San Giuseppe Vesuviano, 24 Novembre – Alla vigilia della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne (che si celebra ogni anno il 25 novembre), al Comune di San Giuseppe Vesuviano, centro capofila dell’Ambito Sociale Territoriale n. 26 – s’è tenuto l’altro giorno un importante convegno dal titolo “Un’altra via d’uscita”.
L’evento ha sottolineato l’importanza dell”esperienze delle donne che hanno frequentato e frequentano i sette Centri Antiviolenza situati nell’area vesuviana: i dati che ne emergono, confermano che si tratta di comportamenti finalizzati ad imporre potere e controllo nelle relazioni di coppia attraverso atti di maltrattamenti fisico, anche sessuale. E’ stato questo l’argomento che è stato affrontato, durante i rispettivi interventi, da parte della dottoressa Carmelina Franzese, psicoterapeuta presso i centri Antiviolenza “Lilith”, e da parte della dottoressa Stefania Lamberti, psicoanalista e consulente tecnico alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Salerno.
Un altro intervento significativo è stato quello di Imma Robustelli, assistente capo e referente del Commissariato di Polizia di San Giuseppe Vesuviano per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne, impegnata alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Nola.
«Mi occupo dei reati di stalking, degli atti persecutori che si verificano a discapito delle donne. – ha dichiarato Robustelli, rilasciandoci in esclusiva alcune sue impressioni, a margine del convegno – La Polizia di Stato può fare molto a tutela delle donne che subiscono le violenze. Abbiamo dati statistici di riferimento: nel 2017, rispetto all’anno precedente, i femminicidi sono diminuiti. La Polizia di Stato non può debellare questo triste e drammatico fenomeno, ma può certamente arginarlo e contrastarlo. Si tratta di reati consumati spesso tra le quattro mura domestiche. Essendo donna – ha aggiunto Robustelli – in prima persona sente l’obbligo morale di lanciare un messaggio ben preciso: varcate la soglia del Commissariato e “denunciate”. Questo è il primo passo verso la conquista della propria dignità! La maggioranza delle donne è convinta che determinati atteggiamenti siano normali, perfino giustificabili, quindi non si rendono conto di subire violenza. L’iniziativa promossa l’altro giorno vuole essere un incentivo, sostenendo tutte quelle donne che subiscono maltrattamenti perché, come titolava il convegno, un’altra via d’uscita c’è».
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