al nostro governo nel gestire questa problematica internazionale, che rischia di diventare una problematica sociale per i nostri concittadini del sud che sembrano essere esasperati dai continui sbarchi, tant’è che sono giornaliere ormai le proteste degli abitanti di Lampedusa, i quali si presentano di fronte ai centri di accoglienza per protestare contro le istituzioni che non li tutelano e non investono nelle imbarcazioni che salvano delle vite umane.
Molto probabilmente la questione durerà ancora molti anni in quanto nessuno sembra avere intenzione di mettere un punto conclusivo a questa problematica, ma staremo a vedere se si attiverà qualcuno per salvaguardare le vite di queste persone che scappano da condizioni davvero disumane, così come successo per l’ambiente con Greta Thunberg.
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