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Mariglianella, giù le mani da Palazzo Carafa: non si deve vendere ai privati

Mariglianella, 17 Aprile – La storia non si può vendere, bisogna tutelarla e tramandarla alle nuove generazioni. E’ stato di nuovo messo in vendita palazzo Carafa che diede i Natali al venerabile don Carlo Carafa, morto in odore di Santità. Crociato in terra Santa. Don Carlo nato sulle taverne di Mariglianella, via Marconi, accumulate esperienze e onori in guerra, tornato a Napoli, ottenne un nuovo incontro col Vicerè per chiedere qualche considerevole impiego per servigi da lui prestati alla corona spagnola.

Un altro destino però l’attendeva: il giorno stesso in cui si recava al Palazzo reale, fu catturato da un canto proveniente dal Monastero di Regina Coeli, l’ascoltò e al termine decise di riprendere il percorso religioso a cui era stato avviato da fanciullo, quando aveva frequentato il Collegio dei Gesuiti di Nola. Fu così che abbracciò i voti fondando l’ Ordine dei Pii catechisti rurali ancora attivo nella chiesa di Santa Maria la Carità a Napoli, nei pressi dei quartieri spagnoli. Qui c’è anche il suo busto.

Si preservi la memoria, lo impone la coscienza per tutta l’opera missionaria e caritatevole svolta da don Carlo e che arriva finanche a Castello a Somma Vesuviana dove fece edificare la chiesa. Il palazzo Carafa di Mariglianella deve diventare polo culturale, biblioteca e museo dell’ opera di Carlo Carafa. Non si possono replicare le leggerezze commesse nel 1996 quando si consentì la demolizione del palazzo baronale di via Mascagni dove fu realizzata una maxi speculazione edilizia. Per caparbietà del comitato Pro- Borgo e del laboratorio Carafa – Premio Gallo d’Oro si riuscì a fare scattare i vincoli su palazzo Carafa per impedire la demolizione e puntare su un restauro filologico.

Colei che scrive subì anche minacce e ritorsioni. Adesso la politica come città metropolitana e Regione Campania faccia la sua parte. Si dia un’impronta culturale a Mariglianella, un paese dove non c’è più traccia di memoria e dove solo qualche mese fa è stata completamente devastata la chiesetta di San Giuseppe. Silenzio generale. Se non fosse stato per i media nazionali che accolsero l’appello dei pochi storici tutto sarebbe stato insabbiato. Al civico 165 di via Marconi c’è l’ultima chance per le ultime pietre costruite di nobile e sacra memoria. Ecco qualche pillola di storia: la storia non si vende. Mariglianella (Na), Palazzo Carafa della Stadera, sec. XVI-XVIII.

Casa natale del beato Carlo Carafa, fondatore dell’ordine dei Pii Operai (oggi Pii Operai Catechisti Rurali), il palazzo gentilizio fu trasformato nel Seicento in convento domenicano della riforma della Sanità. Nella foto, un dettaglio del portale tardo seicentesco e del portone a griglia per l’ingresso ai magazzini e al refettorio. Il Palazzo Carafa non si può vendere. Il comune lo acquisisca per una biblioteca e polo culturale dell’opera di don Carlo Carafa, fondatore dell’ ordine dei Pii Catechisti Rurali.

Anita Capasso

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