Marigliano, 9 Aprile – E’ il lunedì dei fujenti. La divisa candida e le fasce con i colori della madonna dell’Arco sono pronte. Fra poco le indosseranno e tutti in marcia nella lunga mattinata dei fujenti raggiungeranno il santuario mariano della Madonna dell’Arco. Arriveranno circa 500 Mila pellegrini da tutta la Campania. Per l’occasione sarà Interdetta al traffico l’area antistante il santuario. Sono state installate barriere anti-Tir. Più di un centinaio tra carabinieri, poliziotti e militari saranno disposti lungo via Arco con unità cinofile e anche la croce rossa e le ambulanze.
Ma su tutto prevale la fede di chi in marcia si reca dalla Madonna per chiedere una grazia o per ringraziarla di un miracolo ricevuto. Ognuno ha un motivo per recarsi alla Madonna dell’Arco. I bambini invece corrono con l’ingenuità dei loro anni raccogliendo la tradizione di famiglia. E’ ancora presto per capire. Il senso lo spiega Francesco Faicchia, che oltre ad avere il nome del nonno che ha iniziato la tradizione, ha raccolto il testimone dal padre Giuseppe che prepara a mano le bandiere con il volto della Vergine su cui sono raffigurati tutti i componenti della famiglia.
Un vero e proprio albero genealogico che solo lo sguardo di un sensibile antropologo può capire. Un bambino si trova catapultato direttamente nel rituale e lo ritiene parte importante e vitale della sua vita. “À storja mja -. dice Francesco – é à storja e ogni criature, e chi rind’e braccje Toje é criscute… e chi cu nà bandiera c’è pazziave chella faccelle senza a nu peccate… cresceva ma nun cunesceve ò male… dopo semb’ Ca’ stessa fed'”. I piccoli vengono portati sulle spalle dai propri papà. Suona il corno che sveglia i fujenti e li chiama all’appello. E’ tutta una sfilata di squadre sulla via Nazionale delle Puglie partendo da Marigliano, passando per Brusciano e Castello di Cisterna.
E’ un bel folclore che si unisce a quello di tutte le squadre dell’hinterland. E’ un culto stretto tra sacro e profano che troppo spesso deve scontrarsi con i dettami della chiesa, ostile verso questo rituale che parte dal basso. Anche questa è fede e non bisogna guardarla con occhio critico. La Madonna non giudica, accoglie tutti. “Cu ‘na bandiera pe’ strade purtam’ speranz’.. Ca’ poi nu juorne sta vita putesse cagna’”, scrive questa frase significativa Francesco Faicchia.
Lungo il percorso è tutta un’adorazione davanti alle edicole votive con la danza dei Toselli. Si fanno danzare le bandiere tra movenze fisiche e piedi in movimento. Si cantano i canti devozionali. E’ un lunedì suggestivo che unisce tutti i ceti sociali e che rende viva la tradizione. A via Caliendo a Lausdomini è stato addirittura creato un percorso di fede e in una stanza è stata esposto il tronetto con la Madonna. “A Maronna va accompagna”.
Anita Capasso
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