Politica

Lotta alla pandemia, Draghi:”Vaccini bene globale, prioritario aumentare la produzione per garantire sicurezza”

Roma, 6 Maggio – “I vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali”. Così si legge in una nota del presidente del Consiglio, Mario Draghi. L’intervento di Draghi si lega strettamente, rappresentando una presa di posizione netta e nuova del governo italiano, alla moratoria sui brevetti dei vaccini anticovid che vuole il presidente americano, Joe Biden. E segue le dichiarazioni rese dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, proprio in merito alla possibilità di rendere i brevetti dei vaccini bene comune. 

La presa di posizione del governo americano di mettere a disposizione della comunità globale i due vaccini che più di ogni altro hanno dimostrato non solo di essere efficaci e sicuri, ma anche di essere sufficientemente flessibili da poter rispondere alla eventuale insorgenza di nuove varianti del virus che potrebbero riaccendere, da un momento all’altro, la pandemia, rappresenta un atto epocale. Potenzialmente si tratta di un vero e proprio ribaltamento del quadro geopolitico globale, con gli Stati Uniti che tornano sulla scena con tutta la loro potenza economica, tecnologica e scientifica e che guardano alla lotta alla pandemia con un’ottica globale che punta alla sicurezza. 

Una proposta subito avallata dall’Unione Europea. “Siamo disponibili a discutere come la proposta degli Stati Uniti per una rinuncia alla protezione dei diritti intellettuali per i vaccini anti-Covid che possa aiutare” a contrastare la pandemia a livello globale, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel corso del discorso sullo Stato dell’Unione.

Su questa scia, la breve dichiarazione di Mario Draghi apre un impegno dell’Italia e una strada nuova, perché paesi come l’India possano iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel. Perché ciò sia possibile però, l’Unione europea e gli stati membri che si sono fino ad oggi opposti alla sospensione dei monopoli delle Big Pharma, devono cambiare strada. Il Parlamento italiano ha già dato un’indicazione al Governo in questa direzione, la nota di Draghi ora punta con decisione all’obiettivo. 

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