Politica

Il Dragone è tra noi

Napoli, 11 Dicembre – Le vie della seta le ricordate? Era il tempo del Governo Gialloverde. Ma andiamo oltre… “Vi siete mai chiesti perché i cinesi emigrano in Italia (e in altri paesi del mondo)? Per fame? Direi proprio di no. Per sfuggire alla miseria? Non credo. La Cina è diventata una delle prime, se non la prima, economia al mondo. Per fare soldi allora? Ma potrebbero farli anche in patria, dove le attività economiche si svolgono secondo regole capitaliste. Forse se ne vanno “scegliendo la libertà”? Non so. Certo è che non ho mai sentito i cinesi lamentarsi del regime che impera a casa loro. Non è facile quindi rispondere a questa domanda. Non è da escludere, tra le altre ipotesi, che i migranti cinesi siano in qualche modo le avanguardie dell’imperialismo di Pechino. Imperialismo che non si esplica più con le vecchie e care cannoniere… Ora si conquistano Paesi con prestiti, finanziamenti, acquisto di strutture strategiche, controllo delle telecomunicazioni ecc. E anche con la presenza massiccia in loco di cittadini fedeli che preparano il terreno.

La recente scoperta di uffici di polizia cinesi in Italia, consolida questo dubbio: ma i cinesi in Italia sottoposti alla legge di Pechino o a quella di Roma? Le smentite subito arrivate (non sono uffici di polizia, ma solo strutture che aiutano i cinesi nelle loro pratiche amministrative), infittiscono i dubbi, invece di diradarli. Insomma le alternative sono due: o si tratta di questioni amministrative che hanno a che fare con Pechino e allora gli interessati si dovrebbero rivolgere ai loro consolati e ambasciata, non a strutture ‘parallele’, o sono questioni che riguardano l’Italia e allora dovrebbero contattare le autorità italiane. Chi e perché ha autorizzato questi centri di polizia? Insomma è arrivato il momento di puntare i riflettori sulla comunità cinese in Italia: quanti sono veramente (i dati ufficiali mi paiono poco significativi), come arrivano nel nostro paese, come e dove lavorano, come e dove pagano le tasse ecc. ” ‘La Cina è vicina’ era un’espressione che andava di moda negli anni ’70. Oggi dovremmo attualizzarla e dire ‘la Cina è qui!’ Non so se sia un bene o un male. Ma certo dovremmo meglio conoscere i nostri ospiti e le loro intenzioni!” Domenico Vecchioni, ambasciatore.

Il Dragone è tra noi e ci guarda… “La Cina ha creato 100 stazioni di polizia in vari Paesi allo scopo di controllare i cinesi che vivono all’estero. Prendono nota di eventuali dissidenti e in alcuni casi li obbligano a tornare in patria. Ben 11 di questi centri di controllo sono stati istituiti in Italia.” Marco Nese, giornalista e scrittore. È chiaro che non è solo l’Italia ad essere coinvolta; in politica estera la Cina sta facendo degli accordi importanti, proprio l’altro giorno il Presidente cinese Xi Jinping ha avuto un colloquio con il principe ereditario dell’Arabia Saudita e primo ministro Mohammed bin Salman Al Saud presso il Palazzo reale al-Yamama di Riyadh. Così una nota dell’ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia. “La Cina considera lo sviluppo delle sue relazioni con l’Arabia Saudita una priorità nelle sue relazioni estere complessive, in particolare nella sua diplomazia in Medio Oriente. La Cina lavorerà con l’Arabia Saudita per raggiungere il reciproco ringiovanimento nazionale, creare una sinergia più forte tra le iniziative di sviluppo, approfondire la cooperazione e il coordinamento negli affari internazionali e regionali per ottenere progressi ancora maggiori nel partenariato strategico globale Cina-Arabia Saudita.” Il Dragone è tra noi ed è inarrestabile nella via della cooperazione internazionale.

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