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L’Ue e il riconoscimento di figli di genitori dello stesso sesso

Napoli, 9 Dicembre – Bruxelles vuole che tutti gli Stati riconoscano i figli di coppie dello stesso sesso. In questo modo le coppie gay si vedrebbero riconosciuti “genitori” anche in quei Paesi dove non lo sarebbero in base alle leggi nazionali. “L’altro ieri la Commissione Ue ha approvato la proposta per riconoscere universalmente le famiglie con genitori dello stesso sesso, tra il tripudio della sinistra fucsia supportata qui in Italia da Repubblica, Fatto Quotidiano e moltissimi influencer arcobaleno. Il diritto di famiglia non è di competenza dall’Ue, ma la stessa Ue può affrontarlo sotto il profilo del diritto alla libera circolazione nello spazio europeo. La proposta – che per diventare legge necessita comunque dell’approvazione all’unanimità in Consiglio – riguarda “tutti i bambini i cui genitori sono stati riconosciuti in uno Stato Membro e che si trovano in un altro Paese Ue, a prescindere da come il bambino è nato o da come è stato concepito”.

Ed è proprio quel “a prescindere da come il bambino è nato o da come è stato concepito“ che dovrebbe allarmarci, perché è chiaro che questa precisazione non può che fare riferimento alla pratica della maternità surrogata. Va infatti detto che già oggi il problema degli spostamenti tra paesi europei non sussiste per coppie dello stesso sesso in cui uno dei due genitori abbia un figlio naturale, né per coppie con figli adottivi. La proposta quindi si riduce ad avvantaggiare coloro che si muovono attraverso l’Europa per fare ricorso a pratiche che in molti paesi sono illegali, come la fecondazione eterologa e l’utero in affitto. Che ciò avvenga senza dibattito pubblico e nonostante lo stesso Parlamento europeo nel 2016 abbia condannato la maternità surrogata come pratica lesiva dei diritti delle donne e dei bambini, lascia davvero un grande amaro in bocca. I bambini non sono merci e l’aspirazione alla genitorialità non deve essere a tutti i costi.” Mattia Crucioli, già senatore della Repubblica.

L’utero in affitto non è una pratica che offende e mercifica la donna? “La Commissione europea vuole imporre a tutti gli Stati l’accettazione di utero in affitto e omogenitorialità, l’Italia è uno dei tanti Paesi europei che rifiutano nell’ordinamento giuridico quei concetti. Mi auguro parole chiare dalla silente Giorgia Meloni e dal governo italiano, contro questa follia e a difesa del nostro diritto di famiglia, che non va piegato alle mode.” Mario Adinolfi, giornalista e scrittore, già parlamentare della Repubblica.

Per quanto mi riguarda – e senza timore di apparire una pavida conservatrice – non posso esimermi dall’esprimere qualche giustificata remora verso alcune espressioni trionfalistiche, manifestamente alimentate da un certo sensazionalismo tipico degli attuali “progressisti”.

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