Riflessioni in pillole Rubriche

“Non permettere a nessuno di entrare nella tua anima con i piedi sporchi”…

Napoli, 31 Agosto – Tempo fa trovai su facebook questa citazione, purtroppo anonima, mi colpì molto e nonostante la mia memoria non sia delle migliori, a distanza di tempo, la ricordo ancora. Nel leggerla immaginai qualcosa di bianco, puro, pulito, che arroganti impronte calpestavano lasciando macchie indelebili.

Quale anima non è stata calpestata? Ascoltando noi stessi, amici, parenti, tutti ci sentiamo quell’anima bianca e candida che è stata calpestata, ma allora a chi appartengono quei piedi sporchi?

Quando ero ragazzina, avevo un’amica, l’adoravo, era carina, simpatica, quando uscivamo con gli amici, attirava l’attenzione di tutti, era molto divertente. Senza neanche rendermene conto io diventavo la seconda, sempre, ma per me non era assolutamente un problema, tanto è vero che se qualcuno dava la sua attenzione prima a me, mi sentivo quasi in imbarazzo.

In quel periodo nel giro di poco mi allungai tantissimo, il mio corpo cambiò sembianze e precocemente divenne quello di una donna, i complimenti che ricevevo erano tanti, soprattutto sul mio fondoschiena. La mia amica però mi fece notare che era un po’ troppo grande per la mia statura e non perfetto. Rimediai subito con maglioni lunghi e coprenti.

Un giorno d’estate mentre passeggiavamo, incontrammo un amico. Indossavo un paio di jeans e una maglietta rossa a mezze maniche, ovviamente coprente, ma abbastanza attillata. Il mio amico fece una battuta sul mio seno appena pronunciato, a quei tempi arrivavo a malapena a una seconda, divenni rossa come la maglietta. La mia amica rise con lui, avvalorando la cosa, lei aveva un bellissimo seno, ed io mi resi conto di quanto fossi stata stupida a vestirmi così, avevano ragione loro a deridermi. Fu così che le mie magliette divennero lunghe e larghe. Finalmente potevo andare in giro senza rendermi ridicola.

Ben presto iniziammo a truccarci, la mia amica, che si curava di me nei minimi dettagli, fu così carina da suggerirmi di non mettere troppo in evidenza gli occhi, erano troppo grandi e assomigliavano un po’ a quelli di una rana. Ancora una volta mi ritenni fortunata ad avere lei al mio fianco, iniziai a farmi crescere la frangia quasi da toccare le ciglia. Mi guardavo allo specchio ed ero davvero soddisfatta, le rotondità oculari venivano camuffate egregiamente, c’era solo un piccolo problema, facevo fatica a vedere, per ovviare camminavo con la testa leggermente inclinata all’indietro e più di una volta rischiai di rompermi l’osso del collo.

Passarono gli anni e le nostre strade si divisero, così senza nessun motivo. Nuove amicizie, nuove compagnie, nuovi tagli di capelli, presero posto nella mia vita.

 Mi trasferii a Brescia, una mattina mentre bevevo un caffè con una collega di scuola, ad un certo punto mi disse: “Mi avevano detto che avevi dei bellissimi occhi verdi, e non avevano esagerato”.

Non ricordo se a quei tempi mi truccassi o meno, so solo che ci rimasi talmente male che quasi scoppiavo a piangere. Come si permetteva di deridermi così? Se non fosse stato che la conoscevo a malapena, gliene avrei cantate quattro.

Mestamente le risposi: “Certo, come quelli di una rana…”.

“Ma cosa dici”, controbatté lei, “hai degli occhi veramente bellissimi”.

La guardai con attenzione per capire dove volesse andare a parare, stavolta non mi sarei trattenuta, non avrei permesso a quella “nordica” di prendersi gioco di me in quel modo.

Con mia grande sorpresa mi accorsi che i suoi occhi erano sinceri e il suo stupore di fronte alla mia affermazione, era vero.

Quando tornai a casa mi guardai a lungo allo specchio rendendomi conto di avere degli occhi, sì perché ormai mi ero quasi estraniata da quella parte del corpo, e che non erano neanche così brutti, certo un po’ sporgenti, ma il verde dell’iride sembrava un prato in fiore.

Morale della favola: Non ci saranno mai piedi abbastanza sporchi da sporcare la tua anima, finché tu avrai abbastanza stima e rispetto di te stessa da guardarti davanti ad uno specchio e vederti esattamente per quello che sei.

 

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