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Saviano, la storia del PCI: presentazione dell’ultimo libro di Gianfranco Nappi

Saviano, 13 Luglio – Serata di riflessione politica sulla storia del PCI e sulle sorti della Sinistra italiana, per la presentazione dell’ultimo libro di Gianfranco Nappi, “Dedicato al P.C.I”.

La serata è stata organizzata nel cortile interno del Palazzo Allocca; da molti individuato come luogo ideale per incontri culturali e convegni, eventi in genere. All’incontro erano presenti numerose personalità: Gianfranco Nappi, Autore, Massimiliano Manfredi, Consigliere Regionale, Regione Campania, Vincenzo Simonelli, Sindaco di Saviano, Alexsandra Ida Mauro, Consigliere Comunale, Paola Ammirati, Assessore alla Cultura del Comune di Saviano, Miriam Dafne Iovino, Segretaria P.D. Saviano e infine Ciccio Strocchia con l’incarico di moderatore, coordinatore.

La presentazione del libro dell’On. Gianfranco Nappi” Dedicato al PCI”, è stata un’occasione per aprire un dialogo sul passato storico, improntato sul presente, sulle prospettive della sinistra nell’immediato futuro; un quesito sul quale è aperto il più ampio dibattito in un meccanismo di gran complessità. Sono emersi diversi aspetti: Il passato dei movimenti popolari, la storia dell’esperienza di un grande partito di massa come il PCI, il tentativo d’interpretare il presente e il futuro delle politiche di sinistra.

Numerosi i protagonisti di un percorso storico ricordati. L’autore nel suo intervento conclusivo: “Ho ritrovato lo spirito giusto quando di recente è stata inaugurata la sede ANPI come in quest’occasione. È questo l’atteggiamento sul quale scommettere con la voglia di non fermarsi”.

Parlando del libro cita Adriano Prosperi e un suo saggio per Enaudi uscito da qualche mese “ Il tempo senza storia”. “A che serve la storia? –  Si è chiesto l’autore – sembra materia inutile perché non insegna nulla di concreto di pratico”. Altro libro citato, un invito alla lettura nonostante le 600 pagine, quello di Shoshana Zuboff: “ Il capitalismo della sorveglianza”.

Siamo immersi in un flusso permanente; quello che hai fatto un minuto prima è già superato e sei alla ricerca della cosa da fare un minuto dopo; un’induzione permanente a cambiare a far la cosa nuova, a consumare; Uno schiacciamento permanente sul presente. Gli analisti della società parlano di una nuova malattia sociale che è il Presentismo: ieri non conta niente, ecco la supposizione che la storia non serva, non servono i classici e altro; il domani verrà e l’unica cosa che conta è il presente.

Ora in questo tempo frantumato l’individuo è spinto a perdere cognizione di se a non più connettere. L’individuo si sente uno sradicato, spaesato, insoddisfatto nell’attesa. Ecco l’illusione della cosa che mi attende tra un minuto, l’attesa ossessiva convulsiva del Like. Una radice della crisi della politica che è vivere insieme un’esperienza nasce dentro questa rottura nella quale siamo immersi! Una rottura modernissima.  Rimettere insieme una riflessione sulla storia è una delle cose fondamentali che ci servono per capire l’oggi.  Serve una lettura critica da cui deriva questo presente; vedere i processi che hanno portato a questa situazione. Quest’oggi non nasce oggi! Le radici di quest’oggi stanno dentro dinamiche, fenomeni, processi che affondano le loro radici nel tempo; ricostruire una visione più ampia serve per capire meglio che sta succedendo; la possibilità di influire su questo presente!  Di cambiarlo con tutte le energie. In uno dei suoi quaderni Gramsci si chiamava non a caso “ Passato e presente”. Una riflessione sulla storia è quanto meno necessario per orientarsi nel presente. Secondo alcuni quella del PCI è fondamentalmente una storia sbagliata; una mala storia. Reagendo a questo: altro che mala storia! La storia dei Comunisti italiani è carne e sangue della difesa della democrazia e della libertà di questo Paese.

È la storia di un processo; uomini e donne, senza parlare degli intellettuali, lavoratori operai, contadini, analfabeti hanno imparato stando insieme ad aver coscienza dei propri diritti. Si sono battuti quando sembrava impossibile ottenerli questi diritti. Stiamo facendo un lavoro sul centenario; stiamo facendo una mostra fotografica sulla storia dei comunisti napoletani e campani. Mario Riccio. Era fotografo dell’Unità.

Ha lasciato scatoloni di foto da lui scattate; 30 o 40 anni di storia napoletana. Le abbiamo selezionate; personalmente digitalizzate 3000; ora non possiamo fare una mostra con tante foto; ne selezioneremo alcune. Questo per dire che è una grande storia. Uomini semplici sono diventati coscienti dei loro diritti; l’Italia è andata avanti con il PCI. Clemente Maglietta era un giovane che stava alla Nunziatella nel 33- 34; rompe con la tradizione di famiglia, diventa antifascista e parte e va in Spagna a difendere la repubblica spagnola che era stata attaccata da Franco dai nazisti e fascisti; un ragazzo di 20 anni! Ragazzi operai, contadini in pieno fascismo! Gramsci diceva: “Odio gli indifferenti”; hanno scelto la parte giusta e non sapevano che c’è l’avrebbero fatta e si sono battuti; tanti sono morti. Questo trovo straordinario di questa storia. Un libro che rende merito a questa generazione; a loro dobbiamo il meglio che c’è oggi.

Antonio Romano

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