Villano è senza peli sulla lingua: “Con i soldi del PNRR ci stiamo indebitando collettivamente non per restituire a Marigliano il simbolo iconico del suo glorioso passato borghesemente nouveau, distrutto dalla furia della seconda guerra mondiale e da decenni di cattiva gestione amministrativa, ma per ricreare il solito, banale spiazzo urbano: similavveniristico, anonimo, di design convenzionale e con un arredo industriale abbastanza deprimente. La nuova, deludente Piazza Roma di Marigliano sarà così. Senza carattere. Senza storia. Senza grazia. Senza armonia. Senza anima. Una piazza che sarà a Marigliano ma potrebbe stare anche a Birmingham, Malmö, Molenbeek o a Quarto Oggiaro. Era l’ultima occasione per recuperare quel centro reale/ideale della città. Peccato”.
Persa ancora una volta una grande occasione. Ma chi ci perde veramente è la città, i giovani, i ragazzi inseriti in percorsi di tutela in una città che a quanto pare non tutela e non è attenta alla conservazione. L’architettura costruita arrivata a noi nel corso dei secoli non è un abito da svecchiare o un volto da liftare col botox riempiendo le guance, un muso da allargare a canotto non conservando più i propri lineamenti, è mantenere l’ identità e vedere nelle rughe un passato che fa parte di noi e del nostro vissuto. I restyling nouveaux non fanno parte della nostra storia. Anche la villa comunale subirà la stessa sorte.
Anita Capasso