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Italia, 76^ Festa della Repubblica nata dalla Resistenza e nutrita dalla Costituzione

Napoli, 1 Giugno – Settantasei anni fa, nel Referendum Istituzionale del 2 Giugno 1946 gli italiani, fra cui per la prima volta nella storia anche le donne, si espressero a favore della Repubblica, con 12.718.641 voti, il 54,27% ; mentre 10.718.502 voti, il 45,73%, andarono alla Monarchia. L‘Italia, superata la Seconda Guerra Mondiale, divenuta Repubblica, accelerava il suo cammino verso la Pace e la Democrazia con l’insediamento dell’Assemblea Costituente il cui Presidente, Giuseppe Saragat (1898-1988), che nel 1964 verrà eletto quinto Presidente della Repubblica così si rivolgeva agli eletti: «Il 2 giugno è stato il grande giorno del nostro destino. La vittoria della Repubblica è la sanzione di un passato funesto, è la certezza di un avvenire migliore. Ma questa vittoria ha un significato ancora più alto. Essa rappresenta il patto solenne stretto da tutti gli italiani di rispettare la legalità democratica. In questo patto, che vincola tutte le donne e tutti gli uomini della nostra terra, è il segreto dell’avvenire della Nazione. Senza l’adesione di tutto il popolo ai princìpi della democrazia politica, non soltanto non è possibile alcun progresso umano, ma le stesse conquiste legateci da secoli di storia sono insidiate e minacciate di rovina.

Voi, eletti dal popolo, riuniti in questa Assemblea sovrana, dovete sentire l’immensa dignità della vostra missione. A voi tocca dare un volto alla Repubblica, un’anima alla democrazia, una voce eloquente alla libertà». La Costituzione venne approvata il 22 dicembre del 1947 per entrare in vigore il 1° gennaio 1948 e da allora garantisce a tutti i cittadini il godimento dei diritti e chiedendo loro l’osservanza dei doveri e permettendo, in una clima di libertà e giustizia, il riconoscimento di quanti sacrificarono la loro vita, di coloro che si impegnarono nella ricostruzione morale e civile del Paese e di coloro che in seguito si sono messi al servizio della Nazione per l’Interesse Generale.

Dopo l’Armistizio dell’8 Settembre 1943, in Italia iniziarono a formarsi le prime bande di partigiani dando così inizio alla Resistenza, con il coordinamento poi del Comitato Nazionale di Liberazione, fondato nel febbraio del 1944, che nei 20 mesi successivi fu guida politica e militare della lotta di Liberazione contro i nazifascisti e le occupanti truppe tedesche. Era stata Napoli, con le sue “Quattro Giornate” dell’insurrezione dal 27 al 30 settembre 1943 la prima città in Italia e fra le prime in Europa, con civili e militari fedeli al Regno del Sud, a liberarsi dall’occupazione tedesca e per questo riconosciuta Medaglia d’Oro al Valor Militare. Le Forze Alleate che sopraggiunsero nella liberata Napoli il 1° Ottobre 1943 dovettero altrove, insieme ai partigiani, al Centro e al Nord Italia, continuare a combattere conto i tedeschi. L’antifascista Luigi Longo (1900-1980) ebbe a dire: «Dopo Napoli la parola d’ordine dell’insurrezione finale acquistò un senso e un valore e fu allora la direttiva di marcia per la parte più audace della Resistenza italiana».

Il movimento di liberazione antinazista contro i tedeschi e parti dell’esercito collaboravano con i nazifascisti, assumendo a tratti una dimensione da guerra civile, era composto da forze politiche antifasciste di varie appartenenze le cui formazioni in Brigate di partigiani avevano varie denominazioni: “Garibaldi”, GAP e SAP con riferimento il Partito Comunista Italiano; “Matteotti” del Partito Socialista Italiano; “Giustizia e Libertà” del Partito d’Azione; “Fiamme Verdi” ed “Osoppo” della Democrazia Cristiana; Formazioni autonome militari monarchiche e badogliani; Gruppi con riferimento il Partito Liberale Italiano; Organizzazioni dichiaratamente trotskiste ed altre anarchiche.

Su iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo nell’anno 2017 la Direzione Generale Archivi assegnò all’Istituto Centrale per gli Archivi (Icar) un finanziamento per realizzare una banca dati, completata alla fine del 2021, di “schede relative alle richieste di riconoscimento delle qualifiche partigiane conservate nel Fondo ‘Ricompart’ presso l’Archivio Centrale dello Stato” messa poi a disposizione online nel portale “I partigiani d’Italia”.

Fra ricercatori, gli studiosi ed il più ampio pubblico, ha attivato l’accesso al sito https://www.partigianiditalia.beniculturali.it/  anche il sociologo e giornalista Antonio Castaldo, per IESUS Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali, per contribuire alla integrazione della memoria di storia sociale, collaborando alla sezione ANPI di Brusciano della Zona Nolana, con Giuseppe Rea referente locale, riscontrando il contributo alla Resistenza di questi partigiani bruscianesi: D’amore Giovanni (Brusciano, Napoli, 1916 marzo 29), commissione: Piemonte; Esposito, Emanuele Sbarazzino (Brusciano, Napoli, 1920 gennaio 3), commissione: Piemonte; Giannino Antonio (Brusciano, NA), commissione: Campania; Maione, Antonio, Maione, (Brusciano, Napoli, 1923 giugno 2024), commissione: Piemonte; Maione Crescenzo (Brusciano, NA, 1901 agosto 27), commissione: Campania; Terracciano Antonio (Brusciano, NA, 1902 luglio 25), commissione: Campania; Tullio Rocco, Rocco, (Brusciano, Napoli, 1922 marzo 19), commissione: Piemonte.  “Tanto per la fedele conservazione della memoria, la giusta perenne riconoscenza agli uomini e alle donne che lottando, spesso fino al sacrificio della propria vita, hanno permesso la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale ed alimentato poi la successiva opera di ricostruzione materiale ed economica, morale e civile, culturale e politica, del Nostro Paese nel clima democratico e partecipativo illuminato dalla Costituzione. In tutto questo –ricorda Antonio Castaldo per la 76esima Festa della Repubblica – vi è anche il contributo di Brusciano e di tanti suoi figli, militari e civili che mai dobbiamo dimenticare”.

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