Napoli, 11 Ottobre – C’era una volta un uomo che viveva con la sua famiglia e suo padre. Quest’ultimo lo aiutava in tutto e per tutto, ma una volta diventato anziano e stanco, il figlio decise che era giunto il momento di disfarsene.
Aveva sentito parlare di una montagna dove venivano depositati i vecchi, tra l’altro non molto distante dalla sua abitazione. Una mattina di buon’ora si alzò, lo fece preparare dicendogli che sarebbero usciti a fare una passeggiata. Il povero vecchio forse aveva capito o forse no, in tutti i casi radunò i suoi nipoti e li salutò. Uscirono di casa sottobraccio, ma quando furono lontani dalla vista di tutti, lo caricò sulle spalle, voleva arrivare presto alla montagna e lui era molto lento nel camminare.
La salita era dura e seppure il vecchietto pesasse poco, inerpicarsi su per il monte non era impresa facile per l’ingrato figlio e la cosa si stava protraendo più del previsto, cercò così di accelerare il passo. Dopo tanta fatica, giunti alla cima, lo afferrò e fece per scaraventarlo a terra. Il povero vecchio, mentre stava per toccare il suolo disse: “Qui avevo portato mio padre”.
Nel sentire queste parole, il figlio rimase sbigottito e pensò che anche lui aveva dei figli e che un giorno avrebbero fatto lo stesso con lui, così prese suo padre e gentilmente lo riappoggiò sulle spalle.
“Padre mio, torniamo a casa”, gli disse con le lacrime agli occhi, pentito del gesto vigliacco che stava per fare.
La montagna dei vecchi era uno dei racconti che mio padre ci narrava quando eravamo piccoli, nelle calde giornate d’agosto quando iniziava il rituale dei materassi di lana che ci vedeva alle prese col districamento della stessa per circa una settimana.
In questi giorni costeggiando una casa di riposo e vedendo tanti anziani in poltrona con lo sguardo perso nel vuoto, mi è tornato in mente.
La montagna dei vecchi… per riflettere, per riflettersi!!!
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