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Napoli, appello alla magistratura dai figli della guarda giurata Della Corte ucciso da una baby-gang e da Gaetano Barbuto Ferraiolo gambizzato dopo una lite

 

“Chiediamo giustizia non pene leggere. Per la nostra sofferenza non ci sono sconti” 

Napoli, 17 Novembre – Un appello alla giustizia arriva da 3 ragazzi, 3 persone reduci da storie terribili e drammatiche. Gaetano Barbuto Ferraiuolo e Giuseppe e Marta Della Corte, in presenza del Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli e del coPresidente di Europa Verde Fiorella Zabatta lanciano un messaggio alla Magistratura per chiedere giustizia in relazione alle loro vicende personali e familiari.

 Per la vicenda di Gaetano Barbuto che ha perduto le gambe dopo essere stato sparato dopo una lite nata per futili motivi a Sant’Antimo ancora non sono stati trovati dei colpevoli.

“Quello che chiedo non è qualcosa di fuori al mondo, qualcosa di assurdo. Ma è una richiesta semplice e più che legittima. Giustizia per ciò che mi hanno fatto.”- è l’appello di Gaetano.

I fratelli Della Corte, invece, sono i figli di Francesco Della Corte, la guardia giurata che la notte del 3 maggio 2018 fu uccisa da un gruppo di 3 ragazzini a colpi di spranga (con l’intento di rubargli l’arma di servizio) mentre faceva il suo dovere nella stazione della metropolitana di Piscinola.

“Quei 3 dovevano scontare 24 anni poi, grazie al rito abbreviato, furono condannati in primo grado a 16 anni, poi la condanna è stata ridota a 14 anni in appello. Ora si va il processo di Cassazione che ci sarà martedì prossimo dove la difesa ha chiesto un ulteriore sconto di pena. Ci sembra assurdo, cosi ammazzano nostro padre una seconda volta.  Quei ragazzi non hanno avuto alcuna pietà, anche quando nostro padre era riverso al suolo inerme hanno continuato ad infierire su di lui per paura che potesse riconoscerli e denunciarli. Per noi è straziante ogni volta rivivere questo ricordo, che almeno sia fatta giustizia. Gli assassini si potranno rifare una vita mentre per noi l’ergastolo è iniziato da quando hanno ucciso nostro padre. Per le nostre sofferenze non ci sono sconti di alcun genere”– le parole dei fratelli Della Corte.

“La vita di una persona vale davvero così poco per la giustizia italiana?  Chiediamo ai magistrati di far attenzione quando concedono queste riduzioni di pena perché così si tutelano sempre i criminali, i delinquenti ed i violenti e mai le vittime e le loro famiglie. I risultati di queste scelte già pesano sulla nostra società dove sempre più si osannano, si omaggiano e si celebrano i criminali mentre le vittime, gli eroi e le persone perbene vengono abbandonate e dimenticate.” – il commento del Consigliere Borrelli con il copresidente nazionale di Europa Verde Fiorella Zabatta.

“Nel 2019 Ciro U., da poco in carcere per l’omicidio di Della Corte, per festeggiare insieme ai familiari e la fidanzata il suo compleanno ottenne un permesso premio. Alfonso Bonafede, allora ministro della Giustizia, dopo l’indignazione popolare causata dalle pubblicazione sui social della festa chiese all’ispettorato di via Arenula di compiere accertamenti sul caso ma ad oggi nessuna notizia è stata data ai familiari sui risultati di quell’azione. Ho chiesto all’attuale Ministro Lamorgese di avere notizie. E’ inaccettabile che siano passati oltre due anni e non ci siano state risposte su questa vicenda” conclude Borrelli che ha scritto nuovamente al Ministro.

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