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Pomigliano d’Arco celebra il centenario della nascita del PCI

Pomigliano d’Arco, 29 Gennaio – Due giorni fa, presso la Sala Convegni dell’ “ex Distilleria” di Pomigliano d’Arco (via Roma 281) si è tenuto il terzo incontro dell’iniziativa “I giovedì sul centenario”, progetto culturale curato egregiamente dalla realtà politica locale “Rinascita”, in collaborazione con la rivista “INFINITIMONDI”. La serie di convegni ha come scopo la celebrazione del centenario della nascita del Partito Comunista Italiano attraverso il ricordo delle tappe salienti della storia del P.C.I., arricchito dagli interventi e dai contributi di alcune personalità note – sia del mondo accademico e sia di quello politico – invitate nel corso dei vari incontri. Ieri, il terzo “giovedì del centenario” aveva il seguente titolo: “Berlinguer: dall’Eurocomunismo alla fine della “Spinta propulsiva” e alla Terza via; dal Compromesso Storico all’alternativa e alla questione morale, alla lotta contro la camorra e per la pace”, ed hanno preso parte all’incontro Antonio Bassolino, Consigliere Comunale di Napoli, ed ex Sindaco della stessa città, e il sindacalista Ciccio Ferrara, mentre il ruolo di moderatore del dibattito è stato affidato ad Antonio Avilio, membro di “Rinascita” e consigliere comunale.

É proprio quest’ultimo ad aprire il dibattito, rievocando l’incontro tra Enrico Berlinguer e gli operai dell’ Alfa sud di Pomigliano d’Arco a Botteghe oscure, e il discorso dell’ ex Segretario generale del P.C.I. al Teatro Eliseo nel 77’, in cui ebbe grande centralità il concetto di “Austerità”, messo in relazione all’emancipazione della classe operaia, e ad una visione alternativa del mondo del lavoro, libera dalla storture del capitalismo. «Ecco – dice Avilio – vorrei partire da questi due ricordi, da questi due momenti chiave dell’esperienza di Berlinguer alla guida del P.C.I., per sollecitare gli ospiti di quest’oggi a riflettere sui seguenti punti:

  • La centralità della classe operaia nel progetto di rinnovamento sociale auspicato da Berlinguer, e la sua visione alternativa del mondo del lavoro;
  • L’apporto che il P.C.I. – guidato da Berlinguer – ha fornito alla lotta contro la camorra;
  • Il contributo che una figura come quella di Berlinguer può offrire ai giovani d’oggi. Spero di aver fornito degli spunti di riflessione interessanti, e a tal proposito cedo la parola agli ospiti di oggi».

Il primo a prendere la parola è il sindacalista Ciccio Ferrara, di cui qui di seguito riportiamo un breve resoconto del suo intervento: «Sono sempre contento di prendere parte a queste iniziative, e spero che la mia esperienza nel sindacato e nella politica possa riuscire a fornire un’analisi di tali tematiche complesse. L’aspetto che mi ha colpito da sempre di Enrico Berlinguer era il suo essere completamente votato alla “ricerca politica”, e all’interessarsi agli scenari futuri. Già nel 72’ il “Club di Roma” aveva stilato un rapporto in cui si sottolineavano i devastanti impatti del sistema capitalistico sugli equilibri ambientali, e Berlinguer fu uno dei primi politici italiani ad interessarsi a tali tematiche, facendo sposare quest’ultime con il disegno di una società emancipata e libera dallo sfruttamento dominate in ambito lavorativo. A tal proposito Berlinguer propose nell’ 82’ di organizzare un Convegno sulla Futurologia – purtroppo mai realizzato – in cui l’ex Segretario generale del P.C.I. voleva approfondire il dibattito sull’impatto delle nuove tecnologie, anticipando le tematiche di quella che oggi chiamiamo “rivoluzione digitale”.

Oltre a ciò, ricollegandomi all’incontro tra Berlinguer e gli operai dell’Alfa Sud di Pomigliano, ricordo con grande orgoglio la formazione culturale di quella classe operaia, che al cospetto dell’ ex Segretario generale del P.C.I., incalzava quest’ultimo con domande relative alla politica internazionale, a dimostrazione di come il P.C.I. si nutrisse dell’entusiasmo e delle passioni degli operai italiani, la vera linfa vitale del partito. Infine per concludere e rispondere all’ultimo spunto di riflessione proposto da Avilio, ritengo che oggi il ricordo di una figura come Berlinguer debba essere la bussola per la creazione di una nuova generazione politica, capace di ascoltare, di discutere, di collaborare, tutte qualità che caratterizzavano Enrico Berlinguer».

Il secondo a intervenire nel dibattito è Antonio Bassolino. Di seguito le parole dell’ex Sindaco di Napoli: «Ringrazio gli organizzatori dell’evento per l’invito, e sin da subito ci tengo a precisare che condivido molte delle cose dette da Ciccio Ferrara, anche io infatti vorrei ricordare la “competenza internazionale” che caratterizzava Berlinguer, una qualità che oggi manca dannatamente alla politica e ai politici italiani, affetti da un profondo “provincialismo”. Bisogna ricordare che fu proprio la competenza internazionale di Berlinguer a gettare le basi per il “Compromesso Storico”. Cerco di spiegarmi meglio: l’atteggiamento di Berlinguer relativo al Compromesso storico è fortemente influenzato da ciò che stava avvenendo in Cile in quegli anni, e l’indole “Togliattiana” insita nell’ex Segretario Generale del P.C.I.. Come ben sappiamo il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro da parte delle BR hanno poi stravolto in modo permanente il corso della politica italiana, e a tal proposito mi piacerebbe ricordare ciò che Alberto Menichelli, autista e amico personale di Berlinguer, mi raccontò qualche tempo fa: fu infatti proprio Menichelli a comunicare a Berlinguer la tragica notizia della morte di Aldo Moro. Sin dal principio – mi disse Menichelli – Enrico aveva capito che con quel gesto le BR non avevano solo ucciso Aldo Moro, ma anche la sua politica, e questo avrebbe innescato un processo di cambiamento impetuoso per la stabilità politica italiana.

Per quanto riguarda il rapporto di Berlinguer con il Mezzogiorno d’Italia è impossibile non ricordare la visita di Enrico ai Comuni distrutti dal terremoto dell’80’, e proprio di quelle giornate ricordo lo sguardo di queste vecchie donne meridionali stravolte dal dolore che guardavano Enrico come se fosse Gesù Cristo, l’ennesima dimostrazione del forte legame che univa Berlinguer alla gente comune, come verrà poi ben dimostrato nella giornata dei suoi funerali. Vorrei chiudere anche io il mio intervento cercando di creare un ponte tra la figura di Berlinguer e le future generazioni politiche. Condivido pienamente le parole espresse poco fa da Ciccio Ferrara, a cui aggiungerei anche una nuova declinazione di politica, che oggi più che mai deve trasformarsi in “Curiosità Sociale”».

L’incontro si è concluso con la proiezione del documentario “Enrico Berlinguer incontra la classe operaia di Pomigliano d’Arco”. L’ultimo “giovedì sul centenario” si terrà il 10 Febbraio e riguarderà “la crisi del liberismo e l’attualità di una critica socialista per una società migliore”. 

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