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Inquinamento, è Cremona dopo Novy Sacsz in Polonia la città più inquinata d’Europa: seguono terza Slavonisk Brod e quarta Vicenza

«Ad inquinare anche le nostre case: ogni 115 mila appartamenti italiani producono ogni anno un milione di tonnellate di emissioni» puntualizzano gli analisti di Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding energetico e ambientale.

 

Napoli, 21 Settembre – Tra le città più inquinate d’Europa, 4 sono italiane: Cremona, Pavia, Brescia e Vicenza, dove la qualità dell’aria che si respira «molto scarsa», ovvero poco salubre, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA).

E Sono già 11 le città italiane che questo settembre hanno sforato, con almeno una centralina, il limite previsto per le polveri sottili, ossia la soglia smog dei 35 giorni nell’anno solare con una media di PM10 giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo.

La maglia nera va a Verona e Venezia con 41 giorni di sforamenti, seguite da Vicenza con 40, Avellino e Brescia con 39, Cremona e Treviso con 38, Alessandria, Frosinone e Napoli con 37, Modena con 36.

Ad inquinare, anche le nostre case. «Ogni 115 mila appartamenti italiani producono ogni anno un milione di tonnellate di emissioni» puntualizzano gli analisti di Ener2Crowd. E 15 milioni di italiani vivono ancora oggi in abitazioni dalle caratteristiche energetiche più arretrate, arrivando oltretutto a sprecare mediamente oltre 2 mila euro l’anno per la loro gestione energetica.

Eppure basterebbe approfittare delle grandi possibilità messe in campo dal SuperBonus 110% e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). «Le misure messe in campo dalle istituzioni ci sono» sottolinea Giorgio Mottironi riferendosi al Superbonus 110% su cui Ener2Crowd sta puntando molto, prefiggendosi di continuare a perseguire il beneficio comune e di operare a favore del territorio, dell’ambiente e della comunità.

E proprio per questo Ener2Crowd si è ora trasformata in «società benefit» ai sensi della legge 208/2015 ed ha aumentato il suo capitale sociale per far giungere in modo più diretto e trasparente “ossigeno finanziario” a favore della transizione sostenibile delle PMI e proporsi come partner tecnologico strategico per le grandi utility che vogliono coinvolgere i territori e creare le prime «comunità energetiche carbon neutral».

«Con i fondi messi in campo dalle misure governative è possibile produrre un beneficio economico per le persone coinvolte pari a circa 1 punto percentuale del loro PIL procapite ed una riduzione delle emissioni di CO2 pari al 14% di quelle del nostro intero Paese. E si ridurrebbe così anche la mortalità da CO2» conclude Mottironi.

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