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Mariglianella, SOS Agrimonda: dal deposito chimico a rischio crollo incendiato nel 1995 scorre percolato velenoso

Mariglianella, 5 Febbraio – Sos Agrimonda. Dallo stabile oramai fatiscente e a rischio crollo del deposito chimico incendiato nel luglio del 1995 , scorre percolato velenoso. E’ la denuncia dei cittadini. “ Basta rimpallo di responsabilità, servono interventi urgenti a tutela della salute pubblica e della sicurezza”.

Sono 28 anni di inquinamento con evidente e acclarata contaminazione della falda acquifera. Ci va giù duro il comitato ambientale: “Da quando 4 anni fa sono terminati i lavori di rimozione delle ceneri combuste superficiali di anticrittogamici e chimici per l’agricoltura dell’ incendio del deposito, la città è tornata in stato di completo abbandono, come lo era in passato senza controllo, e questo ripropone ulteriori rischi legati alla SALUTE DEI CITTADINI”. La bonifica non è stata eseguita e le falde sottostanti sono intrise di veleni.

Il comitato annuncia altre azioni legali: “Non solo in 28 anni non è stato fatto niente, ma il tempo che passa peggiora la situazione: lo stabile del deposito oramai fatiscente , rischia il collasso strutturale, dal tetto ,dai balconi e dalle finestre piove dentro e si formano pozzanghere di percolato che vanno ulteriormente ad inquinare la falda acquifera sottostante”. Ciro Tufano, presidente del Comitato Ambiente e Territorio lancia la provocazione: “Ma a chi spetta intervenire per la manutenzione delle AREE KILLER..??”.

Fa un accurato report della situazione, Raffaele Monda, che di morti di tumore in questi anni ne ha visti troppi, davvero troppi. E’ arrabbiato e rivendica giustizia e diritto alla salute: “Dopo circa 1/4 di secolo fu fatta la rimozione delle sostanze tossiche del sito Agrimonda. Poi in seguito è stato messo il telone di plastica, costato oltre 100.000,0 euro (di denaro pubblico naturalmente) che avrebbe dovuto mettere il sito in sicurezza, ma che soprattutto doveva essere provvisorio. Quel telo, però, tutt’ora sta ancora li, e per di più si è rivelato controproducente e dannoso, perché sopra rimane sempre acqua stagnante e puzzolente, con carcasse di animali morti.

Ma quello che fa più male è il fatto che, nonostante L’ARPAC (Agenzia Regione Protezione Ambiente Campania) dopo la rimozione abbia rilevato, tra l’altro, tracce di DDT (veleno già bandito prima dell’incendio doloso); l’ ASL, il comune di Mariglianella, il comune di Marigliano, non hanno fatto avviare indagini per indagare sulla natura, provenienza e vendita di questa sostanza killer per la salute dei cittadini. Per frenare, da queste parti, la mattanza umana per cancro, occorre subito una seria bonifica. Sveglia popolo , non bisogna essere dormienti, rassegnati, ammalati e maltrattati!!!”. 28 anni non sono bastati per garantire il diritto alla salute e avviare provvedimenti nei riguardi degli inadempienti : qui davvero la giustizia e’ rimandata alle calende greche.

Anita Capasso

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