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Nola, l’Università Parthenope torna nella Città dei Gigli: al via il nuovo corso di studio in Economia e Management che partirà già a settembre

Nola, 14 Luglio – Come da comunicato stampa a firma di Fiorella Anzano.  Partiranno a inizio settembre a Nola le prime lezioni del Corso di Laurea triennale in Economia e Management dell’Università Parthenope; con questo corso si concretizza il ritorno dell’Ateneo nel territorio nolano. Presentazione ufficiale avvenuta di recente: nel corso di una conferenza stampa, ci sono stati gli interventi seguenti: il Magnifico Rettore Alberto Carotenuto, accompagnato dal Prorettori Antonio Garofalo e Francesco Calza, il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Campania Luisa Franzese e il Sindaco del Comune di Nola Gaetano Minieri.

Tante le autorità civili e religiose presenti, tra di esse il Vescovo di Nola, Mons. Francesco Marino. In attesa della realizzazione dell’edificio che sorgerà nella zona dell’ospedale e sarà completato in un paio di anni, i ragazzi seguiranno i corsi presso l’auditorium del Rione Gescal, messo a disposizione dall’amministrazione comunale.

Il Corso di Studio in “Economia e Management” che afferisce al Dipartimento di Studi Economici e Giuridici, è il primo della Classe di laurea L-33 (Scienze economiche) attivato nel Centro-Sud Italia e offre, dalle verifiche sui dati occupazionali di AlmaLaurea di questo Corso attivo presso Atenei del Nord Italia, un riscontro positivo in termini di occupazione professionale post-laurea.

L’obiettivo del Corso di Studio è di formare esperti in scienze economiche e manageriali, le cui competenze acquisite possono consentire sbocchi occupazionali in contesti anche internazionali e di preparare indicazioni e proposte su questioni di natura economico-aziendale, con attenzione agli aspetti contabili e finanziario-assicurativi. “Abbiamo fatto un investimento importante perché abbiamo il dovere di offrire opportunità ai giovani del nostro mezzogiorno, anche per cercare di arginare l’esodo degli studenti verso il nord Italia o l’estero – ha sottolineato il Rettore Carotenuto – è evidente che questo è solo il primo passo, e partiamo con un corso in area economica poiché qui c’è una realtà economica importante, il secondo corso di studi che attiveremo è relativo all’area informatica e stiamo ragionando sull’attivazione di un terzo corso di studio”. Soddisfatto il sindaco Minieri, per il quale “il ritorno dell’Università a Nola è motivo di grande orgoglio per tutte le amministrazioni locali, l’Ateneo insisterà su un territorio ampio e in una zona dalla forte connotazione industriale, grazie alla presenza del Cis, l’Interporto, il Vulcano Buono, l’area Zes e altre realtà che necessitano di giovani preparati e pronti a essere inseriti nel mondo del lavoro”.  

La nostra intervista al Rettore Alberto Carotenuto.

Una politica di decentramento. Spesso il binomio grande città Università non è sempre. Invece si attuano delle politiche di decentramento, fuori dal grande centro, che toccano realtà che pure meritano rispetto?  

“Sono assolutamente d’accorso. Non é una politica di decentramento perché le politiche di decentramento comportano dei costi che non possono esser sostenuti dalle Università; ritengo che una sede decentrata per ciascun’Università del territorio potrebbe essere; nella nostra politica abbiamo scelto Nola come nostra possibilità in virtù del fattore che avevamo una storia in questo territorio e volevamo continuare a rimanerci”.

Le radici storiche sono importantissime. Nola ha una cultura antichissima e ben si sposa con progetti culturali di un Università? “Realtà del territorio che riteniamo molto valida; c’è un interporto, un’area ZES c’è un tessuto industriale poco conosciuto ma efficace. A nostro avviso era giusto metterci a servizio di questo territorio. E scuramente non faremo altre azioni di decentramento. Il nostro l’abbiano dato”.

Dove cresce la cultura cresce anche la città?

Certo! Finalmente si è compreso che il progresso economico passa per una formazione accurata dei nostri giovani; è una delle ragioni per cui siamo ritornati a Nola”.

Antonio Romano

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