Napoli, 1 Dicembre – Sabato 23 novembre, nel 39° anniversario del terremoto del 1980 in Campania e Basilicata, per una escursione tra il ricco patrimonio storico, artistico ed architettonico, culturale, civile e spirituale, consistente in circa 500 chiese a Napoli, è stata scelta la chiesa monumentale di San Giorgio Maggiore, a Forcella, dove da 13 anni è Parroco Don Angelo Berselli.
Questa chiesa che si affaccia su Piazzetta Crocelle ai Mannesi ed è lambita da Via Duomo, in quello che forse è il punto più antico di Napoli avveniva nel IX secolo l’intitolazione al guerriero martire, durante il periodo che vedeva combattere i Napoletani contro i Longobardi, mentre originariamente era detta la “Saveriana” e comunque risalente ai primi secoli dell’Era Cristiana. Finita di costruire ad inizio V secolo, per volontà del Vescovo di Napoli San Severo, che qui avrà la sua tomba finale, (364-410), la chiesa nel 1618 veniva concessa all’Ordine dei Padri Pii Operai fondato dal Venerabile Carlo Carafa (Mariglianella 1561-Napoli 1633). In seguito ai notevoli danni prodotti da un incendio del 1640 veniva ristrutturata ad opera dell’architetto e scultore Cosimo Fanzago (Clusone 1591-Napoli 1678), il quale realizzando l’ingresso con inversione dell’orientamento nord-sud, permette ancora oggi l’entrata dall’abside della preesistente chiesa paleocristiana, che in verità risultava, fino all’Ottocento, non visibile per inglobamento nel Palazzo Ferraro antistante fino all’abbattimento del 1881. Entrando nella chiesa barocca, dopo i gradini, superato il catino absidale, girando lo sguardo di 180 gradi il visitatore si ritrova a contemplare la sorprendente testimonianza storica ed architettonica del IV secolo d. C. .
“Ma c’è una seconda sorpresa tutta da scoprire, nell’attuale zona absidale -ha dichiarato il sociologo e giornalista Antonio Castaldo- e questo con l’aiuto dei volontari che affiancano il Parroco, Don Angelo Berselli. Si tratta dell’affresco “San Giorgio che uccide il drago” di Aniello Falcone (Napoli 1607-1665) rinvenuto in seguito ai lavori di restauro del 1992 dopo il terremoto del 1980. Questo lavoro è visibile con un’operazione di scopritura aprendo a ventaglio la coprente omonima opera del XVIII secolo di Alessio D’Elia che è dirimpettaia dell’altra, si stessi autore ed epoca “San severo che resuscita un morto”. Una volta riposato lo sguardo nel volgere i passi di congedo dall’abside si coglie l’urna dei resti mortali di San Severo, dietro l’altare”.
Come nel video “I Segreti della Chiesa San Giorgio Maggiore a Napoli” con le riprese ed il commento del sociologo e giornalista Antonio Castaldo e con il montaggio di Giuseppe Pio Di Falco per IESU Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali postato all’indirizzo web https://www.youtube.com/watch?v=LAJoraq93uc&feature=youtu.be .
Questo è l’elenco delle opere d’arte sacra visionabili nella Chiesa di San Giorgio Maggiore a Napoli: Abside Paleocristiana; Conversione di San Disma (Francesco Peresi 1713); Madonna della Potenza ( Anonimo, XIV Secolo); Trittico con San Nicola, Sant’Antonio e Angeli, (Francesco Solimena 1687); Altare Maggiore (Camillo Lionti 1786); Abside, a sinistra, San Giorgio che uccide il drago (Alessio D’Elia XVIII Secolo; dietro opera omonima (Aniello Falcone, prima metà del Seicento); a destra, San Severo che resuscita un morto (Alessio D’Elia XVIII Secolo); Madonna col Bambino, San Giorgio e San Severo (Giovanni Balducci, 1629); Cattedra di San Severo (Epoca Medievale); Pulpito in marmo con rilievo (Attribuito a Diego De Siloé): Ingresso e Cantoria: L’Arcangelo Raffaele e Tobiolo (Francesco Peresi, 1713).
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