Napoli, 21 Settembre – Il G7 della Cultura, per la prima volta nella sua storia, ha visto la partecipazione non solo dei ministri dei sette Paesi più industrializzati, ma anche dei rappresentanti dell’Unione Africana, del G20 e delle principali organizzazioni internazionali attive nella promozione e tutela del patrimonio culturale.
Durante la giornata di chiusura, il ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli, ha aperto i lavori sottolineando l’importanza di questa partecipazione allargata. “Credo che le nostre istituzioni culturali possano collaborare per valorizzare artisti, autori e imprenditori culturali del Continente africano nei settori dell’arte, dell’editoria, del cinema e dello spettacolo”, ha dichiarato Giuli, rivolgendosi ai rappresentanti dell’Unione Africana.
Il ministro ha ringraziato in particolare il Ministro della Cultura, delle Arti e della Comunicazione della Mauritania, Meddou, e la Commissaria Cessouma, responsabile per la cultura, per la loro presenza e il loro contributo. Un ringraziamento è stato rivolto anche alla Ministra della Cultura del Brasile, Margareth Menezes, e al vice ministro della Cultura dell’India, Chawla, in rappresentanza dell’attuale e della precedente Presidenza del G20.
Nel suo discorso, Giuli ha poi riconosciuto il ruolo dell’Italia come ponte naturale verso l’Africa, citando le comuni radici culturali con la Grecia. “Noi Italiani consideriamo i Greci come nostri fratelli maggiori. Condividiamo non solo la storia e la cultura, ma anche l’apertura al dialogo con le altre civiltà del Mediterraneo”, ha affermato, ringraziando la Ministra della Cultura greca, Lina Mendoni.
La presenza di rappresentanti di organizzazioni come l’Unesco e l’Iccrom ha ulteriormente rafforzato il messaggio di cooperazione internazionale. L’incontro ha confermato il ruolo centrale dell’Italia nel promuovere il dialogo interculturale e la valorizzazione del patrimonio artistico su scala globale, con uno sguardo sempre più rivolto all’Africa e al Mediterraneo.
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